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Censimento degli orsi in Romania

Gli orsi, stimati finora in 8.000 esemplari in Romania, hanno raggiunto quasi 13.000 esemplari, una popolazione tre volte superiore al livello ottimale, secondo un censimento presentato di recente dalle autorità romene.

Orsi su Transfagarasan/ foto: Mariana Chiriţă/Radio Romania Internazionale
Orsi su Transfagarasan/ foto: Mariana Chiriţă/Radio Romania Internazionale

, 04.05.2025, 21:02

Gli orsi, stimati finora in 8.000 esemplari in Romania, hanno raggiunto quasi 13.000 esemplari, una popolazione tre volte superiore al livello ottimale, secondo un censimento presentato di recente dalle autorità romene. Queste chiedono un allentamento delle condizioni di intervento a seguito del moltiplicarsi degli incidenti. World Wild Fund Romania ha espresso le sue riserve su questi dati preliminari e sulle misure proposte.

La determinazione del numero minimo di orsi nelle foreste romene è stata effettuata sulla base dei risultati delle analisi dei campioni genetici, della diversità genetica e della struttura della popolazione delle specie locali di orso bruno. La Romania ha realizzato lo studio genetico più grande e complesso mai realizzato a livello mondiale sulla popolazione dell’orso bruno, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Mircea Fechet. “Dopo aver analizzato oltre 24.000 campioni raccolti in 25 province, gli autori di questo studio stimano che in Romania vivono tra 10.419 e 12.770 orsi bruni, numero massimo stimato dagli specialisti. Il livello di affidabilità di queste cifre, secondo la metodologia, è del 95%. Quindi, per la prima volta nella storia della Romania, possiamo affermare, con solide basi scientifiche, quanti orsi ci sono nelle foreste. Finora abbiamo lavorato con stime più o meno controverse. Si basavano su osservazioni visive o altri metodi indiretti, ma oggi abbiamo un quadro chiaro, basato sul DNA che abbiamo controllato in ogni campione. Dietro questi risultati impressionanti c’è una buona mobilitazione, perché sono stati coinvolti 672 specialisti della caccia, con cani appositamente addestrati per raccogliere campioni dai parchi naturali e nazionali. Abbiamo usato un’applicazione per garantire la tracciabilità di tutti questi campioni, con coordinate GPS, e non stiamo parlando solo di una ricerca scientifica, ma stiamo parlando di un cambiamento, spero, di paradigma nel modo in cui gestiamo la popolazione di orsi bruni in Romania.”

Il ministro dell’Ambiente ha annunciato anche la divisione del territorio della Romania in quattro categorie distinte. Ci saranno aree chiave per la conservazione, dove non ci sarà alcun intervento sulla popolazione di orsi bruni. “Avremo quindi misure rigorose di conservazione o di prevenzione e intervento nelle aree di conflitto e, per la prima volta, avremo uno strumento digitale con copertura nazionale che consentirà di prendere una decisione rapida e informata in tempo reale su ciò che verrà dopo. Il numero ottimale per la popolazione di orsi in Romania è di circa 4.000. Da 4.000 a 11.000 o 13.000 c’è una grande differenza. Naturalmente non prenderemo misure per ridurre la popolazione di orsi bruni da un giorno all’altro, restiamo interessati allo stato di conservazione della specie e al fatto che la specie sarà in buono stato di conservazione, ma siamo altrettanto e più che interessati alla sicurezza dei cittadini.”

Il ministro dell’Ambiente, Mircea Fechet, annuncia il cambiamento della legislazione primaria. La nuova proposta è quella di abbandonare l’intervento graduale nelle aree urbane. “Attualmente, il sindaco, prima di prendere una decisione che tuteli veramente la popolazione, è prima obbligato a cacciare via l’orso, dopodiché cerca di ricollocare quell’esemplare, ha il diritto, secondo la legge, di sparare all’orso o di sopprimerlo. Lascerò libertà ai rappresentanti delle autorità pubbliche locali, ai sindaci di prendere la decisione che riterranno corretta in relazione alla situazione che si trovano ad affrontare nella rispettiva località. Allo stesso tempo, faciliteremo il processo operativo della commissione, perché oggi e in un intervento del genere, dove ogni secondo conta, sono necessarie le firme su un pezzo di carta, proprio come 100 anni Fa. Credo che nel 2025 potremo prendere decisioni più rapide utilizzando i telefoni, i gruppi su WhatsApp o altre applicazioni di comunicazione, utilizzando gli SMS, utilizzando qualsiasi altro strumento che consenta di prendere una decisione rapida ed efficace. Niente può essere più importante della vita delle persone.”

Tuttavia, il Ministero dell’Ambiente non ha adottato le misure necessarie per ridurre i conflitti con gli orsi, afferma Cristian Remus Papp, esperto di grandi carnivori romeno del World Wild Fund, specializzato anche nel monitoraggio della fauna selvatica, nei corridoi ecologici e nella gestione delle aree protette. “Anche se c’erano diverse misure disponibili, la Romania non le ha utilizzate. Mi riferisco in particolare alle misure di prevenzione dei conflitti. D’altra parte, ogni volta è arrivata con misure reattive, cioè per estrarre determinati esemplari dalla popolazione di orsi. Anche se dopo il 2016 abbiamo avuto una quota di 140 esemplari all’anno, neanche questa quota è stata raggiunta. Stiamo parlando di un raggiungimento del 50-60% delle quote, il che indica chiaramente che non c’è stato interesse, almeno da parte dei gestori della fauna selvatica, a ridurre il numero dei conflitti.

A questo proposito il Ministero dell’Ambiente dovrebbe essere l’istituzione che esercita maggiori pressioni affinché gli orsi, che rappresentano davvero un problema, vengano allontanati dalla popolazione. Allo stesso modo, nel corso degli anni, sono stati più volte estratti preziosi orsi, che non scendevano nelle località, che rappresentavano trofei. Purtroppo parliamo di un sistema non adeguatamente affrontato e questa misura per ridurre il livello di protezione e dare libertà di caccia non risolverà sicuramente i problemi, soprattutto nelle comunità dove l’orso fa spesso la sua comparsa. Vorremmo davvero vedere il Ministero fare qualcosa al riguardo, non solo usare le comunità come pretesto, ma utilizzare gli strumenti di cui dispone per proteggere queste comunità.”

Cristian Remus Papp, esperto del World Wild Fund, afferma che dovrebbero essere applicate più misure per prevenire i danni, dalle recinzioni elettriche a una migliore gestione dei rifiuti organici. D’altra parte, c’è anche una significativa intrusione umana nell’habitat dell’orso, anche con ATV e altri veicoli a motore. Ultimo ma non meno importante, l’educazione è altrettanto importante. Le comunità locali dovrebbero sapere cosa dovrebbero fare per evitare i conflitti con gli orsi.

Foto: Stefano Zocca / unsplash.com
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