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Patto per il libro

Una nuova politica statale mira al raddoppio del consumo di libri entro il 2020 in Romania.

Patto per il libro
Patto per il libro

, 15.01.2019, 18:48

Una nuova politica statale mira al raddoppio del consumo di libri entro il 2020 in Romania. Il ddl, adottato a novembre scorso, include diverse misure legislative volte a incoraggiare i romeni a leggere di più. E Il Patto per il libro rappresenta, a quanto sembra, un’iniziativa senza precedenti in Romania. Della situazione del mercato librario in Romania ci parla Luana Stroe, redattrice del Museo Nazionale della Letteratura romena.



Credo sia un momento di buon auspicio per un’iniziativa di questo tipo, perchè il mercato editoriale in Romania è sempre più variato. Nelle ultime settimane, c’è stata una vera esplosione sulla stampa e sui siti culturali. Top dopo top, bilanci di fine anno, retrospettive, tutti riguardanti l’anno editoriale 2018. E la verità è che, l’anno scorso, sono apparsi moltissimi libri buoni. Abbiamo scrittori eccellenti, abbiamo traduttori eccellenti. In più, sento che c’è un’abbondanza di letteratura romena. Sono state pubblicate tante collane di letteratura contemporanea, collane ben coagulate, ben pensate. Resta solo che il pubblic, i lettori, vengano loro incontro con più costanza, ha raccontato Luana Stroe.



Il critico letterario Alex Ştefănescu crede che l’iniziativa adottata nel Parlamento romeno possa essere una di successo, finchè la società romena è sostenuta affinchè superi le carenze finanziarie. Alex Ştefănescu ha dichiarato a Radio Romania Attualità che ci sono problemi inclusivamente a livello della distribuzione di libri ai lettori.



Ci sono chance che l’iniziativa vada a buon fine se completata con altre misure. Il problema è, innanzittutto, quello dei soldi. Io, ad esempio, ho avuto un’editrice privata, gestita da mia moglie, Domniţa Ştefănescu. Registrava costantemente delle perdite, perchè alle fiere del libro, quando vedevo giovani guardando con tanta voglia i libri senza avere i soldi per comprarli, li davamo loro in regalo. Li davamo in regalo e pagavamo imposte su quei libri, come se li avessimo venduti. Il mercato del libro è calato drammaticamente a causa della mancanza di soldi della popolazione, che è costretta a spendere la maggior parte dei redditi per gli alimenti. Poi, c’è un’altra causa, la pessima diffusione dei libri, che non raggiungono quelli che li aspettano. Le poste non fanno il loro dovere, i pacchi di libri non giungono a destinazione o giungono in grande ritardo, ha detto Alex Ştefănescu.



Il 2019 è, in Romania, l’Anno del Libro. Forse la più importante misura legislativa del programma sulla lettura è l’avvicinamento di un numero quanto maggiore di allievi e studenti liceali alla letteratura di ieri e di oggi.



Il programma prevede anche un progetto chiamato La Romania legge e la posta in gioco sarebbe la promozione della lettura nelle scuole. Credo che non ci sia niente di più adatto. Non abbiamo spesso contatto con gli allievi odierni, ma quando succede, le mie discussioni con loro giungono quasi sempre alla letteratura contemporanea. Ed è qualcosa di completamente nuovo per loro, purtroppo, aproposito del modo in cui funziona il PR culturale. Molte volte leggo loro poesia contemporanea. Ho letto loro, ad un certo punto, una poesiaq delle Canzoni eccessive di Dan Sociu e ne sono stati addirittura affascinati. In fine dei conti, credo sia questa la chiave, offrire loro almeno un campione di ciò che succede oggi, di cosa viene scritto oggi, credo che ciò li farebbe avvicinarsi in un altro modo alla lettura. E concedere, poi, più fiducia ai grandi classici. Penso che, forse, la letteratura contemporanea sarebbe una specie di ansiolitico per le cose da imparare per l’esame di maturità, ha precisato Luana Stroe.



Anche se Il Patto per il libro si prefigge di sostenere i diffusori di libri al pubblico, Alex Ştefănescu crede che quelli che si confrontano con il maggiori problemi siano, in realtà, gli editor.



Mi sorprende il fatto che siano incoraggiate soprattutto le librerie. Io ho tutta la simpatia per i miei amici, i librai. Ma, attualmente, si è giunti ad un’avidità da squali dei diffusori, che prendono il 40-50% degli incassi senza fare il loro dovere. Certo che ci sono anche librai con vocazione, ma in molti casi ciò non succede. Se un libro costa 100 lei, 40-50 lei vanno al libraio, 10 all’autore e altri 10 all’editor. Il resto va alla tipografia, a buona ragione, e, come imposta, allo stato. E il libraio, che prende una simile somma importante, non si assume nessuna responsabilità. Egli ti dà i soldi dopo la vendita del libro, se il libro viene venduto. Non fa niente affinchè sia venduto, a volte si dimentica di metterlo sullo scaffale, e alla fine te lo restituisce con grande ritardo e deteriorato. È una buona cosa che siano appoggiati i librai, ma innanzittutto vanno appoggiati gli editor, ha spiegato Alex Ştefănescu.



La società romena ha, forse più che mai, bisogno di libri. Che scelgano le pagine classiche o le varianti elettroniche, Luana Stroe considera che l’Anno del Libro 2019 avvicinerà di più i romeni all’idea di lettura.



Credo che i libri digitali siano abbastanza ricercati, ma anche gli audiobook. Vengono moltissimi messi in vendita e sono ottimi e credo che piacciano di più al pubblico, soprattutto al pubblico molto giovane. Tuttavia, anche se questo tipo di libro ha un impatto forte, il libro cartaceo resterà il favorito. Tutta questa storia con il 2019 – anno del libro mi fa pensare ad un libro di Umberto Eco e Jean-Claude Carrière, intitolato Non sperate di liberarvi dei libri. Mi sembra un motto adeguato per questo progetto. Io conservo il mio entusiasmo e spero che le cose andranno bene. Visto che il mercato del libro sia uno forte e produttivo, credo che ci sono tutte le chance che costruiamo un pubblico più solido e più stabile, ha detto Luana Stroe.



Secondo un’analisi comparativa realizzata dall’Eurostat, alla metà del 2018, solo un quarto dei giovani romeni di 20 anni leggono più di 5 libri all’anno, il più basso livello nella regione e di molto sotto la media dei giovani nei Paesi del Nord Europa, che leggono molto di più.




Foto: pixabay.com
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