Il deficit di conto corrente della bilancia di pagamenti della Romania è cresciuto di oltre 9 miliardi di euro nei primi sette mesi del 2021.
La Banca Centrale Romena ha pubblicato, ieri, i dati sul debito estero, il deficit di conto corrente e gli investimenti stranieri. Dopo che, negli ultimi anni, si è parlato moltissimo della crescita del debito pubblico, dei prestiti fatti dallo stato e dell'uso poco chiaro dei soldi attirati dal mercato interno e da quello internazionale, la notizia che il debito estero è cresciuto, quest'anno, nel periodo gennaio-luglio, di oltre 6 miliardi di euro ha destato ancora più preoccupazione. Il debito totale è giunto, attualmente, a 132 miliardi di euro. A un semplice confronto tra l'aumento del debito pubblico estero nel 2021 e nel 2018, risulta una differenza importante, dell'80%. Dei 132 miliardi di euro, il debito estero a lungo termine ammonta a quasi 96 miliardi di euro, mentre il debito estero a breve termine a 36 miliardi. Allo stesso tempo, il debito pubblico non è solo con l'estero, ma anche interno, e dai dati della Banca Centrale risulta che quest'ultimo è pari a circa il 50% del Pil.
Secondo gli economisti, preoccupante non è, però, tanto l'aumento del debito estero, quanto del deficit di conto corrente della bilancia di pagamenti. Secondo la Banca Centrale, nei primi sette mesi del 2021, il deficit è giunto a 9 miliardi di euro, molto maggiore rispetto all'anno scorso, quando era di 5,3 miliardi di euro. Se ci si riferisce a un periodo più esteso, il deficit di conto corrente ha registrato nel primo trimestre del 2021 la maggiore crescita degli ultimi 14 trimestri. Mentre la maggioranza dei Paesi Ue registrano un'eccedenza della bilancia commerciale, in Romania c'è un'inversione di marcia che si acutizza, il che porta all'aumento del disavanzo della bilancia commerciale. Il consumo è in crescita, ma le merci consumate provengono sempre di più dalle importazioni, in assenza di una produzione interna maggiore e più diversificata.
La buona notizia è che gli investimenti stranieri sono cresciuti quest'anno, a 4 miliardi di euro, rispetto a 1,2 miliardi di euro nel 2020. Ci sono, però, preoccupazioni espresse dagli investitori tedeschi in Romania, i quali affermano che le attuali evoluzioni politiche interne hanno fatto calare la fiducia delle compagnie tedesche nell'attuazione delle riforme necessarie e urgenti. Ad esempio, le sovvenzioni offerte dall'Ue devono giungere nell'economia, le amministrazioni devono diventare più professionali e più digitalizzate affinchè il tenore di vita della popolazione aumenti significativamente. Le compagnie in Romania hanno bisogno di tutta l'attenzione e di sostegno politico e amministrativo, anzichè di nuovi problemi e incertezze sul futuro - affermano gli investitori tedeschi.
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