Il primo impulso alla nascita dello stile architettonico neoromeno fu dato dall'architetto Ion Mincu.
L'unione delle province romene in un unico stato, compiuta il 1 dicembre del 1918 e in seguito alla quale nacque la Grande Romania, portò anche ad un'effervescenza culturale di riscoperta e valorizzazione degli elementi specifici della civiltà romena. Se in campo umanistico queste ricerche puntarono sullo spirito nazionale, nell'architettura, ad esempio, esse portarono alla nascita di un nuovo stile. Chiamato nazionale o neoromeno, questo stile fu l'espressione dell'epoca anche in un altro senso: si iscrisse in una corrente che iniziò a coagularsi a partire dalla seconda metà del XIXesimo secolo, con l'apparizione di nuovi stati sulla mappa dell'Europa. In queste nuove nazioni furono promossi certi elementi architettonici storici per mettere in evidenza i tratti specifici della loro tradizione architettonica.
In Romania, il primo impulso alla nascita di un neostile romeno si deve all'architetto Ion Mincu, nato intorno al 1851, con studi alla Scuola di Belle Arti di Parigi. Le prime caratteristiche dello stile architettonico neoromeno diventarono evidenti mentre Ion Mincu restaurava una villa di Bucarest, come racconta l'architetta Ruxandra Nemţeanu.
"Ion Mincu ebbe l'idea di conferire ad una casa già costruita, la casa di Bucarest del dottor Lahovary, trasformandola, l'aspetto di un'abitazione rurale della zona subcarpatica della Valacchia. Dopo aver ultimato gli studi a Parigi, Mincu vinse una borsa di studio in Italia, Francia e Spagna. Una delle case che progettò, che io ritengo l'apice del suo lavoro di progettazione, è la Casa Robescu di Galaţi. Si tratta, infatti, di una sintesi tra l'architettura che cominciava ad essere promossa come legata alla storia dell'architettura della Valacchia, ed elementi nuovi, stranieri, come le maioliche e le ceramiche colorate di provenienza occidentale", ha spiegato Ruxandra Nemţeanu.
La Casa Robescu ospita attualmente il Palazzo dei Bambini della città di Galaţi. Come prova che questi due edifici sono delle sintesi e dei tentativi, sia la Casa Lahovary - nel cortile dell'Ospedale Cantacuzino di Bucarest -, che la casa Robescu sono decorate con maioliche, ma senza gli elementi tradizionali romeni. Gli edifici sono una testimonianza delle ricerche di quell'epoca e dei tentativi di creare un nuovo stile. Nell'ambito di queste prime ricerche, oltre alle maioliche occidentali e agli elementi ispirati all'architettura rurale e ecclesiastica valacca, si delineò anche un altro filone importante: quello dei palazzi brancovani di Bucarest e in altre zone. Questo filone finì col prevalere nella struttura del nuovo stile e sarebbe stato portato avanti dai nuovi architetti che si succeddettero a Ion Mincu. Le ricerche sul nuovo stile durarono nel tempo, e nel 1906, in occasione della Grande Esposizione di Bucarest, organizzata per celebrare i 40 anni di regno di Carlo I, i padiglioni espositivi già sfoggiavano il nuovo stile in cui erano presenti molti elementi decorativi brancovani. Se Ion Mincu fu quello che diede un impulso al nuovo stile nazionale, Petre Antonescu fu l'architetto che lo perfezionò. Nato nel 1873, Petre Antonescu cambiò l'aspetto dell'Arco di Trionfo di Bucarest, trasformandolo in ciò che è oggi e sempre lui progettò anche l'edificio della Facoltà di Legge di Bucarest.
Ruxandra Nemţeanu racconta su Petre Antonescu: "Io ritengo che sia stato molto talentato, che sia riuscito grazie alla sua abilità a creare un'architettura che è stata presa come modello da molti giovani architetti che vennero dopo. Fu quello che creò l'attuale sede del Comune di Bucarest, l'ex sede del Ministero dei Lavori Pubblici, con il loggiato ispirato all'architettura brancovana o al Monastero Văcăreşti. Su questo stile sarebbe da aggiungere che ogni volta che è stato applicato su progetti su piccola scala - ad esempio, abitazioni o edifici piccoli - a differenza dai progetti di edifici più alti, a più piani, i risultati sono stati molto migliori e molto meglio proporzionati rispetto a quelli con una volumetria maggiore. È normale che sia cosi', perchè l'uso di elementi concepiti e adoperati per edifici su piccola scala, come quelli brancovani, su edifici più grandi non dà più la sensazione di lavoro organico, ben coagulato".
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