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Rifiuti di plastica nel Danubio

Il futuro non promette bene - si legge sul sito del programma Acque pulite dell'organizzazione ambientale romena Più Verde, dedicato alla riduzione delle quantità di rifiuti di plastica nel Danubio.

Rifiuti di plastica nel Danubio
Rifiuti di plastica nel Danubio

, 28.05.2021, 09:26

Il futuro non promette bene – si legge sul sito del programma Acque pulite dell’organizzazione ambientale romena Più Verde. Un programma dedicato alla riduzione delle quantità di rifiuti di plastica nel Danubio, il principale fiume romeno, ma che attraversa anche gran parte d’Europa, sfociando nel Mar Nero attraverso l’unico e meraviglioso Delta del Danubio. Il progetto parte dalle stime degli ambientalisti i quali ammoniscono che, se non faremo niente, nel 2050 avremo nelle acque del pianeta più plastica che pesce. La Romania non sta meglio degli altri Paesi del mondo. Le valutazioni fatte dall’Amministrazione della Riserva della Biosfera del Delta del Danubio parlano di oltre 1500 tonnellate di plastica trasportate annualmente dal fiume, che raccoglie quasi tutte le acque che scorrono nel nostro Paese. Fino al Danubio e vicino al Danubio, i corsi d’acqua o i laghi di qualsiasi tipo accumulano ingenti quantità di rifiuti plastica, che portano alla distruzione della biodiversità aquatica, al calo drastico della qualità delle acque dalle quali ci alimentiamo e al deterioramento del paesaggio. Ma i paesaggi imbruttiti dagli ammassi di rifiuti portati dalle acque sono l’ultimo dei problemi. Il progetto Acque pulite, in corso in Romania, riguarda sia l’inquinamento storico, tramite azioni di raccolta dei rifiuti di plastica già nel letto del fiume, che azioni di prevenzione e contrasto delle future discariche illegali. Per lottare con circa 4 tonnellate di rifiuti al giorno portati dall’acqua servono ampie azioni a lungo termine, nell’intero bacino del Danubio e dei suoi affluenti, sia in Romania che nei Paesi rivieraschi. Cosa fanno i membri dell’ong Più Verde, in maggioranza giovani, ci racconta la direttrice di comunicazione Oana Șerban.



Abbiamo iniziato con azioni di pulizia, abbiamo allestito e sviluppato l’infrastruttura di raccolta dei rifiuti. Ciò vuol dire che abbiamo installato cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti di plastica accompagnati da cartelli informativi lungo il Danubio. Nel 2020, abbiamo raccolto, ad esempio, quasi 40 tonnellate di plastica, praticamente impedendo loro di finire nelle acque del fiume. Inoltre, per la prima volta in Romania, abbiamo adoperato soluzioni tecnologiche. Ad esempio, un drone, una barriera galleggiante che adoperiamo già da un anno sul fiume Jiu e che intendiamo usare anche su altri fiumi, una rete per catturare i rifiuti. Oltre a tutto ciò è molto importante la parte di educazione e aumento della consapevolezza. Ossia persone che capiscano perchè è importante non gettare più i rifiuti ovunque, perchè è importante fare la raccolta differenziata e quali sono le alternative alla plastica usa e getta. Perchè anche questo è un grande problema, perchè finiamo con l’usare troppe posate, troppi piatti e biccheri di plastica. Questi ci sono dapperttutto… Cioè, oltre alle bottiglie d’acqua o di succo di frutta di plastica che compriamo, ci sono anche quei prodotti. A tale fine noi abbiamo realizzato, ad esempio, nelle città partecipanti al programma, dipinti murali che tirano un segnale d’allarme sull’inquinamento delle acque con rifiuti di plastica.



Inoltre, gli attivisti dell’organizzazione cercano di portare insieme partner del settore non governativo, strutture governative-amministrative, il mondo d’affari e, certamente, le comunità locali. Dal 2008, anno della sua fondazione, l’organizzazione afferma di aver costruito una cultura della responsabilità e del volontariato per l’ambiente in Romania. Con progetti e campagne educative, ad esempio, con parole d’ordine come C’è vita dopo la raccolta oppure I rifiuti non sono immondizia, i volontari hanno raccolto oltre 350 tonnellate di plastica dalle foreste, dai letti dei fiumi o dai percorsi turistici. Cui si sono aggiunte attività specifiche di advocacy, volte al miglioramento delle politiche pubbliche nel settore. Oana Șerban precisa inoltre che un aspetto molto importante del programma è la sua componente di organizzazione comunitaria nelle località in cui si svolge.



Non andiamo in quelle città con delle soluzioni pensate da noi che applichiamo come tale, lavoriamo, in realtà con gli abitanti di quelle città. Siamo riusciti a formare nelle 10 città in cui abbiamo praticamente cominciato gruppi di iniziativa locali. Al nostro training di organizzazione e sviluppo comunitario hanno partecipato una serie di organizzatori comunitari per capire come si possono implicare i cittadini in progetti importanti per la comunità. E dopo questi due anni, la gente è riuscita a raggiungere un certo livello. Sanno adesso come mobilitare i cittadini verso l’azione. Alcuni si sono già messi in contattto con le istituzioni responsabili, hanno svolto varie azioni, campagne di advocacy. Hanno capito che devono fare pressioni sulle autorità affinchè risolvessero i problemi. Quindi il ruolo di queste persone, dei cittadini, in realtà, è uno estremamente importante. E su loro che contiamo!



Il progetto Acque pulite contribuisce al raggiungimento di 6 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Patto Globale delle Nazioni Unite, più precisamente i capitoli: Acque pulite; Consumo e produzione responsabili; Azione per il clima; Vita subacquea; Vita terrestre e Partenariati per gli obiettivi. Proviamo a pulire non solo le acque, ma anche le menti, le istituzioni e i meccanismi civici, che fanno funzionare organicamente e coerentemente una società, spiegano i membri dell’organizzazione ambientalista. E sempre loro affermano che, se non prendiamo le dovute misure adesso, il famoso pesciolino d’oro della fiaba potrebbe diventare presto uno di plastica.




Foto: pixabay.com
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