La Romania ha una crescita economica forte, ma basata ancora sul consumo, è del parere il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu.
La Commissione Europea ha rivisto al rialzo, al 4%, le stime sull’avanzo dell’economia romena quest’anno, nel contesto in cui, a maggio, indicava una crescita del PIL del 3,3%. Si mantiene, però, una differenza significativa tra le previsioni della Commissione e quelle delle autorità di Bucarest, che hanno costruito il budget basandosi su una crescita del 5,5%. Secondo le previsioni economiche d’estate dell’esecutivo comunitario, l’anno prossimo la crescita si tempererà e ammonterà al 3,7%. Il principale motore dell’economia è rimasto il consumo privato, stimolato dagli aumenti salariali. Gli investimenti sono saliti, soprattutto grazie alla ripresa dell’edilizia dovuta anche alle misure fiscali. Per quanto riguarda l’inflazione, la Commissione prevede che ammonterà al 4,2% quest’anno e al 3,7% l’anno prossimo. La Romania ha una crescita economica forte, ma basata ancora sul consumo, è del parere anche il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. Alla presentazione del rapporto annuale della Banca Centrale, Isărescu ha attirato l’attenzione che l’avanzo dell’economia è sostenuto meno dagli investimenti, mentre l’export netto ha avuto un contributo negativo molto maggiore rispetto all’anno 2017.
Mugur Isărescu: „Abbiamo una crescita economica o un assorbimento interno oltre ciò che può offrire l’economia. Il consumo è stato stimolato oltre quello che può dare l’economia e una parte di questo aumento della domanda, dovuto agli aumenti salariali, alla stimolazione della domanda di consumo, non è stata coperta dalla produzione interna, ma dall’import. Il bilancio consolidato si è mantenuto inferiore al 3%, ma ogni volta, a cominciare dal 2016, 2015, ed è stato l’ultimo anno in cui abbiamo raggiunto l’obiettivo di deficit strutturale, intorno al margine del 3%. Le spese di bilancio, salariali e di investimenti vanno in direzioni opposte”.
Mugur Isărescu si è detto, d’altra parte, contento della bassa volatilità della moneta nazionale, come pure del livello di indebitamento. Il debito non è aumentato come percentuale nel PIL, ammontando al 35%, tra i più bassi nei Paesi europei. Mugur Isărescu: „Nonostante le previsioni negative, non è aumentato come percentuale nel PIL. È vero che ciò ha contribuito anche al rapido aumento del PIL. Con un debito pubblico del 35% del PIL, ci piazziamo verso la coda positiva dell’Europa, siamo uno dei Paesi con il più basso debito pubblico dell’Unione Europea ed è bene che non registriamo un regresso in questo settore”.
Lo notano anche le agenzie di rating, fatto che agevola i grandi prestiti sui mercati internazionali, a costi relativamente bassi, notava il governatore della Banca Centrale. Il problema è, stando a Isărescu, come vengono utilizzati i soldi e perché aumenta il deficit. Per quanto riguarda invece l’inflazione, egli ha precisato che, dopo una crescita nella prima metà dell’anno scorso, il tasso annuo è arrivato verso la fine dell’anno al livello registrato a dicembre 2017. A capo della Banca Centrale da quasi 3 decenni e riconfermato di recente nella carica, Mugur Isărescu ha affermato che la Romania ha una banca centrale credibile, solida a livello internazionale e con buone realizzazioni finanziarie.
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