La Romania è preoccupata a causa della crisi politica acuta nella confinante Moldova (stato ex-sovietico, a maggioranza romenofona).
Creata su una parte dei territori romeni orientali annessi all’Unione Sovietica nel 1940, in seguito ad un ultimatum, la Moldova ha sempre occupato un posto speciale nell’agenda della Romania. Il 27 agosto 1991, dopo il fallimento del golpe neo-bolscevico di Mosca, quando Chişinău ha proclamato la sua indipendenza, la Romania è stato il primo Paese del mondo che ha riconosciuto, lo stesso giorno, il nuovo stato confinante. Poi, per quasi tre decenni è stata, dal punto di vista politico, diplomatico, finanziario, il più energico e costante sostenitore della sua sovranità e integrità, nonché delle sue aspirazioni all’integrazione europea.
Quindi è normale e legittima la preoccupazione destata in Romania dal blocco politico senza precedenti a Chişinău, dove due governi paralleli contestano a vicenda la loro legittimità e si accusano di colpo di stato. Il Parlamento di Bucarest esaminerà la prossima settimana gli sviluppi in Moldova. Dopo essersi consultata con il presidente Klaus Iohannis, la premier Viorica Dăncilă ha annunciato che è stata creata una commissione di cui fanno parte tutti i fattori decisionali, compresa l’Amministrazione Presidenziale, e che sarà presentata una posizione congiunta sulla situazione nello stato confinante.
Nel frattempo, le autorità di Bucarest esortano alla calma per garantire una transizione pacifica e per superare la crisi. La Romania considera che in uno stato democratico la volontà dei cittadini, espressa tramite voto e riflettuta nella configurazione politica del Parlamento, sia l’unica a garantire un processo politico legittimo. La Romania desidera continuare il partenariato strategico per l’adesione della Moldova all’UE, che è la base dei rapporti bilaterali e spera che le autorità di Chişinău trattino con serietà questo partenariato e continuino l’iter europeo con fermezza e costanza, tramite l’applicazione degli accordi di associazione e di libero scambio con l’Unione e delle riforme necessarie per l’avvicinamento all’Europa.
Bucarest ritiene inoltre importante l’impegno chiaro della Moldova per quanto riguarda i progetti di cooperazione sviluppati con la Romania. Il Ministero degli Esteri di Bucarest prende in considerazione anche possibili manifestazioni di protesta in Moldova e raccomanda ai romeni che viaggiano nella zona, soprattutto a Chişinău, di evitare la folla e di informarsi per tempo dove si svolgono proteste, per poterle evitare.
Intanto, la nuova maggioranza parlamentare di Chişinău, formata da socialisti filorussi e dalla destra pro-europea e che ha insediato il governo di Maia Sandu, ha adottato una serie di atti legislativi del cosiddetto pacchetto di misure volte a liberare il Paese dall’oligarchia, che hanno nel mirino l’uomo forte del regime, Vladimir Plahotniuc. Dal canto suo, il governo in carica, controllato da Plahotniuc e presieduto da Pavel Filip, ha organizzato una riunione della commissione per situazioni eccezionali. Mentre i cittadini della repubblica, citati dalla stampa, dichiarano scherzando: „abbiamo due governi, nell’eventualità che uno si guastasse”.
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