L’attore Adrian Vancica, protagonista del film “L’anno nuovo che non venne mai”
Adrian Vancica è stato insignito quest’anno del Premio Gopo al miglior attore protagonista per il suo ruolo nel film “L’anno nuovo che non venne mai” di Bogdan Muresanu.
Valentina Beleavski, 09.08.2025, 17:34
“Il film che mancava sulla Rivoluzione romena”. Così ha descritto la stampa francese il lungometraggio “L’anno nuovo che non venne mai” di Bogdan Muresanu, lanciato in Romania nel settembre 2024, e a fine aprile 2025 anche nell’Europa Occidentale, in Francia e nel Belgio. Insignito di numerosi premi a vari festival, il film ha ottenuto 10 Premi al Galà dei Premi Gopo 2025.
Tra questi, il premio al miglior attore protagonista per il ruolo di Gelu, interpretato da Adrian Vancica, nostro ospite oggi per raccontarci del suo ruolo, del film, del premio e dei tempi in cui viviamo. Per iniziare, Adrian Vancica invita i romeni della diaspora a non perdere questo film. Ecco perché: “I romeni che vivono all’estero dovrebbero andare a vedere questo film insieme ai loro figli, insieme ai loro amici, perché il film rispecchia molto bene la tensione di quei tempi in cui tutti avevano delle paure, tutti vivevano da un giorno all’altro, col pensiero che in qualsiasi momento qualcuno potesse ascoltare le loro conversazione, che in qualsiasi momento potesse succedere qualcosa di male a loro o alla loro famiglia. Il film presenta un mondo cupo, al quale, ve lo dico con tutta la mia sincerità, non vorrei tornare mai più, un mondo al quale possiamo avvicinarci molto facilmente, se non stiamo attenti. Oltre alla realtà che presenta, è un film con attori molto bravi, una trama accattivante e con tante barzellette, perciò è un film di qualità che vale la pena di vedere”.
Abbiamo a che fare con dei personaggi speciali, perché ognuno assume un atteggiamento proprio di fronte al regime, perché non accetta la propria sorte, ma cerca di opporsi a questo in un modo o in un altro, spiega Adrian Vancica. Il suo personaggio, Gelu, è un semplice operaio, un padre che cerca disperatamente di recuperare dall’ufficio postale una lettera inviata da suo figlio, in cui aveva chiesto a Babbo Natale “di far morire nea Nicu”, non sapendo che quello era il soprannome del dittatore Nicolae Ceaușescu. È forse una delle storie più intense del film.
Adrian Vancica ci racconta come è riuscito a mettersi nei panni del personaggio: “Io, per questo ruolo, ho dovuto semplicemente aprire i cassetti della memoria. Perché so cosa vuol dire una famiglia che ascoltava di nascosto Radio Europa Libera. Accadeva anche nella mia famiglia: si ascoltava questa radio a basso volume, si parlava a bassa voce con i vicini … Io ho questi ricordi. E per il ruolo di Gelu, mi sono ispirato a mio padre, ad altri vicini di cui ho ricordi precisi … Quella autorità di un genitore che è sottomesso dal sistema … Ho vissuto in prima persona il freddo, ho fatto i compiti a luce di candela, mi ricordo i condomini grigi, per niente accoglienti … Era molto strano, entravamo in casa, ci vestivamo …”.
Va detto che Adrian Vancica è conosciuto al pubblico soprattutto per i suoi ruoli nelle serie televisive di commedie o di stand-up. Quindi, come è stato il passaggio a un personaggio drammatico? “Conoscete quel detto: laddove c’è tanta luce, c’è anche buio. Laddove c’è molta commedia, c’è anche dramma e a me piacciono i ruoli drammatici. Ogni volta che mi capita, mi affianco a progetti del genere. Il coraggio non è stato necessariamente mio, ma del regista che mi ha affidato un simile ruolo e lo ringrazio, perché mi piace e continuo ad avere risorse per i film drammatici. Il passaggio non è stato così difficile per me, è stata una grande gioia. Non vedevo l’ora, poiché lungo il tempo, facendo tanta improvvisazione, stand-up, scrivendo e interpretando ruoli di commedia, ovviamente ho accumulato la forza necessaria per i ruoli drammatici, perché questi ruoli ti offrono un altro tipo di realismo che devi toccare”.
Adrian Vancica è stato insignito quest’anno del Premio Gopo al miglior attore protagonista. Cosa significa per lui questo premio? “Certo che sono molto contento per il fatto di aver ricevuto questo premio. Vuol dire un riconoscimento da parte dei colleghi in fin dei conti. Ora che il film è capitato proprio nel momento delle elezioni, che mi sembrano le più importanti elezioni che il nostro Paese abbia mai avuto, forse è stato importante anche questo. E sono molto contento che il film abbia avuto tanti spettatori. È stato anche insignito di molti premi a festival importanti, ma ha goduto anche di un pubblico numeroso.”
È vero, questo premio e questo film diventano ancora più importanti in quanto si presentano nel contesto di elezioni presidenziali estremamente tese in Romania. “L’anno nuovo che non venne mai” ha fatto vedere ai romeni e al mondo intero una vita alla quale nessuno vorrebbe tornare mai più.