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Il Patto sul clima di Glasgow

Nel mese di novembre l'umanità ha compiuto un nuovo passo in avanti nella lotta ai cambiamenti climatici. Riuntisi in Scozia, i leader mondiali hanno dato il via libera al cosiddetto Patto sul clima di Glasgow.

Il Patto sul clima di Glasgow
Il Patto sul clima di Glasgow

, 26.11.2021, 11:00

Nel mese di
novembre l’umanità ha compiuto un nuovo passo in avanti nella lotta ai
cambiamenti climatici. Riuntisi in Scozia, i leader mondiali hanno dato il via
libera al cosiddetto Patto sul clima di Glasgow, dopo due settimane di
intensi negoziati. Il passo sembra essere uno piccolo, però, se ascoltiamo la
dichiarazione del presidente del vertice COP26, il britannico Alok
Sharma, dichiaratosi « profondamente deluso » dalle modifiche di
ultimo momento nella questione dei combustibili fossili su richiesta della Cina
e dell’India. Si tratta della sostituzione della formula « rinuncia
graduale » al carbone con l’espressione « diminuzione
graduale ». Un accordo mite, debole con l’obiettivo di un aumento della
temperatura di 1,5°C appena vivo, ma è stato inviato un segnale che l’era del carbone sta finendo. E
questo conta, ha dichiarato Jennifer Morgan, di Greenpeace International.


Gli esperti ammoniscono
periodicamente che « ciascun decimo di grado conta », mentre i
disastri legati ai cambiamenti climatici sono già in aumento: alluvioni,
siccità o ondate di calore, con gli inevitabili danni e vittime. A Glasgow è
stata presente anche Roxana Bojariu, climatologa, coordinatrice del Gruppo di
Ricerca sui cambiamenti climatici presso l’Agenzia Nazionale di Meteorologia
della Romania. Le abbiamo chiesto quanto sia seria la situaizone. La
situazione è grave per quanto riguarda il riscaldamento globale e l’ultimo
rapporto del Gruppo intergovernativo per lo studio sui cambiamenti climatici,
il primo volume, pubblicato lo scorso agosto, ha rilevato chiaramente che siamo
in piena crisi climatica. Il secretario
generale dell’ONU ha anche sottolineato che si tratta di un codice rosso
climatico. Gli ultimi sette anni sono stati i più caldi a livello globale di tutte le
misurazioni fatte a partire dalla seconda metà 19esimo secolo. Abbiamo avuto,
ovviamente, anche fenomeni estremi, non si tratta solo di un riscaldamento
graduale. La scorsa estate avete visto che ci ha portato fenomeni straordinari.
Vicino a Vancouver sono stati registrati 49,6 gradi Centigradi. Gli studi
realizzati ulteriormente hanno mostrato che senza l’apporto del riscaldamento
globale non si sarebbe giunti lì e ovviamente che già viviamo l’urgenza
climatica. Gli incendi di vegetazione nell’ovest del Canada, negli Usa, ma
anche in Europa… Avete visto cos’è successo in Grecia. Incendi, ma anche forti
tempeste, perchè parliamo non solo di questo aspetto dell’aumento della
temperatura medi, bensì della modifica di tutte le vie di trasporto del calore
e dell’umidità e abbiamo una quantità maggiore di calore nel sistema a causa
dell’effetto serra intensificato dai gas dovuti all’attività umana, ha
spiegato Roxana Bojariu.




La soluzione dei problemi
ambientali non dipende, il più delle volte, solo dalla buona o cattiva volontà
dei decisori, ma anche dai costi e dalle alternative. Perciò, un argomento
importante delle discussioni accese di Glasgow è stato il finanziamento delle
trasformazioni ecologiche nei Paesi più poveri, da parte dei Paesi fortemente
industrializzati, che sono anche i principali inquinatori del pianeta. La
Romania ha il vantaggio di essere parte dell’Ue, godendo così di un sostegno
consistente grazie al Patto verde europeo. La Romania è un membro dell’Ue
e allora è ovvio che gli obiettivi dell’Unione vanno raggiunti e, infatti, alla
conferenza delle parti, l’Ue parla come un’unica voce. Certo che le posizioni
sono concordate tra gli stati membri e tra i gruppi tecnici degli esperti di
tutti gli stati membri. Cosicchè l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55%
entro il 2030 rispetto al livello del 1990 resta evidente per l’Ue, come anche
il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050 – ossia zero emissioni
nette. Ma allo stesso tempo anche il raggiungimento dello stato di resilienza,
per far fronte ai cambiamenti già avvenuti e a quelli inevitabili entro il 2050,
perchè noi abbiamo già cambiato il sistema climatico. E, questi obiettivi
dell’Ue sono ovviamente messi in pratica tramite quelle direttive, quei
pacchetti di leggi, inclusivamente la Legge sul clima, che sono discussi
nell’Ue e che, in fin dei conti, sono sotto l’ombrello più ampio del Patto
verde europeo. Quindi, la Romania è nella situazione fortunata di avere questa
pianificazione chiara e consistente. E una cosa di cui può avvalersi è che
tutte queste misure a livello interno nell’Ue sono sostenute anch’esse con
fondi destinati ad aiutare Paesi come la Romania, che hanno rispetto ai Paesi
dell’ovest un’economia più fragile e che devono recuperare di più dello
sviluppo economico e sociale », ci ha detto sempre Roxana Bojariu.




Alcune delle reazioni
internazionali all’accordo di Glasgow sono diametralmente opposte. Purtroppo,
la volontà politica collettiva non è bastata per superare le profonde
contradizioni tra Paesi ed è l’ora di passare in regime d’urgenza, ha detto con
rammarico il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Saluando « i
benvenuti passi in avanti » Guterres ha elencato gli obiettivi non
raggiunti – l’aiuto finanziario ai Paesi più poveri, la fine delle sovvenzioni
per i combustibili fossili, la rinuncia al carbone e un prezzo per il carbone.
C’è tanto ancora da fare nei prossimi anni, ma l’accordo è un grande passo in
avanti, ritiene il capo del governo britannico, Boris Johnson. Ciò che è
importante è che abbiamo un primo accordo internazionale di riduzione
dell’utilizzo del carbone e un piano di limitazione del riscaldamento globale
al di sotto dei 1,5 gradi di incremento rispetto ai livelli preindustriali,
afferma Guterres. « L’ambizione è maggiore di quanto preconizzato »,
ha stimato, dal canto suo, l’inviato americano alla COP26, John Kerry.

Foto: pixabay.com
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