Allerta demografica in Romania
La popolazione della Romania continuerà a diminuire fino al 2080, nel più pessimistico degli scenari addirittura di un quarto rispetto alla popolazione attuale, stima l’INS.
Ştefan Stoica, 02.12.2025, 10:31
La popolazione della Romania potrebbe scendere a 14,367 milioni di persone nel 2080, rispetto ai poco più di 19 milioni del 2025, secondo lo scenario più pessimistico fornito dall’analisi dell’Istituto Nazionale di Statistica nello studio “Proiezione della popolazione attiva della Romania all’orizzonte del 2080”. In cifre assolute, ciò significherebbe che i romeni sarebbero di quasi 4,7 milioni in meno tra 55 anni, equivalente a un calo di un quarto della popolazione. Questa è una delle tre varianti di proiezione della popolazione residente contenuta nello studio citato, ovvero la variante costante – la “variante di riferimento”, che mantiene immutati i livelli di fertilità, speranza di vita e migrazione netta registrati nel 2024 per ogni provincia, precisa l’INS.
Tale variante consente, quindi, di confrontare i risultati e analizzare le evoluzioni in assenza di cambiamenti demografici maggiori. La variante media, considerata la più plausibile, mostra che, in condizioni di un lieve aumento della fertilità e di un miglioramento della speranza di vita, la diminuzione della popolazione sarebbe più ridotta, pari a 3,4 milioni di persone, equivalente a un calo di quasi il 18% rispetto al 2025. Questa variante si basa sulle tendenze recenti delle principali componenti demografiche.
Invece lo scenario ottimistico prevede una riduzione della popolazione di soli 1,923 milioni di persone, cioè circa il 10% della popolazione attuale. Si basa su ipotesi migliorate riguardanti la fertilità e la speranza di vita, ed evidenzia il livello massimo che potrebbe essere raggiunto in condizioni demografiche favorevoli. Il vicepresidente dell’INS, Silviu Vîrva, il coordinatore dello studio, afferma che, indipendentemente dallo scenario analizzato, la popolazione della Romania continuerà a diminuire fino al 2080 e che la portata del declino varia tra un decimo e un quarto della popolazione attuale.
Per l’elaborazione di questi scenari sono stati utilizzati i dati demografici più recenti disponibili: la popolazione residente al 1º gennaio 2025, per province, età e sesso; i tassi totali di fertilità e la struttura dei nati vivi per età delle madri; la speranza di vita alla nascita nel 2024, per sesso e province; il saldo della migrazione interna, per gruppi di età e sesso; il saldo della migrazione internazionale (2024), cioè la differenza tra immigrati ed emigrati, per età, sesso e province.
L’analisi offre una prospettiva sulla demografia del Paese a lungo termine, costruita sulla base di una metodologia rigorosa e di un’analisi approfondita dei dati raccolti ed elaborati dall’INS. Grazie a questa visione orientata al futuro, possiamo anticipare e gestire in modo più efficace i cambiamenti sociali che influenzano la demografia, come l’invecchiamento della popolazione, l’emigrazione e l’evoluzione del saldo naturale, ha sottolineato il vicepresidente dell’INS, Silviu Vîrva.
Il volume è utile perché presenta proiezioni demografiche essenziali per la definizione delle politiche pubbliche e delle strategie economiche e sociali. Esse permettono di anticipare i cambiamenti nella struttura della popolazione e di adattare le risorse alle future necessità della società.