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Il delta di Bucarest, un nuovo film di Eva Pervolovici

Di recente è uscito in Romania un nuovo film di Eva Pervolovici, regista attualmente residente in Francia. Il documentario Il Delta di Bucarest racconta la storia di un luogo attraverso la voce delle attrici Sandrine Bonnaire e Ada Condeescu.

Il delta di Bucarest, un nuovo film di Eva Pervolovici
Il delta di Bucarest, un nuovo film di Eva Pervolovici

, 11.11.2022, 15:16

Di recente è uscito in Romania un nuovo film di Eva Pervolovici, regista attualmente residente in Francia. Il documentario “Il Delta di Bucarest” racconta la storia di un luogo attraverso la voce delle attrici Sandrine Bonnaire e Ada Condeescu. Allinizio del XVIII secolo, in quella zona fu costruito uno dei monasteri più belli dellEuropa orientale, il monastero di Văcăreşti, trasformato in prigione dopo lascesa al potere dei comunisti. Nonostante le numerose proteste firmate da personalità della cultura dellepoca, su ordine del presidente comunista Nicolae Ceaușescu, ledificio fu demolito nel 1986. Diversi restauratori riuscirono a salvare alcuni affreschi e icone che adornavano il monastero. I proprietari dei terreni e delle case di quella zona furono espropriati e il regime comunista iniziò una vasta opera idrotecnica, che alla fine fu abbandonata. A seguito della segnalazione dellesistenza di un numero impressionante di specie di uccelli, alcune molto rare, e di una lunga documentazione fotografica, nel 2012 una squadra di specialisti in aree protette si è assunta la missione di creare un parco naturale in quella zona.



Attualmente, il Parco Naturale di Văcărești è una delle attrattive turistiche della Romania, grazie allecosistema che si è formato e si è sviluppato molto vicino al centro della capitale. Il documentario “The Delta of Bucharest” è stato presentato in anteprima in Romania al TIFF (Transilvania International Film Festival, Cluj-Napoca) ed è entrato nelle sale di cinema romene alla fine di settembre, mentre nella primavera dellanno prossimo sarà presentato in anteprima in Francia. Abbiamo parlato con la regista Eva Pervolovici di questo personalissimo approccio memorialistico, generato da un arazzo ricevuto dallartista visiva Lena Constante, condannata a 12 anni di carcere nel 1954: “Tutto è iniziato da questo arazzo di Lena Constante, unamica di famiglia, detenuta a Văcărești e in altre carceri della Romania negli anni 60. Questo arazzo è stato per me come un richiamo dal passato, ha innescato il mio bisogno di leggere di più sulla storia di queste donne che sono state imprigionate e per documentare la loro storia. Lo stesso arazzo mi ha incuriosito ed è così che sono arrivata al libro di Lena Constante, “Evadarea tăcută” (L’evadere silenzioso), e grazie a questo libro ho scoperto che cerano altre donne imprigionate a Văcărești, e alcune di loro avevano scritto in francese, fatto che sembra curioso a prima vista, e che hanno pubblicato le loro memorie in Francia. Ma dobbiamo pensare che questi libri sono stati scritti prima del 1989 e il francese era più sicuro per questo genere di testimonianze, pericoloso per chi le scriveva. Menzionerei Adriana Cosmovici, che ha scritto “Au Commencement etait la fin” (1951), un libro edito dalla casa editrice Humanitas con il titolo “All’inizio è stata la fine. La dittatura rossa a Bucarest”.



Sebbene scritto in romeno, il libro è apparso per la prima volta a Parigi, tradotto da Monica Lovinescu, con la quale Adriana Cosmovici aveva stretto una grande amicizia. Adriana Cosmovici riuscì a evadere negli anni 60 e scappò in Francia. Questo avvenne durante il regime repressivo di Gheorghe Gheorghiu-Dej, prima che Ceaușescu salisse al potere. Non era molto semplice neanche in Francia all’epoca, perché non solo i francesi, ma la maggior parte degli occidentali avevano una buona opinione del comunismo e consideravano fascisti coloro che avevano altre opinioni. Ancora più importante fu laiuto di Monica Lovinescu, nota produttrice di Radio Europa Libera, che sostenne Lena Constante in quegli anni a Parigi. Oltre ai libri di Lena Constante e Adriana Cosmovici, nel documentario utilizzo anche citazioni dal romanzo “Le cachot des Marionettes – quinze ans de prison. Romania 1949-1964” / “Il carcere delle marionette”.



“Non cè posto dove nascondersi quando la storia ti insegue”, dice a un certo punto la narratrice del documentario “Il Delta di Bucarest”, una frase che potrebbe essere una specie di motto del film. Nel documentare largomento, Eva Pervolovici ha scelto di puntare sui ricordi delle detenute: “Alla fine, è così che sono state sistemate le informazioni e il film si concentra sulle testimonianze delle donne, anche se il carcere di Văcăreşti aveva anche unala dove cerano anche detenuti maschi. Ho scelto di fare un film basato sui ricordi delle donne incarcerate anche perché mi sembra che la loro voce non si senta abbastanza nemmeno adesso. Parliamo molto degli eroi di guerra o degli eroi della lotta anticomunista e quasi per niente delle donne che hanno sofferto enormemente pure loro, spesso per motivi inesistenti. Alcune di loro sono state incarcerate solo perché si trovavano al momento sbagliato nella situazione sbagliata, come nel caso di Lena Constante, che non era nemmeno politicamente coinvolta. Ho pensato che fosse importante preservare queste testimonianze delle donne che hanno sofferto e sono sopravvissute, perché sono le testimonianze di donne molto forti, di combattenti che sono riuscite a superare momenti molto duri e ingiusti e, alla fine, a fare qualcosa di brillante. Questo è stato anche il caso di Lena Constante, conosciuta grazie alle sue testimonianze scritte, ma anche come artista, per gli arazzi che ha creato. Per questo il film ha anche qualcosa di ottimistico e positivo, perché parla del potere di sopravvivenza di queste donne, direi che è anche una lezione su come superare i momenti molto duri della vita, riuscendo a sfruttare quelle esperienze.



Eva Pervolovici è anche la regista di Marussia, il suo lungometraggio desordio. Il film, uscito nel 2013, è stato insignito di numerosi premi internazionali.

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