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Veronica

Fonte foto: facebook.com/ClinicaVeronica

Si chiamava Veronica Popa ed era una delle tante madri single senza mezzi finanziari in Romania. Le era stato diagnosticato un cancro in stadio avanzato, ma senza documenti d’identità, né assicurazione medica, non ha potuto beneficiare delle cure. Fino a quando il suo problema con le pratiche burocratiche e’ stato risolto, Veronica si e’ spenta… il 26 febbraio 2021. Ha lasciato dietro cinque figli. È il desiderio del sacerdote Dan Damaschin, che ha fatto del suo meglio per aiutarla: il desiderio di venire in aiuto alle persone in difficoltà che necessitano di cure mediche.

Parroco della Chiesa dell’Ospedale di Ostetricia e Ginecologia “Cuza Vodă” di Iasi, padre Damaschin ci ha raccontato: “Ho studiato medicina. In passato ho lavorato come assistente medico, mentre studiavo anche teologia, poi nelle parrocchie rurali prive di un minimo di assistenza medica, ho lavorato parallelamente come assistente medico e assistente farmacista, perché la gente veniva alla casa del parroco dove ho anche allestito un punto farmacia. E, arrivando a Iași, in un ospedale ostetrico, ho sfruttato appieno questa esperienza socio-sanitaria, tanto che volevo che tutte le mamme, provate dalla povertà e dal dolore, non solo fossero nutrite e riscaldate, loro e i loro bambini protetti da un tetto sopra la testa, ma potessero anche occuparsi dei loro problemi di salute, perché dal loro benessere dipende tutto il benessere dei bambini e, attraverso loro, dell’intera comunità. Purtroppo, lungo il tempo, sebbene mi mettessi quasi in ginocchio in tutti gli ospedali, nelle cliniche private, negli ambulatori, ho perso anche tante, tante battaglie. E qui mi riferisco alle mamme che sono andate in Paradiso, perché non abbiamo avuto sufficienti risorse, perché non abbiamo avuto abbastanza tempo, arrivando troppo tardi, o non abbiamo avuto persone che ci sostenessero nelle prove che queste persone hanno dovuto affrontare.”

È così che al sacerdote Dan Damaschin è venuta l’idea di un luogo dove le madri in difficoltà non solo possano essere curate e aiutate, ma anche accolte con grande dignità! E alla trasformazione di un albergo abbandonato nella prima clinica medico-sociale della Romania, destinata esclusivamente ai poveri, è mancato solo un passo. “Veronica è il simbolo di tutte le mamme, direi. È stata lei, infatti, a spingerci ad andare oltre e a passare ad un altro livello, dall’idea all’azione, e allo stesso tempo a identificare il luogo in cui potremmo allestire l”ospedale e, sì, un po’ più di risorse, in modo da poter avviare il progetto in modo chiaro. Abbiamo pensato a quale sarebbe stato il nome di questo progetto, perché vuoi che quel nome rimanga e raccolga intorno a se molto energia. Mi sono rivolto ad amici molto preparati, che mi hanno proposto tanti nomi dall’area delle lingue classiche, dall’area della lingua inglese, che piace molto ai giovani, ma pensando comunque ai figli di Veronica e quello che ha fatto per la famiglia, per la comunità, per la chiesa, alla fine ho detto “non è possibile, Veronica deve rimanere nella nostra memoria, deve ispirarci” e ho scelto il nome di Veronica, ripeto, come simbolo di ogni madre che per i suoi figli rinuncia alla carriera, rinuncia molto, molto spesso alla sua vita personale e vive nella privazione, solo per offrire felicità e vedere crescere i suoi figli. ”

I lavori, dunque, all’ospedale Veronica – prosegue padre Damaschin – sono iniziati nel 2021. “Sappiamo benissimo che, durante la pandemia, sono stati tanti gli ospedali che hanno preso fuoco e le persone ricoverate con la polmonite sono tornate a casa nelle bare, carbonizzate. Ciò ha portato al cambiamento di molte regole nel rilascio dei permessi antincendio, sul fronte della protezione civile, e ci siamo ritrovati con un progetto che doveva essere approvato secondo le nuove leggi, nella situazione in cui a Bucarest, su 20 ospedali, solo uno è autorizzato dall’Ispettorato per le Situazioni di Emergenza. .Abbiamo dovuto triplicare il budget per questo progetto, così che, al momento, l’edificio che ospita la clinica Veronica è un edificio con i più alti standard di sicurezza, dove abbiamo – a partire dal tetto, dalle coibentazioni, dalle finestre – sensori antincendio e idranti di ogni genere da molte, molte centinaia di migliaia di euro, scala esterna, ascensore e impianti ultra performanti. Che ne sia valsa la pena o meno, Dio lo sa! Ma volevamo che fosse il meglio per le nostre mamme e così siamo andati avanti.”

Inaugurata quest’anno l’8 marzo, la clinica Veronica si sviluppa su cinque piani distribuiti su una superficie di 250mq ciascuno. Al piano terra c’è una farmacia da dove i pazienti poveri usciranno con medicinali gratuiti, così come il reparto di imaging, con le “perle” delle attrezzature: risonanza magnetica e TC. Al primo piano si trovano i reparti di cardiologia e ginecologia, anch’essi dotati di apparecchiature ad alte prestazioni, e al secondo piano gli studi di medicina di famiglia e specialità come medicina interna, diabetologia, pneumologia o nefrologia. Ma continuiamo la visita assieme al sacerdote Dan Damaschin! “Al terzo piano siamo andati nel reparto delle specialità chirurgiche e qui, sì, siamo contenti di avere anche un reparto odontoiatrico, purtroppo solo con due poltrone, ma con una sala radiologica dentale.,. Disponiamo anche di microchirurgia, otorinolaringoiatria e oftalmologia… E al quarto piano abbiamo allestito la sezione di pediatria, dove abbiamo anche consulti di neuropsichiatria, ma anche la cappella di Santa Veronica, dove i pazienti riceveranno consulenza spirituale. Tutti i nostri pazienti avranno accesso ad un pasto caldo, per il semplice fatto che la maggior parte di queste persone vengono in un centro medico, ma non hanno nemmeno i soldi per una ciambella, e quindi vogliamo non solo rendere la loro permanenza piacevole, ma anche mostrare loro che confortati, nutriti e curati possono riconquistare la fiducia nelle persone, possono ritrovare la salute e la dignità.”

All’ospedale Veronica lavoreranno sia dipendenti a tempo indeterminato pagati con donazioni, sia personale medico che, su base volontaria, mette le proprie conoscenze ed esperienze professionali a disposizione dei poveri. Bisogna inoltre sapere che i soldi per trasformare l’albergo abbandonato in un ospedale e dotarlo di attrezzature provengono esclusivamente da donazioni e sponsorizzazioni provenienti da Iași, dal Paese, ma anche dall’esterno. Sono già stati spesi oltre 3 milioni di euro, su un totale stimato a 4,5 milioni. “Resta da lottare, da lavorare per ripagarli”, racconta il sacerdote Dan Damaschin, conosciuto in Romania per tante altre azioni di beneficenza. “A nome dei 10.000 bambini sempre aiutati, delle 3mila mamme che hanno bisogno di aiuto, vi ringraziamo per la vostra attenzione e per esserci stati vicini, portando avanti la buona notizia della misericordia cristiana!”

Categories: La società
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