Colloqui sulla riduzione del deficit di bilancio
Il deficit di bilancio record continua a dominare i dibattiti pubblici in Romania.
Bogdan Matei, 06.06.2025, 13:46
L’analisi economica semestrale della Commissione Europea rileva che la Romania è l’unico Paese dell’Unione con squilibri macroeconomici eccessivi. Il deficit di bilancio è il più elevato dell’intero blocco comunitario, attestandosi a quasi il 9%, e, secondo la Commissione, le autorità romene non hanno adottato misure efficaci per correggerlo. Citata dal corrispondente di Radio Romania a Bruxelles, l’analisi dell’Esecutivo comunitario valuta che il deterioramento della situazione in Romania sia stato causato, tra l’altro, dall’aumento delle spese correnti, ovvero degli stipendi e delle pensioni. La Commissione chiede alla Romania di presentare misure rapide ed efficaci, poiché, in tal caso, rischia di non raggiungere gli obiettivi di correzione del deficit entro il 2030 e potrebbe essere soggetto di procedure che porteranno alla perdita di alcuni fondi europei a partire dal prossimo anno.
Ciò che si sa, al momento, a Bucarest, è che un pacchetto di misure per ridurre il deficit di bilancio potrebbe essere presentato ufficialmente lunedì, al termine dei negoziati che il capo dello Stato, Nicuşor Dan, avrà con i leader dei quattro partiti filo-europei che potrebbero formare il futuro governo: il PSD, il PNL, l’USR e l’UDMR. Fino ad allora, le discussioni proseguono all’interno delle squadre tecniche, composte da esperti dei partiti politici. Il presidente Dan ha precisato che nessuna delle proposte fiscali apparse sulla stampa, dall’aumento dell’IVA su alcuni prodotti alla tassazione progressiva degli stipendi, è, per ora, definitiva.
Per ridurre il deficit al 7,5% del PIL, lo Stato romeno deve reperire 30 miliardi di lei (pari a circa sei miliardi di euro), riducendo la spesa pubblica, aumentando le tasse o abbinando le due soluzioni. All’opposizione, i nazionalisti dell’AUR hanno annunciato che non sosterranno l’aumento delle tasse, ma insisteranno su una riduzione del 10% della spesa relativa al funzionamento dello Stato e sulla sospensione, per cinque anni, dei benefici fiscali per alcune categorie di lavoratori, nell’industria, nell’edilizia o nell’agricoltura.
Nel frattempo, i rappresentanti locali dei partiti filo-occidentali non hanno esitato a criticare le misure di austerità previste, che potrebbero avere ripercussioni sulle loro comunità. Il presidente del Consiglio Provinciale Timiş, il socialdemocratico Alfred Simonis, ha dichiarato che non accetterà la rimozione dei lavori per il nuovo stadio di Timişoara dalla lista dei finanziamenti governativi e che è inaccettabile che la più grande città dell’ovest del Paese paghi per “gli errori altrui”. A sua volta, la direzione dell’Accademia Romena smentisce categoricamente le affermazioni, definendole infondate e non sufficientemente documentate, relative ai suoi istituti di ricerca e alla ricerca romena in generale, che secondo alcune voci critiche stanno sprecando fondi pubblici senza produrre molto.