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Il politico Lascăr Catargiu

Uno dei più importanti politici romeni dellOttocento, Lascăr Catargiu fu discendente di una grande famiglia di boiardi ricchi della Moldavia.

Il politico Lascăr Catargiu
Il politico Lascăr Catargiu

, 25.04.2015, 17:18

Uno dei più importanti politici romeni dell’Ottocento, Lascăr Catargiu fu discendente di una grande famiglia di boiardi ricchi della Moldavia. Nacque nel 1823, in piena epoca di modernizzazione e formazione dello stato romeno moderno e fino al 1859 ricoprì vari incarichi nell’amministrazione locale della Moldavia. Sebbene fosse conservatore, sostenne l’unificazione della Moldavia con la Valacchia e partecipò attivamente all’elezione di Alexandru Ioan Cuza in entrambi i principati. Fu uno dei più decisi politici romeni, e insieme ai liberali agì a favore dell’allontanamento di Cuza dal governo quando si rese conto che l’esistenza dello stato romeno era in pericolo. Nel 1866 fece parte della luogotenenza principesca insediata dopo l’allontanamento di Cuza e fu un attivo sostenitore della monarchia costituzionale e della dinastia straniera. Vantava una grande forza di lavoro e si impose come leader dei conservatori che videro in lui un fattore di equilibrio dell’unità del partito.



Lascăr Catargiu fu anche uno dei personaggi provvidenziali per la storia della Romania nella seconda metà del 19-esimo secolo. Inoltre, come sottolineato dallo storico Sorin Cristescu, salvò la Romania dalla destabilizzazione nel 1871: ”Il suo ruolo fu del tutto speciale, ad un certo momento salvò il regno di Carlo I. Un momento drammatico avvenne nel marzo del 1871. Quest’uomo fece fronte ad una situazione molto difficile. Non si sa se Carlo fosse veramente deciso di abdicare, ma lui intervenne fermamente mentre a Bucarest c’era stata una manifestazione organizzata dai liberali, volta a compromettere la colonia tedesca di Bucarest e il principe. Si presentò di fronte al re in veste di luogotenente principesco e gli disse che gli avrebbe offerto il governo forte di cui il Paese aveva bisogno se lo avesse nominato primo-ministro”, spiega lo storico.



Che cosa impose Catargiu come leader dei conservatori, un partito pieno di personalità? ”Godeva di grande prestigio, fu il primo presidente del Consiglio nominato da Carlo, l’11 maggio 1866, e governò fino al 13 luglio 1866. Come arrivò a capo dei conservatori? Il Partito Conservatore era formato da personalità, da gente colta, tra cui i più noti erano Petre P. Carp e Titu Maiorescu. Lascăr Catargiu non aveva pretese intellettuali, non era acido nelle conversazioni. Dal punto di vista spirituale era piuttosto modesto, ma tutti si sentivano bene vicino a lui, mentre in un colloquio con Petre P. Carp, ad esempio, uno poteva essere messo subito in inferiorità. Carp esibiva sempre la sua superiorità nei confronti degli altri membri del partito. Perciò Lascăr Catargiu era sempre apprezzato e preferito. Grazie alla sua modestia, tutti lo volevano come capo perché non offendeva mai nessuno”, aggiunge Sorin Cristescu.



Il governo presieduto da Lascăr Catargiu dal 1871 al 1875 portò la Romania sulla strada verso l’indipendenza. ”Quello fu il primo governo dall’unificazione dei Principati che portò a termine il mandato di quattro anni. Una cosa che non si era mai vista. Fu molto efficace, riuscendo a gestire la situazione finanziaria difficile e vinse le elezioni senza problemi. Con un gesto di indipendenza, sfidò il firmano dato dal sultano che proibiva alla Romania di firmare convenzioni commerciali con altri stati. Firmò la convenzione commerciale con l’Austria nel 1875 dimostrando che la Romania era praticamente indipendente. Sarebbe stato a capo del governo per altri 4 anni se nell’agosto del 1875 non fosse scoppiata la rivolta dei cristiani in Bosnia ed Erzegovina. In qualche mese tutti capirono che sarebbe seguita una guerra fra ottomani e russi e che la Romania avrebbe dovuto parteciparvi. A prescindere dal risultato della guerra, si dovevano cedere le tre province nel sud della Bessarabia: Cahul, Ismail e Bolgrad. E chi voleva connettere il proprio nome ad una cessione territoriale? I conservatori non vollero e si ritirarono dal governo”, spiega ancora lo storico.



”Questo non può essere, Maestà” è uno dei detti più popolari all’epoca. Apparteneva a Lascăr Catargiu e dimostrava fermezza, coraggio e inflessibilità quando veniva raggiunto un certo limite, persino da parte della regina. ”Quando fece questa affermazione era ministro dell’interno nel governo presieduto da un altro conservatore, il generale Ioan Emanoil Florescu. Lo disse come un’evidenza. Era inaccettabile ciò che la regina intendeva fare, cioè far sposare il principe erede Ferdinando con la sua damigella d’onore Elena Văcărescu. Lui ha espresso nel miglior modo possibile l’atteggiamento di un’elite che d’un tratto si era coalizzata intorno ad una proposta. Il matrimonio di Ferdinando con Elena Văcărescu non divise l’elite romena in due, perché non fu sostenuto da nessuno dei boiardi romeni, e nemmeno – come confessa con delusione Elena Văcărescu — dai parenti più vicini alla loro famiglia. Ma il modo in cui Lascăr Catargiu lo disse piacque a tutti”, conclude lo storico.



Nel 1899, Lascăr Catargiu morì a 76 anni, per un arresto cardiaco, proprio nel giorno in cui re Carlo I lo nominava primo-ministro per la quarta volta. (traduzione di Gabriela Petre)

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