20.12.2025
PNRR: Romania inoltra quarta richiesta di pagamento, per un totale di oltre 2,62 miliardi di euro / Dicembre 1989: celebrati a Timişoara i 36 anni dalla dichiarazione della prima città libera dal comunismo in Romania
Newsroom, 20.12.2025, 17:03
PNRR – La Romania ha presentato a Bruxelles la quarta richiesta di pagamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per un totale di oltre 2,62 miliardi di euro. Lo ha annunciato il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Dragoş Pîslaru. Il piano contiene 62 obiettivi e traguardi, esclusivamente dalla componente dei fondi non rimborsabili. Secondo il ministro, l’attuazione del PNRR è uno dei progetti più importanti della Romania, dal cui successo dipende lo sviluppo dell’economia nazionale, sotto diversi aspetti: infrastrutture, sanità, istruzione, ambiente, digitalizzazione, cultura, energia ed efficienza energetica. Tra i ministeri che riceveranno finanziamenti quelli dell’Ambiente, dell’Energia, della Giustizia, delle Finanze, della Salute e del Lavoro. Tra i progetti menzionati nella quarta richiesta di pagamento del PNRR la ristrutturazione di 13 dighe e l’ammodernamento della protezione dalle inondazioni, il completamento della quotazione di un pacchetto fino al 15% delle azioni di Hidroelectrica, il principale produttore di energia elettrica in Romania, la digitalizzazione del sistema giudiziario e la riforma fiscale generale. Il termine per la risposta da parte della Commissione Europea è di 60 giorni al massimo. Ricordiamo che il mese scorso la Romania ha ottenuto a Bruxelles l’approvazione del PNRR rivisto. Il suo valore complessivo è di oltre 21,4 miliardi di euro, di cui circa 13,5 miliardi di euro a sovvenzioni e il resto a prestiti. Il piano è configurato su sei richieste di pagamento. Finora, Bucarest ha raccolto 10,7 miliardi di euro dal PNRR e si prevede di ricevere all’incirca la stessa cifra entro la fine del prossimo anno.
20 dicembre 1989 – A Timişoara (ovest della Romania), le sirene della libertà hanno risuonato sabato per celebrare i 36 anni dalla dichiarazione della prima città libera dal comunismo in Romania, il 20 dicembre 1989. In quella data, i lavoratori di tutte le piattaforme industriali indissero uno sciopero generale e occuparono il centro città, che non abbandonarono fino alla fuga del dittatore Nicolae Ceauşescu. Nei giorni successivi, la rivoluzione anticomunista si estese a Bucarest e in tutto il Paese, culminando, il 22 dicembre, con la fuga dal potere della coppia dittatoriale Nicolae ed Elena Ceauşescu. Tre giorni dopo, i due furono giustiziati, a seguito di un processo sommario, giudicato da un tribunale militare. In totale, oltre 1.000 persone morirono e circa 3.000 rimasero ferite negli scontri che si svolsero nell’unico Paese dell’Europa orientale in cui il cambio di regime fu violento.
Giustizia – “Abbiamo ricevuto centinaia di pagine di materiale rilevante dai magistrati sui problemi del sistema giudiziario”, ha annunciato sabato il presidente romeno Nicusor Dan su un social network. L’annuncio arriva in vista delle riunioni di lunedì, durante le quali il capo dello Stato ha invitato tutti i magistrati che desiderano lamentarsi dei problemi del sistema a una discussione “senza limiti di tempo”. “Quando 200 magistrati affermano che c’è un problema di integrità nel sistema giudiziario, la situazione è molto seria”, ha affermato il capo dello Stato. L’iniziativa arriva dopo che diverse centinaia di procuratori e giudici hanno firmato un messaggio di sostegno ai magistrati che hanno avuto il coraggio di fare rivelazioni nel rapporto del Recorder sui problemi del sistema giudiziario romeno. Nel giorno in cui si svolgono le discussioni sul tema della giustizia, avviate da Nicusor Dan, la comunità di Declic annuncia l’organizzazione di una protesta davanti al Palazzo Presidenziale, in solidarietà con i magistrati che difendono l’indipendenza del sistema.
Mozioni – Due mozioni semplici presentate dall’AUR contro i ministri della Giustizia e dell’Interno saranno discusse e votate lunedì al Parlamento di Bucarest. I firmatari dei documenti lamentano abusi nei due ambiti, interferenze nel processo elettorale o squilibri nel sistema giudiziario. La mozione semplice contro il ministro dell’Interno, Cătălin Predoiu, mira, affermano i promotori, a valutarne la responsabilità politica e morale. I firmatari della mozione sostengono che il ministero guidato da Cătălin Predoiu è politicizzato, ha attribuzioni e competenze sovrapposte e non rispetta gli obblighi internazionali assunti nelle relazioni con i partner stranieri. La seconda mozione, rivolta al ministro della Giustizia, Radu Marinescu, ne chiede le dimissioni perché, secondo i firmatari del documento, non ha ripristinato la fiducia dei cittadini nella giustizia. I parlamentari dell’AUR rimproverano al ministro la sua incapacità gestionale nel garantire un’azione giudiziaria efficiente, prevedibile ed equa, l’eccessiva durata dei processi e la mancanza di una reazione decisa ai problemi del sistema. Sempre lunedì, Radu Marinescu è convocato dai parlamentari dell’USR per il dibattito “Ora del Governo”, su alcuni “temi di grande interesse per la vita politica, economica e sociale”.
Salario minimo – Il Ministero del Lavoro romeno ha avviato un dibattito pubblico sulla bozza di decisione relativa all’aumento del 6,8% del salario minimo lordo nel Paese, da 4.050 (circa 800 euro) a 4.325 lei (circa 865 euro) al mese, a partire dal 1° luglio del prossimo anno. La nota di motivazione stima che l’aumento avrà effetti positivi a livello sociale, stimolando l’occupazione, rafforzando il potere d’acquisto e riducendo il lavoro sommerso. Oltre 1,7 milioni di dipendenti beneficeranno di questa misura. L’aumento del salario minimo a partire dalla metà del prossimo anno non soddisfa né i dipendenti né i datori di lavoro. I sindacalisti chiedono che la misura venga applicata dal primo giorno del 2026 e sottolineano che prezzi e tasse sono aumentati, mentre le condizioni di lavoro stanno peggiorando. Migliaia di sindacalisti di quattro confederazioni hanno protestato nei giorni scorsi davanti al Palazzo Presidenziale, chiedendo al Presidente Nicuşor Dan di mediare il conflitto tra sindacati e Governo. I datori di lavoro, a loro volta, sostengono che l’aumento non è affatto appropriato nell’attuale contesto economico.
Ambasciatore Usa in Romania – Darryl Nirenberg, ufficialmente nominato sette mesi fa dal Presidente Donald Trump per la carica di ambasciatore degli Stati Uniti in Romania, è stato confermato venerdì dal Senato degli Stati Uniti. Durante l’audizione del Senato del mese scorso, ha mostrato che la Romania è un alleato chiave all’interno della NATO, ha una posizione strategica sul Mar Nero e offre grandi opportunità per le aziende americane, soprattutto nel settore energetico. Darryl Nirenberg ha anche affermato, di fronte ai senatori statunitensi, che il rapporto con Bucarest non è mai stato così importante. Egli si è impegnato a lavorare per approfondire il partenariato militare e di sicurezza e per rafforzare le relazioni commerciali e di investimento con la Romania. L’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec, si è ritirata a maggio e il vice capo missione, Michael Dickerson, ha ricoperto il ruolo di incaricato d’affari ad interim presso l’Ambasciata durante questo periodo.