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Come pensano i giovani in un anno elettorale

Foto: facebook.com/tineriivoteaza

In un anno elettorale estremamente importante – segnato dalle elezioni presidenziali, europee, amministrative e politiche-, il gruppo civico „I giovani votano” ha commissionato un sondaggio demoscopico per verificare quale sia lo stato d’animo degli elettori tra i 18 e i 35 anni. Condotta tra il 9 e il 14 marzo su un campione di 800 intervistati, la ricerca non porta risultati incoraggianti: la stragrande maggioranza dei giovani crede che il Paese stia andando nella direzione sbagliata e non si fida della democrazia in Romania, e il 23% voterebbe per un partito estremista. Răzvan Petri, coordinatore del gruppo civico „I giovani votano”, analizza l’atteggiamento dei suoi coetanei nei confronti della politica. „La cosa più importante è tenere conto del fatto che i giovani pensano che la Romania stia andando nella direzione sbagliata. Ne è convinta la stragrande maggioranza, il 68%. Di più: il 79% ritiene che non ci si possa fidare della democrazia nel nostro Paese. Quindi c’è un grosso problema quando si tratta di fiducia nelle basi democratiche in Romania, e soprattutto, c’è una fiducia molto bassa nelle istituzioni politiche e nei partiti politici, cioè nel Parlamento, nel Governo e nei partiti. Non abbiamo fiducia negli strumenti con cui dovremmo lavorare per prendere buone decisioni nel futuro. E questo è molto pericoloso, perché la tendenza è che, senza fiducia negli strumenti democratici, ci si rivolga ad altri strumenti che escono da questa sfera del gioco democratico.”

Ma la preferenza per gli strumenti che escono dal quadro democratico può essere spiegata dalla delusione per il modo in cui funzionano le istituzioni democratiche in Romania. In altre parole, se le nostre pratiche democratiche sono carenti, i giovani capiscono che, da un punto di vista teorico, la democrazia stessa è disfunzionale. Tuttavia, l’Unione Europea gode di maggiore fiducia tra i giovani rispetto alle istituzioni nazionali, ma il modo complesso in cui funziona l’UE non è abbastanza conosciuto. Alla fine tutto dipende dall’istruzione, ritiene Răzvan Petri. „I giovani, purtroppo, non sanno veramente come funzionano le istituzioni e questo in qualche modo contribuisce alla confusione che hanno su come funzionano i meccanismi politici in Romania. Purtroppo l’educazione civica si fa solo fino al liceo, e questo si avverte perché, quando i giovani si avvicinano all’età per votare, non hanno più alcun tipo di preparazione per questo importante passo. Allo stesso modo, per quanto riguarda la situazione a livello europeo, le cose sono ancora più confuse, perché l’Unione Europea è molto complessa e molto complicata. Anche tra i nostri politici, ci sono alcuni che a volte preferiscono mantenere la confusione sul funzionamento dell’Unione Europea in modo da poter incolpare quelli di Bruxelles quando qualcosa va storto o non riescono a mantenere le promesse.”

Anche la delusione o addirittura la disperazione per il cattivo funzionamento delle istituzioni romene, che porta a profondi problemi socioeconomici, spiegano la preferenza dei giovani per un regime autoritario, continua Răzvan Petri. „Non vogliono più i partiti in Romania, non vogliono quello che esiste adesso e per questo vediamo anche la preferenza per la mano forte per risolvere i problemi, perché i giovani sono anche impazienti. Vogliono un cambiamento molto più veloce delle persone con esperienza, che capiscono che le cose accadono più lentamente, e poi vogliono il pugno di ferro per risolvere i problemi e dicono: “Basta, qui interveniamo noi, non lasciamo più che tutti questi gargarismi politici occupino il nostro tempo”. Ed è qui che entrano in gioco i partiti antisistema, che dicono che se andranno al governo, risolveranno tutti i problemi della Romania. Molti giovani della categoria di coloro che votano per partiti di estrema destra non necessariamente sono in risonanza con messaggi estremisti o che vanno un po’ oltre il quadro democratico. Ma votano con questi partiti perché promettono un cambiamento. Promettono che faranno vedere loro ai politici che non sono riusciti a dare un’opzione ai giovani.”

Questo fallimento è implicitamente riconosciuto anche dai giovani che già stanno progettando di emigrare dalla Romania per cause socio-economiche irrisolte da molti anni. Razvan Petri: „Nelle prime quattro opzioni relative ai loro problemi, ne troviamo due di natura economica: la mancanza di opzioni sul mercato del lavoro e la scarsa qualità dell’istruzione. I giovani romeni sono tra i più poveri d’Europa, addirittura i più poveri, se guardiamo le statistiche Eurostat, secondo le quali la Romania è il paese con il maggior numero di giovani a rischio povertà ed esclusione sociale. Un giovane su tre è a rischio di esclusione sociale e povertà. Queste cose si vedono e ne sono consapevoli. Si tratta di problemi che non sono stati risolti in tempo e che sono diventati più acuti, tanto che la Romania è diventata un paese profondamente disuguale, il quarto più disuguale nell’Unione Europea. Molti pensano di emigrare permanentemente o temporaneamente. Ed è una tendenza che si è mantenuta per molto tempo perché la Romania non è ancora vista come un paese con opportunità. Anche se sono comparse prima, non hanno ancora raggiunto il livello per cui si possa dire che i giovani possano trovare qui uno standard di vita simile a quello occidentale.”

Categories: La società
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