Critiche e raccomandazioni della Commissione di Venezia

critiche e raccomandazioni della commissione di venezia La Commissione di Venezia raccomanda al Governo di Bucarest di rinunciare ai decreti-legge nel campo della giustizia.

Gli elementi problematici nella riforma della giustizia in Romania, segnalati sin dall'anno scorso, sia sono rimasti non rimediati, sia si sono aggravati nel 2019. È ciò che constata, con rimpianto, la Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d'Europa in materia di diritto costituzionale, in un documento adottato ieri. La Commissione muove nuove critiche alle modifiche del 2018 nella legislazione sulla giustizia e fa un appello alle autorità romene affinchè limitino drasticamente l'emanazione di decreti-legge in questo campo. La pratica di modificare le leggi sulla giustizia tramite decreti-legge - si mostra nelle conclusioni dell'organismo europeo - indebolisce la possibilità di verifica del Governo, è contraria al principio della separazione dei poteri nello stato e mette in pericolo la stabilità legislativa. Per quanto riguarda la Sezione speciale per l'Investigazione dei Reati nella Giustizia, creata di recente, gli esperti della Commissione affermano che i motivi per la sua istituzione restano poco chiari. Inoltre, richiamano l'attenzione sul fatto che questa rischi di essere un ostacolo nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato.

 

A Bucarest, l'Opposizione e le associazioni dei magistrati percepiscono questa sezione come uno strumento di intimidazione dei procuratori e dei giudici e considerano sia necessaria la sua chiusura. Gli esperti della Commissione di Venezia constatano anche il fatto che il ministro della Giustizia continui a svolgere un ruolo decisivo nella procedura di nomina e revoca dei procuratori-capo, senza che il presidente del Paese e il Consiglio Superiore della Magistratura abbiano il potere di controbilanciare le sue decisioni. La Commissione precisa di restare a disposizione delle autorità romene e della Commissione di monitoraggio dell'Assemblea Parlamentare per assistenza supplementare. Il presidente romeno Klaus Iohannis crede che gli aspetti constatati dalla Commissione di Venezia consolidino la conclusione che lo strumento dei decreti-legge sia stato usato abusivamente dal Governo, senza un dibattito autentico nel Parlamento sulle misure perseguite e senza una consultazione effettiva dei rappresentanti del sistema giudiziario.

 

Le modifiche intempestive in un campo cosi' delicato e la mancanza di un controllo effettivo di costituzionalità dei decreti-legge non solo turbano l'intero sistema, ma intaccano l'essenza stessa dello stato di diritto: la sicurezza dei rapporti giuridici e la prevedibilità legislativa, nonchè il principio della separazione dei poteri nello stato, sottolinea il capo dello stato. Questi afferma che il messaggio trasmesso dalla Commissione di Venezia è chiarissimo: i governanti hanno il dovere di rimediare i danni recati al sistema giudiziario, mettendo subito e integralmente in applicazione le raccomandazioni degli appositi organismi europei. Ricordiamo che il presidente romeno è stato il promotore di un referendum sulla giustizia organizzato in concomitanza con le recenti europee. Una maggioranza schiacciante di cittadini romeni è stata d'accordo con il divieto di amnistia e grazia per i reati di corruzione e con il divieto di adozione dal Governo dei decreti-legge riguardanti i reati, le pene e l'organizzazione giudiziaria.  

 

 

 


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Publicat: 2019-06-25 16:44:00
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