Astronomia nello spazio romeno

astronomia nello spazio romeno L'universo ha sempre esercitato un fascino irresistibile sull'essere umano, a prescindere dal grado di civiltà della società e di educazione degli individui.

Il cielo, l'universo ha sempre esercitato un fascino irresistibile sull'essere umano, a prescindere dal grado di civiltà della società e di educazione degli individui. Al cielo è legato il volo, quanto più in alto, per scoprire che c'è di là, quel "di là" che è da sempre il mistero che stuzzica la curiosità umana. La nostra percezione sul cielo e l'universo al di là di ciò che vediamo con i nostri occhi o con l'aiuto degli apparecchi e strumenti è una delle più attraenti storie del mondo. Altrettanto sinuosa, piena di imprevedibilità e ambiguità è la storia dell'astronomia nonostante le scoperte fatte.


L'attuale rappresentazione dell'astronomia, la scienza dello spazio cosmico, è quella legata ad un conflitto irremediabile tra scienza e religione. L'uomo contemporaneo è convinto che l'universo e Dio non possono coesistere, che il ragionevole e l'irragionevole non possono funzionare simultaneamente. Ma la storia dell'astronomia ci dice che, al contrario, il più delle volte possiamo parlare di uno sforzo comune degli scienziati che spesso erano chierici. Anche nello spazio romeno l'astronomia è andata insieme alla religione, il primo astronomo essendo ritenuto il frate Dionigi  l'Esiguo (exiguus) che visse nei secoli quinto-sesto a Tomi, l'odierna Costanza. Gli astronomi lo ritengono inventore dell'era cristiana. Fu quello che introdusse l'uso di contare gli anni del mondo a partire dalla nascita di Cristo. Eccellente conoscitore del greco e del latino, a Dionigi l'Esiguo si deve un trattato di dogmatica cristiana. L'astronoma Magda Stavinschi considera Dionigi l'Esiguo uno dei grandi nomi della storia dell'astronomia, autore di una performance scientifica importante.


"Anche sui territori romeni ci sono state testimonianze delle preoccupazioni per lo studio dell'Universo, del mondo in cui viviamo, dal punto di vista scientifico, senza che le rispettive persone fossero credenti o teologi. Forse l'esempio più noto è Dionigi l'Esiguo o Dionigi il Piccolo o Dionigi il Pio che visse in Scizia Minore, a Tomi, l'odierna Costanza. Nel 525 pubblicò il Libro della Pasqua (Liber de Paschatae). A me sembra che questo Dionigi il Piccolo fu due volte un genio. Innanzittutto perchè a 500 anni dalla nascita di Gesù lui stimò con un errore di 4-7 anni la sua data di nascita. Se noi, con le attuali tecnologie e informazioni storiche e via dicendo non abbiamo potuto stabilire con precisione quella data, mi sembra che Dionigi fosse stato un uomo speciale. Era non solo un monaco, non solo invitato dalla Cùria papale a stabilire un calendario in cui l'equinozio e la Pasqua non fossero più cosi' lontani l'uno dall'altra com'era successo in quel secolo. Il fatto che egli riusci' con le sue cognizioni di storia, di lingue straniere - e all'epoca non si parlava un'unica lingua - di matematica e astronomia a stabilire con una simile precisione la data di nascita di Gesù fu una performance. Egli fece si' che la data di nascita di Gesù Cristo fosse riconosciuta su piano mondiale a prescindere dalla religione. Se la gente non conosce altri dati storici, conosce almeno la data di nascita di Gesù", ha raccontato Magda Stavinschi.


Anche nello spazio romeno, come in quello dell'Europa Occidentale, i monasteri furono centri di cultura ed educazione prima della modernità del 18esimo secolo. Allo studio del cielo nella premodernità romena è legato il nome del principe Costantino Brancovan (1688-1714), comittente di chiese e sostenitore delle tendenze artistiche della sua epoca. Ma Brancovan fu anche sostenitore della scienza.


"Saltando i secoli, all'epoca di Costantino Brancovan visse un personaggio molto interessante, Hrisant Notara. Era un greco, a quell'epoca molti dei professori e letterati venivano da là, fu chiamato da Costantino Brancovan come maestro dei suoi figli. All'epoca Brancovan faceva ciò che facciamo anche noi oggi, inviava i figli a studiare all'estero. Li mandava alle più note università del mondo. Nel 1667, apparve l'Osservatorio astronomico di Parigi, fondato da Ludovico XIVesimo, sotto la direzione di un italiano che avrebbe acquisito un nome francese, Jean Dominic Cassini. Questo Cassini collaborò direttamente con Hrisant Notara inviato da Brancovan e nel 1716 Hrisant Nottara pubblicò un libro, Introductio ad geographia et sphaeram che ha capitoli di trigonometria, astronomia e scienze. Potremmo dire che è il primo libro scientifico pubblicato sui territori romeni. Hrisant Notara fu uno scienziato, fece osservazioni, io personalmente ho trovato le sue firme sulle Effemeridi  dell'Osservatorio di Parigi, c'è stato anche all'Osservatorio di Padova, a Londra, e a quanto pare anche a Mosca. Ciononostante, sali' nella gerarchia ecclesiastica fino all'incarico di patriarca di Gerusalemme. Egli fece un compromesso, presentò sia il modello di Tolomeo, che il modello di Copernico come due varianti di interpretazione dell'Universo. Secondo me è un compromesso perchè qualcuno che lavora per l'Osservatorio astronomico di Parigi, per quello di Padova o Londra non può non rendersi conto che il modello di Copernico è quello vero", ha detto Magda Stavinschi.


L'astronomia nello spazio romeno è stata una passione, ma anche uno sforzo scientifico di una serie di persone che cercavano spiegazioni per loro e per quelli intorno a loro sul mondo fisico e su quello spirituale. Il conflitto tra scienza e religione è stato, in fatti, in Europa e nei Principati Romeni, lo stesso tipo di ricerca.



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Publicat: 2019-03-12 18:55:00
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