Film romeno proposto ai Premi Oscar
Do Not Expect Too Much from the End of the World di Radu Jude è la proposta della Romania agli Oscar.
Eugen Cojocariu, 02.11.2023, 19:46
Un road-movie, ma anche un dramma, una commedia e una satira, ma anche un film di montaggio, un avatar digitale, aneddoti e musica – tutte queste caratteristiche possono essere attribuite al nuovo film del regista e sceneggiatore Radu Jude, Do Not Expect Too Much from the End of the World, la proposta della Romania ai Premi Oscar, i premi della Academy of Motion Picture Arts and Sciences del 2024. Nei ruoli protagonisti, lattrice Ilinca Manolache e lattore non professionista Ovidiu Pîrșan. Il film ha avuto la prima al Festival Internazionale del Cinema di Locarno questanno, dove ha ricevuto il Leopardo dargento – il Premio Speciale della Giuria, Menzione da parte della Giuria Ecumenica e il Primo Premio da parte della Giuria dei Giovani.
Radu Jude è uno dei registi contemporanei più apprezzati a livello nazionale e internazionale, vincitore di vari premi, tra i quali il Festival Internazionale del Film di Berlino, nel 2009, con il suo film di debutto, The Happiest Girl in the World, lOrso dArgento, nel 2015, per il film Aferim! e non in ultimo il lungometraggio del 2018 I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians, il primo film romeno insignito del Globo di Cristallo al Festival di Karlovy Vary.
A ottobre si è svolta la conferenza stampa che annunciava la proposta della Romania agli Accademy Awards. Il team di produzione ha parlato dellavatar digitale che appare nel film, creato proprio dallattrice protagonista. Ilinca Manolache e Radu Jude con particolari in più su questo argomento: Tutto è partito dal mio desiderio di esprimere la frustrazione che sentivo per questo tipo di dinamica che incontravo e continuo a incontrare molto spesso nella nostra società. Io ho preso lidea e quando ho invitato Ilinca a interpretare in questo film – con Ilinca avevo già collaborato in passato, aveva interpretato diversi piccoli ruoli in vari film e ci tenevo tanto a fare insieme a lei un film con un ruolo più importante – ho preso anche lavatar creato da lei, perché mi è sembrato, da una parte, un modo molto intelligente e al limite, con moltissime contraddizioni e, allo stesso tempo, perché il film va in più direzioni, esplora varie zone, una di queste essendo legata proprio alla definizione o al tentativo di cercare di capire cosa significa la creazione di un personaggio e mi è sembrato molto interessante che ci sia un personaggio – interpretato da Ilinca – e che quel personaggio ne crei anche un altro, che è questo avatar. E che è un mix tra la creazione di Ilinca Manolache, la creazione del personaggio, la creazione della piattaforma. E poi, cè anche unaltra cosa che mi ha interessato, forse più di questo: cosa vuol dire unimmagine? Cosa vuol dire la costruzione di unimmagine in rapporto al reale? Quello che si perde con la comparsa di questi tipi di immagini virtuali, e adesso con lintelligenza artificiale questa storia è ancora più complicata. Cè unenergia su queste piattaforme che ci manda un po agli inizi del cinema.
Come ha costruito il regista Radu Jude la parte di road-movie del film, compresa la parte di film di montaggio inserita nel quadro della pellicola, realizzata in stile bianco e nero? Per quanto riguarda la parte in bianco e nero, le cose si sono costruite passo dopo passo, perché la sceneggiatura, per così dire, o il progetto è stato costruito man mano. Questa idea di creare un montaggio che affianchi la principale trama, la storia dellavatar di Ilinca, e poi le immagini di Angela merge mai departe di Lucian Bratu e così via, tutte queste cose si sono aggiunte successivamente, passo dopo passo. Abbiamo deciso di girare non solo in bianco e nero, ma abbiamo anche girato su pellicola da 16 mm, in bianco e nero, forse per una sorta di desiderio di sperimentare uno sport che è in via di estinzione, in un certo modo.
Come ha accolto lattrice protagonista Ilinca Manolache la proposta di questo ruolo e come lha creato? Ilinca Manolache ci ha dichiarato: Per me, la cosa più importante è stata di essere molto attenta a quello che Radu mi chiedeva di fare, essere molto concentrata su ciò che andava fatto durante le riprese. Quando ho letto la sceneggiatura, lho detto più volte, mi sono sentita molto rappresentata, quindi non ho sentito questo personaggio molto lontano da me, questo è molto chiaro. E una cosa di cui sono così orgogliosa e mi rappresenta così tanto che mi chiedo: cosa farò dora in poi? Che forse qualcosa simile a quello che ho fatto qui arriverà forse più difficilmente.
Alla fine, lattore non professionista Ovidiu Pîrșan ha voluto precisare: Voglio dire che per me ha significato molto, cioè è stata forse la più bella esperienza di vita, la prima volta che ho fatto questo. Il ruolo non è stato difficile per me, in un certo modo, perché non so se lo sapete tutti, ma io sono veramente in una sedia a rotelle. Quindi ho raccontato la mia storia, in una variante diversa.