22.12.2025
Rivoluzione 1989: Romania, 36 anni dal crollo del crollo della dittatura comunista/ Ucraina: Bucarest pagherà 55 milioni di euro all'anno, a partire dal 2028, per gli interessi sul prestito concesso dall'Unione Europea/ Sondaggio: tre quarti dei romeni ritengono che il Paese stia andando nella direzione sbagliata
Newsroom, 22.12.2025, 16:52
Rivoluzione 1989 – A Bucarest continuano gli eventi pubblici dedicati alla commemorazione dei 36° anni passati dalla Rivoluzione del dicembre 1989. Cerimonie militari e religiose sono state organizzate presso il Monumento degli Eroi della Rivoluzione nella Piazza della Rivoluzione, presso le sedi di Radio Romania o della Televisione Pubblica. Al Cimitero degli Eroi è stata celebrata una messa religiosa per commemorare tutti coloro che sono morti per la libertà, 36 anni fa. I familiari degli eroi, i rivoluzionari e i rappresentanti delle istituzioni statali hanno partecipato ad eventi simili organizzati nella capitale e in tutto il Paese.
Giustizia – Il presidente della Romania, Nicuşor Dan, incontra i magistrati che desiderano discutere pubblicamente i problemi esistenti nel campo della giustizia. Il capo dello stato afferma di essere stato informato sull’esistenza di una categoria di magistrati, membri del Consiglio Superiore della Magistratura o della direzione di alcuni tribunali, che non agiscono nell’interesse pubblico, ma solo a favore di un piccolo gruppo, da loro costituito. Dan ha dichiarato che a gennaio avvierà una consultazione tra i magistrati, sotto forma di referendum, per scoprire se il Consiglio Superiore della Magistratura opera nell’interesse pubblico. Nel caso in cui i magistrati affermeranno che il Consiglio Superiore della Magistratura lavora per il bene della comunità, le discussioni proseguiranno in sede legislativa, ma nel caso in cui la risposta sarà che agisce per i suoi membri, il Consiglio Superiore della Magistratura se ne dovrà andare urgentemente, ha detto il presidente. L’esercizio delle attribuzioni costituzionali da parte delle autorità pubbliche deve essere effettuato nel rigoroso rispetto del principio della separazione e dell’equilibrio dei poteri nello stato, come sancito dalla Costituzione, hanno affermato, dal canto loro i giudici del Consiglio Superiore della Magistratura, in risposta all’iniziativa del presidente. Il CSM sottolinea che, nella sua veste costituzionale di garante dell’indipendenza della magistratura, esercita i propri poteri in modo autonomo, senza tollerare alcuna forma di ingerenza, diretta o indiretta, nell’attività dell’autorità giudiziaria.
Ucraina – A partire dal 2028, la Romania pagherà 55 milioni di euro all’anno per gli interessi relativi al prestito concesso dall’Unione Europea all’Ucraina invasa dalle truppe russe. I 90 miliardi di euro stanziati dagli stati membri dovrebbero aiutare l’Ucraina a resistere contro l’aggressione russa nei prossimi due anni. L’importo principale dovrà però essere pagato dalla Russia, come riparazioni di guerra, in questo senso l’Unione bloccando asset per un valore di circa 200 miliardi di euro. Secondo il corrispondente di Radio Romania a Bruxelles, l’Unione Europea pagherà solo gli interessi del prestito a partire dal 2027, quando il valore ammonterà a circa un miliardo di euro all’anno. Successivamente, dal 2028, gli interessi copriranno l’intera somma di 90 miliardi di euro e saranno di circa 3 miliardi di euro all’anno. Il loro costo sarà diviso tra gli stati membri e verrà pagato in base al Prodotto Interno Lordo di ogni membro. L’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca hanno deciso di non partecipare a questo sforzo collettivo. La quota lorda del PIL della Romania nel totale europeo è pari all’1,7%, mentre la quota aggiustata per il pagamento degli interessi sale all’1,9% del totale.
Politica – Due mozioni semplici inoltratre dall’AUR (l’opposizione nazionalista) contro i ministri della Giustizia, Radu Marinescu, sostenuto dal PSD, e contro il ministro dell’Interno, il liberale Cătălin Predoiu, sono discusse e votate nel Parlamento di Bucarest. Secondo i firmatari, il Ministero guidato da Predoiu è politicizzato, con attribuzioni e poteri sovrapposti, e non rispetta gli obblighi internazionali assunti nei rapporti con i partner stranieri. I promotori affermano inoltre che esiste un interferenza diretta nei concorsi organizzati per le cariche dirigenziali. Nell’altra mozione, al ministro Marinescu vengono sollecitate le dimissioni d’onore perché non è riuscito a ripristinare la fiducia dei cittadini nella giustizia. L’AUR gli rimprovera la mancata capacità di garantire un’azione giudiziaria efficiente, prevedibile ed equa, la durata eccessiva dei processi, nonchè la mancanza di una reazione decisa ai problemi del sistema.
Romania-Moldova – Le relazioni bilaterali tra la Romania e la confinante Repubblica di Moldova rappresentano il più forte partenariato diplomatico a livello mondiale tra due Paesi. Lo ha affermato la ministra degli Esteri romena, Oana Ţoiu, in visita di lavoro a Chişinău. Incontrando il suo omologo moldavo, Mihai Popşoi, la Ţoiu ha sottolineato che l’interscambio commerciale ha superato i 3 miliardi di euro e che Bucarest rimane un fermo sostenitore dell’integrazione europea della Moldova. Il capo della diplomazia di Bucarest ha sottolineato i progressi nell’attuazione di importanti progetti infrastrutturali strategici, ricordando anche l’intensa cooperazione nei settori dell’istruzione e della cultura. In riferimento al contesto regionale, Oana Ţoiu ha menzionato la continuazione della cooperazione nel formato trilaterale Romania- Moldova-Ucraina, sottolineando che la Romania ospiterà, nel primo trimestre del 2026, la riunione dei ministri degli Esteri nel formato “Triangolo di Odessa”, che avrà come tema principale la ricostruzione dell’Ucraina, nonchè il sostegno fornito agli investimenti regionali. Dal canto suo, Mihai Popşoi ha affermato che la Romania è “di gran lunga il Paese più vicino alla Moldova, nonchè il suo principale sostenitore nel processo di integrazione europea, consolidamento della sicurezza e sviluppo economico.
Sondaggio – Tre quarti dei romeni ritengono che il Paese stia andando nella direzione sbagliata, mentre solo il 21% ritiene che la direzione sia quella giusta. Secondo un sondaggio condotto da CURS a dicembre, circa un terzo dei romeni considera che la propria situazione finanziaria sia peggiorata in una certa misura, mentre il 23% afferma che è peggiorata in modo significativo. Oltre la metà degli intervistati, rispettivamente il 51%, prevede aumenti significativi dei prezzi nel prossimo anno. In termini di immagine, l’Esercito si trova al primo posto, con l’81%, seguito dalla Chiesa, con il 76%, e dai Vigili del Fuoco, con il 65%. Al polo opposto, la Giustizia è valutata positivamente solo dal 24% degli intervistati, il Parlamento dal 25%, mentre il Governo e la Corte Costituzionale dal 26%. La ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo di 1.067 adulti nel periodo 10-19 dicembre.