“Triton”, un documentario pluripremiato
Il documentario "Triton" di Ana Lungu, entrato di recente nelle sale di cinema romene, ha avuto la prima mondiale nell’ambito della Competizione Internazionale del Festival FID Marseille.
Corina Sabău, 15.11.2025, 07:00
Il film è stato insignito del Premio Speciale della Giuria per aver valorizzato i materiali privati dell’Archivio Aperto di Bologna e del Premio FIPRESCI al Transilvania International Film Festival, ed è stato inoltre candidato nella sezione Semaine de la critique de Montréal, Canada, e all’Astra Film Festival. “Triton” è un film di montaggio, basato esclusivamente su materiali d’archivio, rari filmati amatoriali girati tra la Seconda Guerra Mondiale e la Rivoluzione del 1989. Triton è composto da tre storie trattate in modo diverso dal punto di vista stilistico, ma legate tra loro da una voce narrante femminile: un padre che filma l’infanzia della figlia in Romania negli anni ’80, un’insegnante di musica che documenta la vita di familiari e amici negli anni ’60 e ’70, e un’aristocratica che cattura immagini dell’estate del 1942, quando il nostro Paese era alleato della Germania nazista.
La collaborazione con il regista Dane Komljen, nato in Bosnia-Erzegovina e residente a Berlino, che ha anche curato il montaggio del film, è stata essenziale per questo progetto, afferma la regista Ana Lungu. “La decisione di dividere il film in tre parti, trattate stilisticamente in modo diverso, è nata mentre lavoravo già da sola. Ho lavorato da sola per circa un anno al montaggio del film e già allora ho ritenuto che fosse più appropriato che le tre parti fossero separate e non forzatamente collegate da una finzione. Inizialmente ho chiesto a Dane Komljen di offrirmi una consulenza per la parte di voice-over, perché non avevo mai lavorato con il voice-over prima, mentre Dane usa questo mezzo in tutti i suoi film. Sapevo già che Dane Komljen aveva anche competenze letterarie, aveva pubblicato poesie prima di iniziare a fare film e anche questo aspetto ha avuto un peso notevole nella mia scelta. Quindi sono stata molto onorata che abbia accettato questa collaborazione. Dane ha avuto questa idea: dato che abbiamo tre parti trattate in modo diverso dal punto di vista stilistico, anche la voice-over dovrebbe essere diversa. Per la prima parte ho scelto la prima persona, per la seconda la terza e per l’ultima la seconda, in quella forma di lettera. Come ho detto prima, quest’idea mi è sembrata molto appropriata e l’ho mantenuta. E nella parte centrale, nel racconto con la narratrice, c’è un piccolo riferimento al romanzo “Fuoco pallido” di Vladimir Nabokov. Nabokov, ma anche altri riferimenti letterari, sono stati in qualche modo alla base della mia collaborazione con Dane”, spiega Ana Lungu.
Andrei Tănăsescu, direttore artistico e curatore di festival, ha identificato con “Triton” una nuova tappa nella filmografia di Ana Lungu. “Scoprendo questi archivi che utilizza in Triton, Ana Lungu ha inaugurato un linguaggio cinematografico stilisticamente e formalmente diverso da quello che aveva affrontato finora nei suoi film di finzione. Va notato, tuttavia, che anche i film di finzione diretti da Ana Lungu finora hanno utilizzato elementi biografici degli attori e delle attrici del cast. Ma questa volta, Ana lavora con materiali trovati, oggetti trovati, in questo caso archivi personali, che hanno già una loro autonomia come oggetti cinematografici o visivi. E Ana offre loro uno spazio di espressione, ma li reinterpreta anche, e lo fa in modo etico, un approccio molto importante quando si lavora con gli archivi. Quando si realizza un film di montaggio, il ruolo dell’autore, come sappiamo, si trova nel montaggio stesso. Ma Triton è, ovviamente, un atto creativo molto ben ponderato e mi riferisco alla narrazione e al tono che ha. “Triton” è un film ricco, che merita di essere visto più volte, perché il pubblico troverà ogni volta qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo. O, perché no, e anche questa variante è valida, ogni volta lo spettatore troverà conferma o meno di un certo messaggio o di una certa percezione nei confronti del modo in cui il film è narrato o degli archivi stessi. Osservo con grande ammirazione, e l’ho già detto, che i film romeni, i film di montaggio o i documentari ibridi, si interessano sempre più agli archivi. E “Triton”, in particolare, ci dà accesso ad alcuni archivi personali raramente accessibili, sia che si parli di cinema che di altri canali mediatici”, spiega Andrei Tănăsescu.
Ana Lungu è nata nel 1978 e finora ha realizzato, in modo indipendente, lungometraggi di finzione selezionati in festival internazionali come il Festival di Locarno (“The Belly of the Whale”, 2010), il Festival di Rotterdam (“Self-Portrait of a Dutiful Girl”, 2015), il Festival di Sarajevo (“One and a Half Prince”, 2018). Ha vinto il premio per il miglior film al Crossing Europe Festival di Linz e il premio del pubblico all’European Film Festival, 2015. Dal 2019 è membro della European Film Academy. I produttori del film “Triton” sono Adrian Sitaru e Ana Lungu.