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Inquinamento in salita nella stagione fredda

Con l’arrivo della stagione fredda e l’abbassamento delle temperature, la qualità dell’aria nelle città della Romania si deteriora in modo allarmante, trasformando l’aria che respiriamo in un cocktail tossico.

Foto: Marcin Jozwiak /unsplash.com
Foto: Marcin Jozwiak /unsplash.com

, 07.11.2025, 09:00

Bucarest, in particolare, si trova nuovamente a fronteggiare livelli pericolosi di inquinamento, causati principalmente dai sistemi di riscaldamento e dal traffico automobilistico intensificato. Gli esperti ammoniscono che l’impatto sulla salute pubblica è devastante: ogni anno, la Romania registra migliaia di morti premature a causa dell’inquinamento. La principale fonte di emissioni, responsabile di circa il 70% delle emissioni di carbonio di Bucarest, è rappresentata dal sistema di teleriscaldamento.

A ciò si aggiunge l’impatto delle caldaie domestiche e, a livello nazionale, quello dei più di 3,5 milioni di romeni che utilizzano ancora stufe. Tra questi, circa 80.000 vivono a Bucarest. Il fenomeno è aggravato dal traffico, poiché il freddo spinge molti cittadini a rinunciare ai mezzi pubblici in favore dell’auto privata. Oana Neneciu, direttrice esecutiva di Ecopolis, conferma il legame diretto tra freddo e inquinamento, spiegando il momento esatto in cui i livelli esplodono. “Con l’abbassamento delle temperature sotto i 10 gradi centigradi, sappiamo bene che si accendono le caldaie: quelle della città, quelle domestiche e così via. Di conseguenza, l’inquinamento comincia ad aumentare e, per questo motivo, durante i mesi invernali — di solito da metà ottobre fino a marzo — registriamo valori quasi doppi di particolato PM 2,5 e PM 10, molto spesso”, spiega Oana Neneciu.

Questo particolato fine – PM 2,5 è il più pericoloso, poiché penetra in profondità nei polmoni e nel sistema circolatorio. L’impatto non è solo una questione di disagio, ma un grave problema di salute pubblica. Oana Neneciu richiama l’attenzione sul costo umano di questo inquinamento, citando dati ufficiali allarmanti. “Abbiamo dati piuttosto chiari dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unione Europea. In pratica, ci dicono che ogni anno circa 29.000 romeni muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento. Oltre alla mortalità, dovremmo considerare anche l’aggravarsi di alcune malattie, spesso croniche”, aggiunge la nostra ospite.

A livello europeo, la Romania si colloca costantemente tra i paesi più inquinati, spesso al primo posto per le concentrazioni di PM 2,5. Inoltre, registra i costi sanitari più elevati legati all’inquinamento, superando i 3.000 euro pro capite.

In risposta a questa crisi ricorrente, la Guardia Ambientale ha annunciato l’avvio di ampi controlli presso gli impianti di teleriscaldamento e le amministrazioni locali di Bucarest e Ilfov. Le autorità utilizzano ora nuove attrezzature, tra cui droni, telecamere montate sui veicoli e bodycam. L’obiettivo è raccogliere prove inconfutabili da utilizzare in tribunale contro gli inquinatori. Parallelamente alle misure di controllo, è importante sapere che, grazie a una direttiva europea sulla qualità dell’aria, i cittadini che sviluppano malattie causate dall’inquinamento possono chiedere risarcimenti allo stato. Tuttavia, la soluzione a lungo termine rimane la modernizzazione sistemica delle infrastrutture di teleriscaldamento e la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

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