Un'analisi sociologica realizzata di recente dall'agenzia Frames rileva che i romeni non solo si sposano tardi, ma anche più raramente.
I 30 anni passati dal crollo del comunismo in Romania hanno portato, ovviamente, molti cambiamenti economici e politici, ma anche sociali. Persino la sfera privata dei rapporti famigliari e affettivi ha attraversato varie trasformazioni. Si tratta tra l'altro dell'istituzione del matrimonio che, durante il comunismo, ha mantenuto la sua forma tradizionale, nonostante il fatto che l'ideologia di allora prometteva anche una rivoluzione delle consuetudini. La concezione tradizionalista del matrimonio, assieme ad altre consuetudini sociali conservatrici, non solo non si modificarono nel comunismo, ma per certi versi persino si accentuarono, cosicch è all'epoca i giovani solevano sposarsi molto presto. Il matrimonio segnava il pieno ingresso nella maturità, una soglia che andava attraversata al più presto. La tradizione imponeva che subito dopo l'ultimazione degli studi - medi o superiori - i giovani iniziassero la vita vera, cominciando a lavorare e sposandosi, per poter metter su famiglia. Lo stato comunista, dal canto suo, incoraggiava questa concezione della vita, ai giovani non sposati risultando più difficile che a quelli sposati ottenere un'abitazione dallo stato. Ovviamente, questa mentalità non è scomparsa subito dopo il crollo del comunismo, e nel 1990, gli uomini si sposavano in media a 25 anni, mentre le donne a 22. Un'analisi sociologica realizzata di recente dall'agenzia Frames rileva, però, che da allora, i cambiamenti non tardarono: i romeni non solo si sposano tardi, ma anche più raramente.
Se, nel 1990, gli Uffici dello stato civile hanno registrato 192.652 matrimoni, nel 2018 il loro numero è calato di quasi 50.000, a 143.292. I romeni non ritengono più il matrimonio una priorità, come durante il comunismo, considera l'analista Frames, Adrian Negrescu. "Nel 2018, questa situazione era scomparsa. Attualmente i romeni si sposano, in generale, solo quando hanno la sicurezza finanziaria che consente loro di acquistare una casa e metter su famiglia e avere figli. Adesso le persone sono interessate anche alla carriera. Le donne sono, inoltre, influenzate da queste tendenze. Desiderano, innanzittutto, un lavoro stabile, un reddito sicuro e sono molto interessate a tutto ciò che significa emancipazione e ad altri aspetti che riguardano la società dinamica in cui viviamo. All'inizio degli anni 1990, gli uomini si sposavano in media a 25 anni, mentre le donne a circa 22. Nelle zone rurali, l'età delle donne nel momento del matrimonio era ancora più bassa, circa 21 anni. Nel 2018, siamo giunti alla situazione in cui gli uomini si sposano in media a intorno 31 anni, e le donne a 28. È una crescita significativa dell'età che rileva i cambiamenti nella società che ci hanno resi più attenti alla nostra evoluzione individuale, la famiglia passando in secondo piano", ha precisato Adrian Negrescu.
Ciononostante, a livello europeo, la Romania si colloca tra i Paesi con un alto tasso di nuzialità, del 7,3%, accanto alla Lituania (7,5%), al Cipro e alla Lettonia (6,8%) e a Malta (6,3%). Inoltre, sebbene il matrimonio tradizionale non sembri più di moda, i rapporti durevoli non sono scomparsi, bensi' hanno assunto forme meno ufficiali. "Non è cambiato niente, però, nella zona sentimentale delle relazioni. Ci sono molte coppie che adottano il concubinaggio e hanno persino acquistato un'abitazione insieme e condividono i soldi, ma rinviano il matrimonio ufficiale. Considerano di non avere sufficienti soldi per il matrimonio oppure sono pressate da altri aspetti economici. Metter su famiglia e la nascita dei figli comportano molte spese. Molti desiderano figli, ma, purtroppo, non tutti hanno i redditi atti a dare loro la sicurezza desiderata. Questo livello di sicurezza o di vita decente era diverso all'inizio degli anni 90. Adesso, negli anni 2000, le esigenze economiche sono altre. A un figlio si deve assicurare una vita quanto migliore, per allevare un figlio occorrono spese maggiori per l'istruzione e la salute. Tutto questo pacchetto di ragioni economiche influenza in modo evidente la percezione sul matrimonio", ha spiegato Adrian Negrescu.
Non sono solo le ragioni economiche a cambiare la percezione sul matrimonio, ma anche la visione sulla felicità personale. Le persone sono diventate più esigenti con loro stesse, ma anche con quelli intorno. Siamo più esigenti per quanto riguarda il comportamento del partner, in quanto abbiamo altri standard per la propria felicità e soddisfazione. Rinviamo il momento in cui legarci a vita a un'altra persona finoaquando troviamo la persona adatta che soddisfi sia i bisogni personali, che quelli relativi allo status economico-sociale. Ma, una volta trovata quella persona e resa ufficiale la relazione, la separazione sembra una scelta abbastanza rara, perchè le statistiche sui divorzi rilevano che, sebbene attualmente si sposino più raramente, i romeni divorziano ancora più raramente. "Se nel 1990, si registravano 32.000 divorzi, nel 2018, erano ancora meno, intorno a 30 mila. Non è un calo signficativo, ma indica un livello in più di maturità. Siamo più attenti alla relazione che già abbiamo e alle modalità di gestione dei problemi che possono apparire. Abbiamo appreso oppure apprendiamo come sostenere una relazione durevole. Ciò significa più che condividere l'abitazione. Significa più attenzione concessa al partner e alle sue aspettative e significa imparare come costruire qualcosa insieme. Interessante anche l'età alla quale divorziano i romeni. Nel 2018, l'età media degli uomini in processo di divorzio era di 43 anni, e delle donne di 39 anni. Quindi, in piena maturità. E nel caso degli uomini questa età coincide in un certo senso con la cosiddetta crisi tra i 40 e i 50 anni. Le donne hanno altre ragioni, secondo me. Per loro è importante quanto sia soddisfacente la relazione in sè. In generale, le donne sono più mature degli uomini in giovane età e sono molto piu attente ad aspetti che gli uomini non notano. Vogliono di più da una relazione e guando finiscono col stagnare nel ruolo di accuditrici tradizionali della famiglia, le donne con una carriera cercano di uscire dalla rispettiva relazione perch è vogliono di più. Non è casuale l'età di 39 anni. È un'età alla quale molte donne hanno raggiunto l'indipendenza economica e le loro aspettative dalla vita giungono a essere diverse da quelle dell'uomo che hanno sposato da giovani", ha detto Adrian Negrescu.
A livello dell'Ue, la Romania, con un tasso di divorzi dell'1,5%, si trova alla metà della classifica che ha in testa la Lettonia e la Lituania (col 3,1%) e la Danimarca (col 3,0%). I più bassi tassi di divorzi in Europa si sono registrati a Malta (0,8%) e in Grecia (1,0%).
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