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Phoenix, un fenomeno musicale romeno

Phoenix o l’eredità lasciata da Nicu Covaci!

E' morto il fondatore della leggendaria band Phoenix, Nicu Covaci, (fonte foto: Facebook / Phoenix Transsylvania )
E' morto il fondatore della leggendaria band Phoenix, Nicu Covaci, (fonte foto: Facebook / Phoenix Transsylvania )

, 05.08.2024, 15:04

È morto venerdì sera all’età di 77 anni Nicu Covaci, il fondatore della leggendaria band Phoenix. La notizia si è diffusa rapidamente in tutta la Romania, fatto che dimostra il valore artistico di colui che rimarrà per sempre nella storia culturale del Paese. Nato il 19 aprile 1947 a Timişoara (ovest), Nicu Covaci è stato compositore, chitarrista, cantante, pittore e artista grafico. Fin da piccolo ha preso lezioni di pianoforte, fisarmonica, lingua francese, inglese e tedesca. Suonava l’armonica a bocca e la chitarra. Ha studiato al Liceo e all’Istituto di Belle Arti di Timişoara. Era un amante dell’atletica leggera, del canottaggio, della boxe, del nuoto e delle moto.

Insieme ad un compagno di scuola, Nicu Covaci fondò, nel 1961, la band di chitarristi Sfinţii / I Santi, il cui nome fu cambiato, nel 1964, in Phoenix. Nel periodo iniziale, compreso tra il 1964 e il 1966, Phoenix interpretava nelle sale studentesche e nei club di Timişoara canzoni dal repertorio di gruppi famosi dell’epoca: The Beatles, The Rolling Stones, The Monkees o The Animals. Diventò nota in tutto il Paese nel momento in cui venne invitata in programmi televisivi a Bucarest. Dopo il primo concerto nella Capitale, nel 1965, nella sala dell’Istituto di Arte Teatrale e Cinematografia, la band fu invitata a registrare nello studio della Radio Nazionale.

Nel 1974, al culmine del periodo etno-rock della band, i Phoenix furono, però, banditi dal regime comunista di Nicolae Ceaușescu. “Mi sono accorto che non funzionava più e ho deciso di andarmene. Non appena sono arrivato ad Amsterdam, ho iniziato a girare per gli studi per scoprire come continuare l’attività della band all’estero. L’unica soluzione era portarli fuori dal Paese illegalmente. La disperazione mi ha spinto a fare questo gesto. Li ho messi negli altoparlanti Marshall e mi sono diretto verso il confine” – raccontava Nicu Covaci sul suo blog personale su come i membri della band sono riusciti a fuggire dalla Romania. Stabilitisi in Germania e attraversando trasformazioni segnate da rotture e ritorni, Nicu Covaci e i suoi vecchi e nuovi compagni di band operano sotto i nomi di Mad House e Transsylvania Phoenix.

Subito dopo la rivoluzione anticomunista del 1989, tuttavia, la band tornò in Romania e tenne il suo primo concerto nel Paese nel maggio 1990. Alla domanda su come spiega il successo di Phoenix, che è rimasto così grande dopo tanti decenni a prescindere dall’età del pubblico, Nicu Covaci spiega semplicemente: “Abbiamo ancora un pubblico, dai 7 ai 70 anni, che canta le nostre canzoni sillaba per sillaba. Non siamo più né giovani né belli, ma siamo credibili”. Rimarranno nella storia della musica rock romena canzoni immortali del marchio Phoenix che reinterpretano in stile etno-rock gli archetipi più rari e potenti dello spazio romeno: “Vremuri / Tempi”, “Mugur de fluier / Bocciolo di flauto dolce”, “Cei ce ne-au dat nume / Coloro che ci hanno dato i nomi” oppure ” În umbra marelui urs / All’ombra del grande orso”…

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