Bucarest ha ospitato la decima edizione del Festival Internazionale del Documentario e della Promozione dei Diritti Umani "One World Romania".
In Romania si è svolta, dal 13 al 19 marzo, la decima edizione del Festival Internazionale del Documentario e della Promozione dei Diritti Umani "One World Romania". Il festival ha portato, in alcuni cinema della capitale romena e al Museo del Contadino Romeno di Bucarest, 50 documentari, attentamente selezionati tra oltre 1300 iscritti. Le proiezioni sono state accompagnate da dibattiti, atelier e mostre. "Affrontiamo insieme le nostre paure!" è stata la parola d'ordine dell'edizione di quest'anno.
"Alla decima edizione del Festival Internazionale del Documentario e della Promozione dei Diritti Umani "One World Romania" parliamo di paura, in generale, e delle sue varie forme nelle società. Viviamo in un mondo globale e tuttavia tendiamo a tornare nel passato, a tracciare nuovi confini, a chiuderci tra le mura. Politici corrotti dall'intero mondo aprofittano delle nostre debolezze e delle nostre paure, sfruttandole. I più deboli di noi sono vessati ogni giorno dai più forti. Alcuni di noi più decisi vanno controcorrente, sacrificando tutto ciò che hanno. I film del festival One World Romania esplorano le origini dei nostri timori e come possiamo superarle", hanno spiegato gli organizzatori sul sito del festival.
Il festival è stato organizzato dall'Associazione "One World Romania", in partenariato con il Programma Lo stato di Diritto L'Europa Sud-orientale di Konrad-Adenauer-Stiftung, e col sostegno, tra l'altro, del Centro Nazionale romeno della Cinematografia, della Rappresentanza della CE in Romania, dell'Istituto di Investigazione dei Crimini del Comunismo e la Memoria dell'Esilio Romeno e l'Ufficio in Romania dell'Organizzazione Internazionale per la Migrazione.
Il tema generale del festival One World Romania è stato illustrato con l'aiuto delle bambole russe. Ciascuna delle dieci bambole hanno rappresentato un'edizione del festival, ma anche una raffigurazione della paura. Le bambole divorano l'una l'altra fino all'ultima - la Matrioska madre, grande e buona, che contiene e doma tutte le altre.
Tra i documentari presentati all'edizione 2017 anche 6 produzioni romene - 3 alla sezione "Romania On the Move" e 3 progetti in corso alla sezione "Romania Work-in-progress". Il documentario "La fratellanza", di Cătălin Farcaş, racconta, nell'ambito della sezione "Romania On the Move", la storia dell'unico club calcistico romeno che ha un portiere con disabilità e un CT di colore. È più che una storia sullo spirito del calcio, è un documentario che racconta come nella Romania divisa di oggi è possibile associarsi per una passione comune. "La Fratellanza" è presentato in prima europea al festival One World Romania.
Un altro documentario interessante presentato al Festival Internazionale del Documentario e dei Diritti Umani "One World Romania" è stato "Verza, patate e altri demoni", con la regia di Şerban Georgescu, che vanta una nomination ai Premi Gopo 2017, che premiano i valori del cinema romeno. Il documentario esplora la dinamica paradossale dell'agricoltura romena praticata in un paesino, dove 1000 piccoli agricoltori producono annualmente più di quanto possono vendere. Il regista è diventato agricoltore, accanto ai protagonisti del suo documentario, per cercare di capire le origini della crisi.
Alla sezione "Romania Work-in-progress", il pubblico ha potuto vedere, tra l'altro, il documentario "Circuito", co-prodotto da Monica Lăzurean Gorgan, che parla degli sfruttamenti forestali, di persone dall'intera Romania che vivono dello sfruttamento delle foreste e di un uomo che inizia un viaggio per salvare la foresta e, segretamente, l'intero mondo.
Nel cartellone del festival di Bucarest si è ritrovata anche la produzione italo-romena-britannica "Ha cominciato a piovere", la cui regia è firmata da Michele Lancione. La sua proiezione, in prima internazionale, ha avuto luogo il 17 marzo alla presenza del regista. Michele Lancione è etnologo e geografo urbano interessato alla marginalità, alla diversità e all'attivismo. Attualmente è il titolare del corso di Geografia Umana all'Università di Cardiff.
Il suo documentario riporta in discussione la questione del diritto di abitazione nel contesto di uno stato disfunzionale che rifiuta di proteggere i suoi cittadini più vulnerabili. Il regista abbina sequenze girate durante gli sfratti in strada Vulturilor di Bucarest (tra il 2014-2016) con spiegazioni degli specialisti ed attivisti impegnati nel sostenere gli sfrattati.
"Ha cominciato a piovere è il primo documentario sugli sfratti forzati di Bucarest, che ho scritto e diretto dopo due anni di ricerca etnografica sul campo, attivismo e impegno a favore degli sfrattati nella città. Il documentario racconta la storia della comunità di Strada Vulturilor (circa 100 persone), che hanno vissuto nelle strade di Bucarest da settembre del 2014 fino a giugno del 2016, per opporsi allo sfratto forzato dalle proprie abitazioni, mettendo in atto la più lunga e più visibile protesta per il diritto di abitazione nella storia della Romania contemporanea. Le vicissitudini di questa comunità sono presentate assieme ad una serie di interviste con attivisti, studiosi e politici, formando un quadro che lascia intravvedere la discriminazione razziale, il fenomeno dei senzatetto, gli sfratti, ma anche forme di base di resistenza e cambiamento sociale", spiega il regista Michele Lancione.
Il 18 marzo è stata proiettata, al Festival "One World Romania, anche la coproduzione italo-francese "Liberami", con la regia di Federica Di Giacomo, Best Film al Festival di Venezia, sezione Orizzonti, 2016. Federica Di Giacomo ha debuttato nel lungometraggio documentarionel2006 conThe Cave Side of Life, per il quale è stata insignita dei premi CIPUTTI e Avanti al Festival di Torino. È stata, inoltre, insignita del premio Solinas per la sceneggiatura del filmLiberami,scritta in collaborazione con Andrea Sanguini.
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