CCR – decisioni e rinvii
La Corte Costituzionale della Romania non ha ancora preso una decisione sulla legge che modifica il sistema pensionistico dei magistrati, ma ha convalidato quella che consente la riforma dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria (ASF), dell’ANRE (Autorità Nazionale di Regolazione per Energia) e dell’ANCOM (Autorità Nazionale per l’Amministrazione e la Regolazione nelle Comunicazioni).

Leyla Cheamil, 25.09.2025, 12:11
La Corte Costituzionale della Romania ha rinviato all’8 ottobre il verdetto sulla legge riguardante le pensioni dei giudici e dei procuratori, sulla quale il Governo ha posto la fiducia in Parlamento. All’inizio di settembre, le Sezioni Unite dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia hanno deciso di rivolgersi alla Corte in merito a questa legge, affermando che viola non meno di 37 decisioni obbligatorie della Corte Costituzionale e numerosi principi fondamentali dello stato di diritto.
I principali motivi di incostituzionalità sollevati dai magistrati riguardano la violazione del principio dello stato di diritto, dell’indipendenza della giustizia, della sicurezza giuridica, della legalità e della non retroattività della legge, della fiducia legittima, nonché la creazione di discriminazioni prive di giustificazioni razionali e oggettive. Inoltre, viene segnalata l’inosservanza di obblighi legali imperativi, come la richiesta del parere obbligatorio del Consiglio Superiore della Magistratura sulla forma finale della legge.
La questione relativa alla modifica del sistema pensionistico dei magistrati e all’eliminazione di alcuni privilegi ha generato forti dibattiti nella società romena e tensioni tra il Consiglio Superiore della Magistratura e il Governo. Durante la seduta plenaria del Parlamento per la fiducia posta su alcune leggi incluse nel secondo pacchetto di misure per la riduzione del deficit di bilancio, il primo ministro Ilie Bolojan ha ricordato che i magistrati romeni vanno in pensione a 48-49 anni, con una pensione media superiore a 24.000 lei (circa 4.800 euro). Il premier ha aggiunto che molte pensioni arrivano anche a 35.000-40.000 lei (circa 7.000-8.000 euro), soprattutto per i magistrati che hanno ricoperto posizioni dirigenziali.
“Con la riforma che proponiamo, ci sarà un periodo transitorio di 10 anni, alla fine del quale i magistrati andranno in pensione a 65 anni, l’età standard di pensionamento in Romania. L’anzianità lavorativa necessaria per il pensionamento aumenterà da 25 a 35 anni, come per gli altri cittadini. Finora, l’importo della pensione era pari al 100% dell’ultima retribuzione netta; abbiamo fissato un tetto massimo del 70% del reddito netto dell’ultimo mese”, precisava il premier, sottolineando che, nonostante la riduzione, le pensioni dei magistrati rimarrebbero, comunque, considerevoli.
Anche le obiezioni presentate dall’opposizione su tre delle leggi incluse nel secondo pacchetto di misure di riequilibrio fiscale e di bilancio sono state rinviate all’8 ottobre.
L’unica obiezione di incostituzionalità respinta è stata quella riguardante la legge volta a rendere più efficacel’attività di alcune autorità amministrative autonome, che prevede la ristrutturazione dell’Autorità Nazionale per l’Amministrazione e la Regolazione nelle Comunicazioni (ANCOM), dell’Autorità Nazionale di Regolazione perl’Energia (ANRE) e dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria (ASF). Di conseguenza, questa legge è stata dichiarata costituzionale e può entrare in vigore.