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Summit RePatriot a Bucarest

I milioni di romeni che hanno lasciato il Paese negli ultimi 35 anni devono essere incoraggiati a tornare a casa, è la conclusione del vertice dedicato ai romeni all’estero, svoltosi giovedì a Bucarest.

sursă foto: facebook.com/repatriot/
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, 04.10.2024, 14:12

I rappresentanti delle autorità hanno sottolineato, durante il vertice dedicato ai romeni all’estero, svoltosi giovedì a Bucarest, l’importanza dei connazionali che vivono e lavorano in altri Paesi, esortandoli a tornare in patria. “Lo sviluppo della Romania dipende dagli investimenti e dall’iniziativa, e il nostro Paese ha bisogno di persone con un atteggiamento occidentale nei confronti del lavoro” – ha affermato il primo ministro Marcel Ciolacu, presente al Summit RePatriot. Il capo dell’Esecutivo ha precisato che solo tra il 2008 e il 2022 sono emigrati più di 3 milioni di romeni, sottolineando che l’anno scorso è stata la prima volta che 190.000 romeni sono tornati nel Paese. Egli ha anche espresso la fiducia che quest’anno torneranno ancora più romeni. Secondo lui ora hanno una grande chance, dato che la Romania è uno dei paesi più sicuri d’Europa.

In questo contesto il primo ministro ha menzionato anche i progetti volti allo sviluppo uniforme della Romania. Egli ha fatto riferimento agli investimenti nelle infrastrutture stradali, nella sanità, nell’istruzione, nonché alla riforma fiscale e ha sottolineato che il termine per l’attuazione di questi investimenti è breve, di un massimo di 2 anni, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Presente al vertice, il presidente del Senato, Nicolae Ciucă, ha dichiarato di desiderare vivamente il ritorno in patria dei romeni all’estero, menzionando che il coinvolgimento dello stato nel facilitare il loro ritorno nel Paese è “assolutamente necessario e importante”. Lo stato – ha sottolineato egli – deve assicurare credibilità e garantire prevedibilità. E ha sottolineato che i romeni all’estero devono scegliere se continuare a lavorare all’estero o tornare in patria. Durante l’evento di Bucarest sono stati premiati simbolicamente 100 romeni che vivono all’estero che si sono distinti in campi come l’imprenditoria, il management, la salute, l’arte, la scienza o lo sport.

Nella categoria dei servizi pubblici e legali tra i premiati c’è anche Alexandra Chiribeş, esperta di diritto europeo, la quale ha affermato che i romeni in Germania cominciano a tornare in patria: “Almeno dalla Germania, dal land del Nord Rhein-Westfalen, solo quest’anno ho ricevuto 464 fascicoli di famiglie che tornano in patria”.

Da parte sua, Ştefan Grigore de Fay, console onorario della Romania a Nizza, ha sottolineato i principi secondo i quali si è guidato nella vita, anche dopo aver lasciato il Paese: “Sono cresciuto da bambino tra due slogan: non dimenticare la tua lingua e cultura e il dovere verso il paese che ti hanno dato. Questo è il primo, imparato dai genitori. Il secondo è di un grande scrittore inglese: Non sapevano che non si poteva fare e allora l’hanno fatto.”

Va anche menzionato che al Senato di Bucarest, come primo organo consultato, è in discussione un progetto di legge per i romeni che tornano in patria. Secondo il documento, i romeni all’estero che sceglieranno di ritornare nel paese e di contribuire allo sviluppo dell’ambiente imprenditoriale beneficeranno di diverse agevolazioni finanziarie attraverso i programmi statali.

Foto: Emil Kalibradov / unsplash.com
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