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Il canone radio-tv eliminato

Considerando infondati gli argomenti del presidente Klaus Iohannis, il nuovo Parlamento di Bucarest ha deciso di eliminare il canone radio-tv, assieme ad altre 101 tasse nonfiscali. Leliminazione delle tasse era già stata decisa dal precedente Legislativo poco prima delle elezioni politiche del11 dicembre scorso, che hanno anche riportato il Partito Social Democratico al governo, però il capo dello stato aveva rifiutato di promulgare la legge. Malgrado sia stata ulteriormente dichiarata costituzionale, Iohannis aveva considerato che necessario rianalizzarla sotto laspetto degli effetti risentiti dai cittadini ed aveva fatto ricorso allultima soluzione a disposizione, quella di mandare la legge al riesame del Legislativo. La legge però è passata unaltra volta. Dopo lannuncio del risultato del voto, il promotore della legge, il leader dei socialdemocratici, Liviu Dragnea, ha dichiarato dalla tribuna della Camera dei Deputati che la legge viene a sostegno dei cittadini che non saranno più umiliati e obbligati a fare le file. Riferendosi alla Radio e alla Televisione pubblica, Dragnea considera che “solo dora in avanti le due istituzioni potranno uscire dalla politicizzazione e dalla dipendenza nei cofronti del fattore politico. Nelle condizioni in cui, ogni anno, avendo i provvedimenti di una legge, sapranno in modo chiaro le somme che avranno a disposizione, non ci saranno più motivi di chiedere favori finziari al premier, al Parlamento, al ministro delle Finanze e a nessun altro leader politico con influenza in quel momento”.

Il canone radio-tv eliminato
Il canone radio-tv eliminato

, 29.12.2016, 16:54

Considerando infondati gli argomenti del presidente Klaus Iohannis, il nuovo Parlamento di Bucarest ha deciso di eliminare il canone radio-tv, assieme ad altre 101 tasse nonfiscali. Leliminazione delle tasse era già stata decisa dal precedente Legislativo poco prima delle elezioni politiche del11 dicembre scorso, che hanno anche riportato il Partito Social Democratico al governo, però il capo dello stato aveva rifiutato di promulgare la legge. Malgrado sia stata ulteriormente dichiarata costituzionale, Iohannis aveva considerato che necessario rianalizzarla sotto laspetto degli effetti risentiti dai cittadini ed aveva fatto ricorso allultima soluzione a disposizione, quella di mandare la legge al riesame del Legislativo. La legge però è passata unaltra volta. Dopo lannuncio del risultato del voto, il promotore della legge, il leader dei socialdemocratici, Liviu Dragnea, ha dichiarato dalla tribuna della Camera dei Deputati che la legge viene a sostegno dei cittadini che non saranno più umiliati e obbligati a fare le file. Riferendosi alla Radio e alla Televisione pubblica, Dragnea considera che “solo dora in avanti le due istituzioni potranno uscire dalla politicizzazione e dalla dipendenza nei cofronti del fattore politico. Nelle condizioni in cui, ogni anno, avendo i provvedimenti di una legge, sapranno in modo chiaro le somme che avranno a disposizione, non ci saranno più motivi di chiedere favori finziari al premier, al Parlamento, al ministro delle Finanze e a nessun altro leader politico con influenza in quel momento”.



Assieme al PSD, a favore della Legge ha votato anche lALDE, con la quale i socialdemocratici hanno costituito una coalizione di maggioranza. Anche lUDMR, che ha un protocollo di collabrazione parlamentare con il PSD e lALDE, ha votato a favore della legge, anche se davanti alla plenaria aveva sostenuto il mantenimento del canone radio-tv, considerando che il Parlamento non può lasciare nellinsicurezza le due istituzioni. Il leader dellUnione, Kelemen Hunor ha sostenuto che ora “cambia tutta la filosofia di dipendenti pubblici delle due istituzioni, e cambierà , tramite leliminazione, lintera filosofia di funzionamento delle due istituzioni pubbliche. Sarà messo in dubbio lintero sistema retributivo e ci sveglieremo, tramite questo voto, davanti a un caos generale a livello di ambo le società “.



A favore delladozione del documento nella sua forma iniziale hanno votato anche i deputati delle minoranze nazionali. Dallopposizione, invece, il PNL ha chiesto lesclusione dal testo del disegno di legge dei provvedimenti che riguardano leliminazione del canone radio-tv. Il presidente ad interim del PNL, Raluca Turcan, ha affermato: “Non si sa cosa accadrà con lo statuto dei dipendenti delle due istituzioni. Cambia la fonte di finanziamento dai beneficiari al bilancio dello stato e rischiamo di trasforrmare queste due istituzioni in semplici apendici del finanziatore, vale a dire del Governo”.



Il PMP ha votato a favore del mantenimento del canone radio-tv, considerando che il ripristino della credibilità di diversi mezzi dinformazione di massa dovrebbe partire dalle emittenti pubbliche di radio e televisione, mentre lUSR ha deciso di attaccare la legge alla Corte Costituzionale. (traduzione di Octavian Cordos)


foto: Kelly Sikkema / unsplash.com
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