Il Senato romeno ha adottato un’iniziativa cittadina di revisione della Costituzione in cui la famiglia sia definita come il matrimonio tra un uomo e una donna. Il progetto legislativo ha bisogno di validazione tramite referendum.
La plenaria del Senato romeno, come istituzione decisionale, ha adottato martedì, a larga maggioranza, il progetto legislativo che si propone di rivedere la Costituzione e ridefinire la famiglia precisando che è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e non tra coniugi, come adesso. A maggio 2017, il progetto era stato approvato dalla Camera dei Deputati. L’iniziativa cittadina appartiene ad un’ampia coalizione di organizzazioni e associazioni cristiane, sostenuta con entusiasmo dalla Chiesa ortodossa maggioritaria. La rispettiva coalizione non ha nascosto che desidera la modifica dell’articolo costituzionale che definisce la famiglia per bloccare qualsiasi possibilità di rendere legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Gli iniziatori hanno raccolto tre milioni di firme a favore della proposta. Dopo aver percorso l’iter legislativo, è necessario che l’iniziativa sia validata tramite referendum, in ottobre.
I dibattiti nel Parlamento hanno riconfermato che la Romania è il Paese dei paradossi. Si sono detti a favore, invocando la tradizione cristiana bimillenaria e suggerendo che l’omosessualità sia un peccato, il Partito Socialdemocratico, appartenente ad una famiglia ideologica sensibile piuttosto ai problemi delle minoranze e propensa verso la tolleranza e l’inclusione, ma anche il suo alleato al potere, l’ALDE, di orientamento liberale, attaccato, in teoria, ai diritti e alle libertà civili, come pure il grande partito liberale all’opposizione, il PNL, dal quale solo alcuni senatori si sono astenuti. Sempre a favore ha votato anche l’UDMR, senza profilo ideologico. L’unica formazione a votare contro è stata l’USR, la quale ha ammonito che si tratta di un referendum inutile per il Paese, che non porterà alcun miglioramento nella vita dei romeni, però rischia di dividere la società.
Una piccola protesta contro la ridefinizione della famiglia nella Costituzione si è già svolta nel centro di Bucarest. Anche i rappresentanti dell’Associazione ACCEPT, che difende i diritti delle minoranze sessuali, hanno reagito affermando che, tramite il voto espresso martedì, il Senato, citiamo, "alza l’omofobia ad un valore statale e sacrifica la protezione costituzionale per numerose famiglie romene". Il voto – accusa ACCEPT – rappresenta una trasgressione del diritto alla vita privata e di famiglia, un diritto inalienabile che appartiene a tutte le persone a prescindere dal sesso o dall’orientamento sessuale, in conformità alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. È un monito serio.
Di recente, la proiezione, in una sala cinematografica di Bucarest, di un film pluripremiato sulla lotta per i diritti delle minoranze sessuali nella Francia degli anni ‘80, è stata interrotta da un gruppo fondamentalista ortodosso, che ha manifestato con aggressività la sua omofobia. Il dibattito che precederà il referendum dimostrerà se la società romena è capace di cambiare e modernizzarsi, senza abbandonare le tradizioni evocate eccessivamente a scopo strumentalizzante e propagandistico. È anche un esame per i politici romeni che, però, stanno per essere bocciati. Il voto nel Senato ha dimostrato chiaramente: le confusioni ideologiche, i tentativi di confisca dei temi delicati e di sfruttamento degli stessi a scopo populista, elettorale, la collisione con i valori e i principi dichiarati sono diventati una regola.
Useful Links
Copyright © . All rights reserved