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Cosa succederebbe a Bucarest in caso di forte terremoto?

Il 4 marzo del 1977, alle 21:21, ora locale, nella zona sismica Vrancea, nella Romania orientale, a una profondità di 94 chilometri, si verificò un terremoto di 7,4 gradi della scala Richter.

Cosa succederebbe a Bucarest in caso di forte terremoto?
Cosa succederebbe a Bucarest in caso di forte terremoto?

, 24.02.2023, 19:03

Il 4 marzo del 1977, alle 21:21, ora locale, nella zona sismica Vrancea, nella Romania orientale, a una profondità di 94 chilometri, si verificò un terremoto di 7,4 gradi della scala Richter. Il sisma fu fortemente sentito nel Paese, soprattutto al sud e allest, tanto che scosse anche i Paesi confinanti: Serbia, Bulgaria e Ungheria, ma anche altri Paesi dellEuropa centrale e meridionale, oltre alla Russia, fino a nord da San Pietroburgo.



Quando avvenne “il terremoto del 77ʺ – come lo chiamano i romeni quando lo evocano per ricordo o per sentito dire – 23 province, su un totale di 40, furono gravemente colpite. I morti furono 1.578 e i feriti oltre 11.300 a livello nazionale, di cui 1.424 morti (ovvero il 90% del totale) e quasi 7.600 feriti solo nella capitale Bucarest! Tra le vittime personalità romene di spicco: lattore Toma Caragiu, il regista Alexandru Bocăneț, la cantante Doina Badea, lo storico letterario Mihai Gafița e lo scrittore Alexandru Ivasiuc.



La maggior parte dei decessi nella Capitale fu la conseguenza del crollo totale o parziale di oltre 30 edifici – condomini di alta o media altezza, alcuni emblematici dellarchitettura della città. Crollati anche un albergo, un edificio della Facoltà di Chimica e il Centro di Calcolo del Ministero dei Trasporti. La centrale termoelettrica di Bucarest Ovest era sullorlo di unesplosione, a seguito del crollo di un soffitto e dello scoppio di un incendio. Molti altri edifici di Bucarest sono stati gravemente o moderatamente danneggiati.



Nel contesto dei devastanti terremoti avvenuti allinizio di febbraio in Turchia e Siria e ricordandosi di quello del 1977 in Romania, i romeni notano che le lezioni offerte da questi cataclismi naturali in termini di rafforzamento degli edifici a rischio sismico non sono state imparate! Larchitetto Ştefan Dumitraşcu parla della situazione attuale a Bucarest. “Durante il periodo in cui ero capo architetto del Comune, per 2 anni e mezzo, questi edifici sono stati identificati e per più di 180 è stata effettuata la perizia tecnica per stabilire soluzioni di sicurezza o consolidamento. Inoltre, 2 anni e mezzo fa, attraverso lAmministrazione municipale per il consolidamento antisismico, nel subordine del Consiglio generale, cerano 81 cantieri a Bucarest per questi lavori. Sfortunatamente, a seguito dei cambiamenti amministrativi e di un approccio diverso, oggi ci sono zero cantieri di consolidamento.”



Soprattutto nella zona centrale della Capitale, molti edifici vecchi, costruiti prima del 1977, sono molto fragili, perché sono passati decenni senza neanche una ristrutturazione. Tanto meno un consolidamento antisismico. Ecco perché, secondo Ştefan Dumitraşcu, non cè più tempo da perdere. “Avremmo già dovuto iniziare tempo fa. Unoperazione di consolidamento non è possibile in una notte, è un cantiere in cui i lavori durano per un anno, un anno e mezzo, nel caso di un edificio costruito nel 1940, diciamo, di 8 o 10 piani, sul Viale Magheru, Calea Victoriei – arterie significative della Capitale. Possiamo, da un lato, come ho detto, educare i cittadini, trovare soluzioni alternative corrette per organizzarci, aiutare e intervenire in caso di terremoto.Tutti credono che un grande terremoto nella Capitale si verificherà – e sicuramente succederà, è indubitabile. Non possiamo, un bel pomeriggio di primavera, uscire al parco e aspettare che arrivi lEsercito con i prodotti della riserva statale, per darci una bottiglia dacqua e una lattina di carne. No! Questo devessere organizzato molto seriamente e, naturalmente, serve una direzione competente a livello del Comune che riprenda urgentemente i lavori di consolidamento”.



Anche il Prefetto della Capitale, Toni Greblă, richiama lattenzione sul fatto che non è stata la mancanza di fondi a impedire il rinforzo strutturale antisismico degli edifici, ma… ʺ… lindolenza di alcune persone dellamministrazione che non preparano seriamente i progetti per poter procedere alla ristrutturazione, al rinforzo antisismico degli edifici. Negli ultimi 15 anni nessun Comune può dire, soprattutto il Comune di Bucarest, di non aver avuto i soldi per la ristrutturazione degli edifici. Anno dopo anno, i fondi dal Ministero dello Sviluppo, i fondi europei restano inutilizzati, perché non siamo in grado di lavorare per realizzare progetti di consolidamento antisismico e metterli in pratica”.



Il consolidamento degli edifici a rischio sismico può essere integralmente finanziato sia dal bilancio, che attraverso il PNRR, previa registrazione in unapposita piattaforma digitale. In attesa che le loro abitazioni vengano consolidate, i romeni potrebbero almeno sapere quali sono le città più sicure del Paese in caso di forte terremoto? Mihail Diaconescu, sismologo presso lIstituto Nazionale di Ricerca e Sviluppo in Geofisica, risponde alla domanda. ʺCerto che possiamo saperlo, ma non so quanto sarebbe salutare. Cosa dovremmo fare, migrare tutti verso quelle città e spopolare parte del paese? Quello che serve è costruire e consolidare ciò che è stato danneggiato nel tempo. Nel momento in cui iniziamo a costruire qualcosa – non noi come singoli, ma come Stato, come aziende – rispettiamo il codice delledilizia. Se questo regolamento edilizio viene rispettato, non cè più il pericolo che labitazione ci crolli addosso”.



Quindi, come sarebbe oggi Bucarest nel caso di un forte terremoto? Forse molto peggio di 46 anni fa. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo, in Romania ci sono 2.687 edifici in diverse classi di rischio sismico. La maggior parte di loro si trova a Bucarest, di cui diverse centinaia rientrano nella prima prima e seconda classe di rischio sismico. Unanalisi del Comitato del Comune di Bucarest per le Situazioni di Emergenza rileva, però, che la situazione è molto più grave: nel caso di un terremoto simile a quello del 1977, 23 mila edifici della capitale potrebbero subire ingenti danni. Di questi, 1.000 potrebbero crollare parzialmente o totalmente.




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