Di nuovo in giro per il mondo
La violinista Diana Jipa e il pianista Ștefan Doniga, gli unici musicisti del mondo a suonare in meno di 100 giorni su tutti e 7 i continenti e i primi a tenere in Antartica un concerto professionista di musica classica, hanno appena finito la tournée "Musica Proibita".
Ana-Maria Cononovici, 22.10.2025, 07:00
All’inizio di quest’anno, sono stati riconosciuti come gli unici musicisti del mondo a suonare in meno di 100 giorni su tutti e 7 i continenti e i primi a tenere in Antartica un concerto professionista di musica classica. Hanno ricevuto anche l’omologazione ufficiale da parte di Guinness World Records per la più rapida tournée di concerti su tutti i continenti. La violinista Diana Jipa e il pianista Ștefan Doniga, perché è di loro che stiamo parlando, non hanno aspettato a lungo e sono partiti di nuovo in giro per il mondo. Hanno appena finito la tournée Musica Proibita. Ștefan Doniga ci ha raccontato: È stata una tournée che stavolta abbiamo dedicato a un argomento molto serio, l’80/o anniversario della fine dell’Olocausto e della seconda Guerra Mondiale, un segno che l’arte non è solo divertimento, ma fa parte della verità della società attuale. Ci sono state creazioni firmate da compositori che hanno subito varie forme di persecuzione lungo la loro vita e che abbiamo portato in giro per il mondo, in città che ospitano sedi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, un altro gesto simbolico per la lotta che si sta svolgendo a livello mondiale contro quello che significa persecuzione oppure oppressione.”
Diana Jipa ha precisato: “Stavolta siamo andati nelle città che ospitano sedi dell’ONU. Siamo stati a Ginevra, Vienna, Nairobi, Brisbane, dove c’è una sede destinata alle popolazioni indigene, ma anche a New York. Abbiamo fatto questo per illustrare il nostro progetto Musica Proibita, che è dedicato ai compositori perseguitati dai regimi totalitari. I concerti sono stati accolti con tanto entusiasmo ed empatia.”
E Ștefan Doniga ha aggiunto: “Evidentemente, il pubblico viene ai recital anche per rilassarsi, viene per ascoltare una bella musica, e meno per ricevere messaggi così profondi e addirittura che evocano cose abbastanza gravi. Però la cosa bella è che questi compositori che abbiamo incluso nel nostro programma siano riusciti a convertire i drammi delle loro vite in veri e propri miracoli artistici. Così, il pubblico, alla fine, ha incontrato la bellezza, la ricchezza spirituale e questo ha avuto un impatto positivo e ha generato un piacere comune sia per noi, interpreti, che per gli ascoltatori.”
I due musicisti si sono prefissi di portare nella coscienza del pubblico di quattro continenti il modo in cui la cultura ha rappresentato, lungo i più drammatici momenti della storia, l’ultimo rifugio e il più completo depositario dei valori umani, diventando la più forte e autentica forma di resistenza davanti a qualsiasi tipo di oppressione. Diana Jipa: “Come piace dire anche al mio collega, la cultura vuol dire verità, perché in fin dei conti potremmo arrivare alla conclusione che, in una certa misura, questi concetti sono sinonimi. Per questo abbiamo voluto dare un obiettivo ad un bel repertorio. Al giorno d’oggi, sembra che non sia più sufficiente solo suonare, il pubblico pare che abbia bisogno di un motivo per venire nelle sale da concerto. Per conquistarlo, per esporre le nostre idee, le nostre cause, cerchiamo sempre questi pretesti, per far venire il pubblico e renderlo consapevole di certi argomenti, che sono molto seri.”
Quanto alla musica e alle storie raccontate attraverso la musica in questa tournée, Ștefan Doniga ci ha spiegato: “Abbiamo fatto una professione di fede di questo portare la musica romena dappertutto nel mondo. Quindi ci sono stati compositori romeni, come Paul Constantinescu, Myriam Marbé e il nostro giovane e talentuoso amico Roman Vlad, che ha dedicato un’opera propria alla nostra tournée, un’opera in anteprima, ma anche compositori della musica universale, segnati da certi momenti drammatici della storia. Tutti conoscono il destino di Dmitri Shostakovich, ad esempio, presente nel nostro repertorio, come anche Ernest Bloch, un compositore ebreo di origine svizzera, nato proprio a Ginevra. E ci ha fatto piacere iniziare la tournée proprio a Ginevra per evocare la sua personalità. Abbiamo avuto in programma anche il meno noto Sergei Bortkiewicz, un compositore con un destino molto tortuoso, segnato da tutti i drammi della storia del Novecento e che trasmette molto bene, non solo tramite la sua musica, ma anche tramite la sua biografia, tutti questi messaggi che abbiamo inserito nel nostro progetto.”
Seguono una tournée dedicata alla promozione della musica di Enescu a Tokyo, in tre concerti, e poi una storia musicale nel Paese, che inizia a Cluj e svela valori della musica popolare, “Da Anton Pann, a George Enescu”.