Gli Stati dell’Unione Europea che si allontanano dai suoi valori fondamentali potrebbero rimanere senza fondi comunitari.
Il Parlamento Europeo ha votato ieri una risoluzione che contiene proposte per un meccanismo volto a proteggere e a consolidare la democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali. Il motivo è semplice: gli attuali meccanismi di controllo della salute della democrazia sul territorio dell’UE non sono più sufficienti, perché non sono abbastanza coercitivi quando i governi non osservano le regole. Nella risoluzione, il legislativo comunitario ribadisce la preoccupazione per “l’ascensione e la penetrazione di alcune tendenze autocratiche e illiberali”, amplificate anche dalla crisi provocata da COVID-19, nonché per „la corruzione, la disinformazione e il sequestro dello stato” in più Paesi dell’Unione.
Nel documento si afferma che l’UE non dispone degli strumenti necessari per far fronte a una crisi continua e senza precedenti dei suoi valori fondamentali, e viene data come esempio l’incapacità del Consiglio di fare progressi concreti nelle procedure avviate contro l’Ungheria e la Polonia. Perciò, stando al Parlamento Europeo, c’è bisogno di raccomandazioni Paese specifiche atte a far scattare il meccanismo di tutela dei valori europei, le procedure di infrazione e una condizionalità per quanto riguarda l’accesso ai fondi europei.
Il PE propone quindi un accordo istituzionale su un “Ciclo annuale di monitoraggio dell’osservanza dei valori dell’Unione”, che includerà aspetti preventivi e correttivi in base alle specifiche raccomandazioni Paese, con calendari e obiettivi legati a misure concrete, procedure di infrazione e condizionalità di bilancio. Le proposte dovrebbero consolidare e completare i meccanismi esistenti, come il recente rapporto della Commissione Europea sullo stato di diritto. La mancata soluzione di alcuni problemi seri individuati potrebbe portare a misure correttive specifiche.
Per riassumere, il Parlamento Europeo propone che gli stati che non osservano i valori europei e il liberalismo di tipo europeo non abbiano più accesso ai fondi di una comunità basata appunto sui principi trasgrediti dagli stati in questione. Il Parlamento approverà il bilancio per il periodo 2021-2027 solo se ci sarà un meccanismo concreto di condizionamento che permetta di diminuire o sospendere il finanziamento da parte dell’Unione, nell’eventualità in cui un Paese membro non osservasse i principi dello stato di diritto.
Presi di mira dalle procedure dell’Unione per i loro tentativi di subordinare politicamente la giustizia e i media pubblici, i regimi conservatori di Ungheria e Polonia hanno minacciato di bloccare il futuro bilancio pluriennale dell’UE e il fondo europeo per la ripresa post-pandemia il cui valore ammonta a 750 miliardi di euro, se verranno introdotte condizionalità relative allo stato di diritto. Nell’Europa orientale ex-comunista c’è la tendenza di reinterpretare le regole nel proprio interesse. Anche se non sono state ancora avviate procedure di infrazione nei loro confronti, la Romania, la Bulgaria e la Slovacchia sono state criticate per la corruzione, mentre l’ex governo di sinistra di Bucarest per modifiche perniciose apportate alle leggi sulla giustizia.
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