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Degustazione a Cotnari

Iniziamo il nostro viaggio virtuale con una via del vino, verso il nord-est del Paese, in provincia di Iaşi e ci fermiamo a Cotnari, uno dei più grandi borghi della Moldavia del 1560. A Cotnari la tradizione del vino si intreccia con la storia dei luoghi, come ci ha raccontato Mihaela Turturică, ingegnera enologa: “Il vigneto esiste da 2000 anni, c’è anche una fortezza geto-dacica nella zona, sul colle Cătălina, che attesta la presenza di oltre 2 mila anni della cultura di vite. Al momento abbiamo 1750 ettari di vite, dove coltiviamo soprattutto varietà per vini bianchi, in pratica tutte le varietà romene: Frâncuşă, Fetească albă, Grasă de Cotnari e Tămânioasă Românescă. Abbiamo anche una piantagione giovane di Busuioacă, per vini rosé e una di Fetescă Neagră, per vini rossi.” 

Mihaela Turturică ci ha accompagnato alla cantina: “Ci troviamo a 12 metri sotto terra, la temperatura è di 10-12 gradi Centigradi ed è costante tutto l’anno. Abbiamo 15 stanze, di cui la leggenda dice che fossero utilizzate da Stefano il Grande. Da qui il vino può avere due destinazioni: la linea di imbottigliamento, oppure, i vini considerati i migliori vengono imbottigliati e conservati nella vinoteca, una biblioteca di bottiglie. Si dice che in una bottiglia di vino bevuto c’è la filosofia di tre libri. Quindi vi invito a leggerli. La vinoteca che vedete contiene intorno a 1 milione di bottiglie, la più vecchia essendo del raccolto del 1956. Potete notare la posizione della bottiglia, è messa in orizzontale affinché il liquido sia in permanente contatto con il tappo, proprio per stimolare questi scambi che portano alla formazione del bouquet, poiché mentre nel caso dei vini giovani parliamo di aroma, nel caso dei vini invecchiati parliamo di bouquet. Vedremo qual è la differenza nel momento della degustazione.”

Una degustazione ha le sue regole. E quasi un rituale di familiarizzazione del visitatore con i vini, accanto a formaggio, pane, uva e altri assaggini. Mihaela Turturică: “Degusteremo quattro vini bianchi e un vino rosso. Per la degustazione dei vini bianchi, usiamo dei bicchieri speciali, di tipo tulipano, più larghi alla base e quanto più stretti al collo, di modo che muovendo leggermente il bicchiere possiamo sentire gli aromi volatili dati dagli acidi volatili del vino. Si dice che alla degustazione partecipino tutti i sensi: perché prima vediamo e notiamo il colore, la limpidezza, dopo che giriamo un po’ il bicchiere, sentiamo l’odore, prendiamo un sorso e lo passiamo per la cavità orale e poi abbiamo due varianti, o lo sputiamo in appositi vasi, o lo inghiottiamo.” 

Sul territorio del villaggio di Cotnari c’è la piattaforma Cătălină, dove si trova una fortezza eretta all’inizio del IV secolo avanti Cristo. È il sito archeologico “La Fortezza di Cotnari”. In seguito agli scavi archeologici, qui sono state rinvenute abitazioni in superficie e seminterrate. Sono state individuate anche tracce di abitazione risalenti ai secoli III – II avanti Cristo. Si segnala, sempre nella zona, la scoperta di alcune tracce di abitazione dal paleolitico e dall’eneolitico (Cucuteni). Vicino alla Fortezza Dacica, con una superficie di 7,6 ettari, si trova la riserva sul Colle Cătălina, formata principalmente da specie di alberi con età comprese tra 150 – 200 anni.

La Chiesa di Santa Parascheva di Cotnari è stata inserita sulla lista dei monumenti storici della provincia di Iaşi dal 2004, come parte del Complesso medioevale “La Corte Principesca”. Del complesso fanno parte anche le rovine del Palazzo Principesco, di cui oggi esistono ancora solo le cosiddette cantine principesche.

Sempre qui si trova anche il Ponte medioevale di Cârjoaia, costruito su ordine di Stefano il Grande (1457-1504), sulla “via del vino” tra Hîrlău e Cotnari, dove c’era il Palazzo Principesco. Il Ponte è attestato nei documenti solo nel 1680. È stato costruito di pietra di fiume scolpita, a quattro archi, e misurava 42 m lunghezza (come si è constatato nel 1845). Nel 1847, il principe Mihail Sturdza (1834-1849) ha disposto la ristrutturazione del ponte con un’unica apertura dell’arco e non con tutte e quattro le volte, com’era prima del 1845. Al momento, non si può più sapere con esattezza quali parti del ponte appartengano alla costruzione originale.

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