Curva dei contagi da COVID-19 in salita in Romania, più di 15.000 nuovi casi in 24 ore.
La crisi provocata dal COVID-19 comincia ad aggravarsi, generando una maggiore pressione sugli ospedali e sul personale sanitario. Ieri, quando in Romania sono stati toccati due record negativi, è arrivato anche l’annuncio che non c’era più alcun posto disponibile nelle terapie intensive. Sebbene l’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica avesse annunciato che il numero dei contagi sarebbe arrivato a 15.000 solo a fine ottobre, tale soglia è stata superata ieri, quando sono stati accertati oltre 15.000 nuovi contagi da SARS-CoV-2 in 24 ore. Un altro record negativo è il bilancio dei decessi causati dalle complicanze di questa malattia – oltre 250 in un solo giorno.
Il tasso di positività dei tamponi ha superato il 19%. In centinaia di località ci sono oltre 6 casi per mille abitanti, mentre in diverse città, Bucarest compresa, il tasso ha già superato i 10 per mille. I medici stanno facendo sforzi per gestire il numero sempre maggiore di pazienti. Negli ospedali di tutto il Paese, ieri erano ricoverate oltre 14.400 persone, e 1.480 nelle terapie intensive.
I medici sottolineano ancora una volta l’importanza della vaccinazione che offre protezione contro l’infezione dal nuovo coronavirus. D’altronde le cifre dicono tutto. Gli specialisti richiamano l’attenzione che il 95% delle persone che si trovano al momento nelle terapie intensive e il 70% di quelle ricoverate negli ospedali non sono vaccinate.
Il direttore medico dell’Istituto „Matei Balş" di Bucarest, Adrian Marinescu, ha precisato che, nelle ultime settimane, c’è stata una pressione su tutti gli ospedali che curano malati di COVID. È ovvio che sono le persone non vaccinate a creare ora questa pressione sul settore sanitario”, ha affermato Adrian Marinescu, aggiungendo che, a mezzogiorno, già è una regola che non ci siano più posti disponibili, e non solo nelle terapie intensive: „Ci sono tempi di attesa per i malati, devono essere gestiti quanto meglio, o andare in altri ospedali, ma è difficile trovare un posto, o restare ed essere monitorati e curati al pronto soccorso per un certo periodoˮ.
„Non posso dire che la situazione sia fuori controlloˮ, afferma, dal canto suo, la manager dell’Istituto „Marius Nasta" della capitale, Beatrice Mahler. Secondo lei, probabilmente ci sono ancora soluzioni, tutti i malati hanno beneficiato di trattamento medico e hanno avuto un letto per sedersi e ricevere le cure, però, ovviamente, c’è bisogno di una mobilitazione più intensa da parte di tutti gli ospedali per far fronte all’attuale situazione.
D’altra parte, la Coalizione delle Organizzazioni dei Malati Cronici di Romania e le associazioni dei malati di AIDS sono scontente del modo in cui le autorità hanno deciso di bloccare il ricovero ospedaliero dei malati cronici. Loro chiedono ai fattori decisionali di tornare sulla misura, individuare altre soluzioni per i malati di COVID e di non mettere in pericolo la vita dei malati cronici e delle persone affette dall’HIV.
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