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Conseguenze del calo demografico

La popolazione della Romania è sempre più anziana. La principale causa: il saldo naturale negativo. La seconda causa - il fenomeno migratorio.

Conseguenze del calo demografico
Conseguenze del calo demografico

, 21.10.2021, 16:39

La popolazione della Romania è sempre più anziana. La principale causa: il saldo naturale negativo. La seconda causa – il fenomeno migratorio. I dati statistici rilevano che il 1 gennaio del 2021, la popolazione residente era calata sotto 19,2 milioni di persone, con quasi 143.000 persone in meno rispetto al 1 gennaio del 2020. Secondo un paragone fatto dai media, la Romania ha perso in un anno la popolazione di una città di dimensioni medie, ha precisato a Radio Romania lanalista Constantin Rudniţchi. “Le cause sono abbastanza chiare. Un tasso di natalità abbastanza basso, un tasso di mortalità relativamente alto e, tuttavia, la principale causa resta lemigrazione dei cittadini romeni. Certo che loro emigrano in unUnione Europea comune, ma… vanno via. È ciò che rilevano le statistiche. Daltra parte, il problema dellinvecchiamento è anchesso molto chiaro. Il numero di anziani è sempre maggiore e quello dei giovani sempre più basso e le analisi rilevano che la tendenza permarrà”.



Non solo la Romania si confronta con un calo demografico, ma anche lEuropa nel suo insieme. Se allinizio del 19esimo secolo la popolazione del continente rappresentava il 15% della popolazione del pianeta, entro il 2050 essa sarà pari a solo il 5%. Ciò si deve, in buona parte, alla crescita della popolazione in altre regioni del mondo. Ma anche al calo drammatico della popolazione in Europa. Ciò succede nonostante il desiderio degli europei di mettere al mondo più figli. Sono due le ragioni per cui sono, però, retticenti, in generale – la mancata sicurezza economica e la preoccupazione per il futuro dei figli. Il risultato: il crescente calo del numero di figli, con conseguenze importanti, come il rischio per la forzalavoro, per i sistemi sanitari e pensionistici. Le stime rilevano che leta media nellUe potrebbe essere nel 2050 di 49 anni. Ossia, unacceleramento del processo di invecchiamento, tradotto in un maggior numero di persone in pensione e un minor numero di persone attive sul mercato del lavoro. Per la Romania, questo divario è accentuato ancora di più dal fenomeno migratorio. Milioni di romeni hanno scelto di andare via, negli anni passati, soprattutto verso lovest dellEuropa, e, secondo lIstituto Nazionale di Statistica, nel 2020, il numero degli emigrati ha superato quello degli immigrati di quasi 29 mila persone. “Limpatto sulleconomia è abbastanza chiaro. Da una parte, abbiamo un problema economico perchè va via la forza lavoro qualificata. Quindi viene persa una risorsa lavorativa importante. Daltra parte, è chiaro che una società che sta invecchiando ha bisogni diversi e altre spese in crescita, e parlo delle spese pensionistiche e sanitarie che sono, comunque, deficitarie, la sanità è sottofinanziata, quindi, da questo punto di vista, i problemi sembrano acutizzarsi”, ha spiegato lanalista economico Constantin Rudniţchi.



Secondo i dati forniti in primavera da Eurostat, tra le 1216 regioni del sistema di riferimento NUTS (Nomenclature of territorial units for statistics) dellUE, 802 avranno popolazioni più ridotte nel 2050 rispetto al 2019, mentre altre 414 avranno una popolazione maggiore nel 2050 rispetto al 2019.



Le popolazioni con il maggiore ritmo di invecchiamento si ritrovano in regioni principalmente dellEuropa Orientale (i Paesi baltici, la Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria) e del sud dellEuropa (Italia, Spagna e Portogallo). La Repubblica Ceca, Grecia, Croazia, Ungheria e Finlandia sono altri Paesi con un gran numero di regioni in cui si stima che la popolazione registrerà un calo. Al polo opposto, popolazioni più giovani sono preconizzate solo per il 10% delle regioni, di cui 8 su 10 in Germania, dove letà media dovrebbe calare di al massimo 4 anni. I più recenti dati Eurostat rilevano che il 2020 è stato, da una parte, nel contesto pandemico, lanno segnato dal più alto tasso di mortalità nellUe, degli ultimi 60. I Paesi comunitari hanno registrato 534 mila decessi in più lanno scorso rispetto al 2019, ossia una crescita dell11%. Così, la popolazione dellUe è calata da 447,3 a 447 milioni di abitanti. Il maggior calo demografico, come numero totale di persone, si è registrato in Italia (-384.000 o – lo 0,6% della popolazione), seguita dalla Romania (-143.000, – lo 0,7%) e dalla Polonia (-118.000, – lo 0, 3%). Ciononostante, come percentuale della popolazione totale, rispetto alla popolazione di cascun Paese, la Romania si piazza al primo posto in questa classifica. Ci sono soluzioni per fermare questo calo demografico? Constantin Rudniţchi è piuttosto scettico.”Purtroppo, le soluzioni per fermare il fenomeno non ci sono oppure non sono soluzioni visibili. Abbiamo visto in altri stati diverse soluzioni per incentivare la natalità, da bonus-bebè fino a congedi di maternità più lunghi. Si possono applicare anche in Romania, ma sembra che in questo moment la questione del calo demografico non sia molto presente sullagenda politica.”



Nel vicinato della Romania, in Repubblica di Moldova, a maggioranza romenofona, la situazione è ancora più grave. Unanalisi dellIstituto per lo Sviluppo e le Iniziative Sociali Il Futuro di Chişinău, rileva che, dal 1991 ad oggi, la popolazione moldava è calata di quasi 1,5 milioni di persone. I cittadini moldavi sono attualmente 2,9 milioni – compresi quelli della regione separatista Transnistria, dove sono rimasti poco più di 300 mila cittadini. Quasi un terzo della popolazione della Repubblica di Moldova è andata via negli ultimi 3 decenni, il Paese essendo uno dei più colpiti dal calo demografico.




fonte foto: pixabay @u_5785qxtfen
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