Petizione per riforestazione in Romania
I pedologi romeni hanno ripetutamente espresso preoccupazione per il fenomeno della desertificazione, che diventa sempre più diffuso nel sud della Romania. Nei prossimi 50 anni i terreni attualmente fertili potrebbero diventare completamente aridi.
Eugen Coroianu, 25.02.2021, 19:09
I pedologi romeni hanno ripetutamente espresso preoccupazione per il fenomeno della desertificazione, che diventa sempre più diffuso nel sud della Romania. Annualmente, centinaia di ettari si trasformano qui in dune di sabbia e nei prossimi 50 anni i terreni attualmente fertili potrebbero diventare, nello scenario più pessimistico, completamente aridi. Le scarse precipitazioni e le temperature elevate degli ultimi anni sono alcuni dei fattori che favoriscono la desertificazione e per prevenire il fenomeno di erosione andrebbero create barriere verdi di protezione per ciascun grande appezzamento di terreno, affermano i pedologi. Abbiamo bisogno di Barriere Verdi che ci difendano da siccità, alluvioni, onde di piena, tempeste e inquinamento, ammoniscono anche i rappresentanti di Greenpeace Romania, che hanno creato una petizione per la riforestazione delle zone di pianura nel sud del Paese. Essi ammoniscono che nei prossimi 30 anni, oltre il 40% del territorio della Romania diventerà una steppa arida. Oltre 11 milioni di romeni dovranno fare i conti con l’aumento delle temperature, la drastica riduzione delle riserve d’acqua e la desertificazione, mentre la siccità diventerà la nuova normalità.
Gli ecosistemi che abbiamo ancora nelle zone di pianura sono pochi, parliamo di quelli naturali, perchè, praticamente, è rimasta poca vegetazione forestale e non c’è nessun altro tipo di vegetazione tranne le colture agricole. Quindi, gli ecosistemi, che sono comunque pochi, avranno da soffrire in seguito alle scarse precipitazioni e all’aumento delle temperature. È ovvio che questo mix genera siccità, aridità, condizioni poco favorevoli alla vita in qualsiasi forma: parliamo di piante, fauna e persino delle comunità umane che soffriranno in fin dei conti a causa della mancanza d’acqua, ha spiegato a RRI Ciprian Gălușcă, sostenitore della campagna Foreste&Vita selvatica.
I meteorologi romeni hanno diramato 132 allerte Codice Rosso per maltempo nell’estate del 2020, i più numerosi della storia. Abbiamo poco tempo a disposizione per fare qualcosa. Non basta proteggere le foreste che ci sono rimaste nelle montagne, anche queste gravemente colpite dai tagli illegali. Serve una rete forestale nazionale che protegga le città, le comunità più vulnerabili e i terreni agricoli, affermano gli ambientalisti di Greenpeace. Il 60% delle precipitazioni che cadono in un posto è dovuto alle grandi correnti d’aria – parliamo dell’evaporazione dell’acqua dagli oceani e via dicendo. Quindi del clima globale. Invece, il 40% di ciò che significa precipitazioni e umidità locale è dovuto alla vegetazione o all’assenza di vegetazione in certe zone. E allora le cose sono abbastanza chiare e semplici. Senza le foreste non possiamo conservare l’acqua nel suolo, senza le foreste non possiamo avere quella traspirazione della vegetazione intorno che crea un’umidità estremamente necessaria alle piante per sopravvivere. Quindi, le foreste ci aiutano a proteggere la nostra fonte d’acqua, perciò riteniamo molto importante avere una foresta nelle zone di pianura. E adesso, per tornare alla barriera verde e alla rete nazionale di foreste di protezione, dovete sapere che non è un’idea della Greenpeace. Si tratta di un progetto avviato, in realtà, in Romania, nel secondo dopoguerra, allorquando le autorità hanno capito che il sud del Paese sarebbe stato esposto ai venti e al sole, e che andavano protetti i campi coltivati e le comunità. E allora avviarono un ampio e ambizioso progetto di riforestazione con barriere forestali. Purtroppo, ulteriormente le autorità comuniste ebbero altre politiche agrarie, tagliarono gran parte delle barriere forestali, e dopo, negli anni 90 fu tagliato ciò che ne era rimasto, cosi’ siamo giunti nella situazione in cui, oggi, non abbiamo più, infatti, queste barriere forestali, ha precisato Ciprian Gălușcă.
Il mondo è già alle prese con i cambiamenti climatici. In assenza delle foreste, l’intera zona di pianura della Romania, Paese noto come Il Granaio d’Europa, si sta prosciugando rapidamente. Solo nell’ultimo decennio, la Romania ha pagato risarcimenti di 330 milioni di euro ai farmer colpiti dalla siccità, il che non rappresenta una soluzione nè per lo stato, nè per il benessere dei farmer, aggiunge Ciprian Gălușcă. Nel 2020, i pozzi d’acqua si sono prosciugati sin dall’inizio dell’estate nelle masserie, e verso la fine di agosto abbiamo iniziato a contare i laghi evaporati. Solo il 6% delle pianure della Romania godono ancora di ombra, mentre le grandi città soffocano a causa della canicola e dell’inquinamento. Il rimboschimento di queste aree è un obiettivo prioritario per la sicurezza nazionale. È l’ora di ricostruire la soluzione naturale offerta dalle foreste, sprecata a causa dell’ignoranza, dell’avidità e della cattiva gestione. Con la petizione creata, di cui parlavamo all’inizio, la Greenpeace vuole mettere pressione sui politici affinchè prendano misure per la ricostruzione della rete nazionale di barriere forestali. L’organizzazione ambientalista chiede ai cittadini di firmare la petizione, ciascuna firma rappresentando un albero di protezione in più. In base a questa iniziativa si andrà nel Parlamento per la costituzione di un gruppo di lavoro che entro fine anno elabori la legislazione necessaria. I soldi ci sono, grazie ai programmi ambientali ambiziosi dell’Unione Europea.