Manodopera straniera in Romania
I dati statistici mostrano che negli ultimi anni in Romania è aumentata l'importazione di manodopera, un fenomeno del resto abbastanza comune anche in altri paesi europei. Se dieci anni fa in Romania venivano accettati circa 20 mila lavoratori extracomunitari, ora il loro numero è molto più alto.
Corina Cristea, 04.05.2025, 21:08
I dati statistici mostrano che negli ultimi anni in Romania è aumentata l’importazione di manodopera, un fenomeno del resto abbastanza comune anche in altri paesi europei. Se dieci anni fa in Romania venivano accettati circa 20 mila lavoratori extracomunitari, ora il loro numero è molto più alto. Infatti, pur continuando a essere il maggiore esportatore di manodopera nell’Unione Europea, la Romania, a sua volta, approva, anno dopo anno, un numero considerevole di permessi di lavoro per lavoratori extracomunitari, principalmente asiatici.
“La crisi nazionale della manodopera è una realtà”, affermano i rappresentanti del Ministero del Lavoro di Bucarest, che indicano anche i settori in cui manca manodopera, ovvero l’edilizia, i servizi di spedizione, il commercio o la ristorazione. La quota di lavoratori stranieri di nuova ammissione sul mercato del lavoro nazionale viene stabilita verso la fine dell’anno, dopo discussioni con il mondo imprenditoriale e dopo un’analisi del tasso di occupazione della quota di permessi di lavoro precedentemente concessi. Violeta Alexandru, ex Ministra del Lavoro, ha parlato a Radio Romania della presenza di lavoratori extracomunitari sul mercato del lavoro romeno, ma anche di ciò che lo Stato romeno guadagna dal loro arrivo. “È una necessità, il loro arrivo copre alcune aree dove c’è bisogno di manodopera. Ci fanno del bene nel senso che, grazie al loro lavoro, abbiamo accesso ad alcuni servizi di cui abbiamo bisogno, nel settore dei corrieri, nel settore dei trasporti, molti di loro sono autisti, abbiamo bisogno di questi servizi, e loro vengono e svolgono lavori che ci permettono l’accesso a quei servizi. L’edilizia al primo posto. Cosa incassa lo Stato al bilancio? Si versano contributi, contribuiscono praticamente a tutto ciò che il bilancio prevede per le pensioni, per la sanità, pagano le tasse sul lavoro che svolgono a seconda dell’accordo che abbiamo con lo Stato da cui provengono.”
La maggior parte dei cittadini extracomunitari venuti a lavorare in Romania nel 2024 provenivano da Nepal, Sri Lanka, India e Bangladesh. Per il 2025 è stata stabilita una quota di 100 mila nuovi lavoratori stranieri ammessi sul mercato del lavoro romeno, numero rimasto invariato per tre anni, e il Ministero del Lavoro stima che il numero di coloro che saranno impiegati o distaccati in Romania quest’anno rappresenterà circa l’1,25% della forza lavoro totale del Paese. I lavoratori extracomunitari arrivano in Romania tramite aziende, le procedure sono molto chiare e se il lavoratore extracomunitario esprime la sua volontà di rimanere e lavorare in Romania o trova lavoro altrove, presso un altro datore di lavoro, tutti i passaggi devono essere adottati da questo nuovo datore di lavoro, in modo che l’Ispettorato generale dell’immigrazione abbia sempre un aggiornamento su questi spostamenti di lavoratori da un datore di lavoro all’altro, specifica Violeta Alexandru. La società romena è influenzata dall’arrivo di lavoratori extracomunitari? Il sociologo Dan Petre spiega: “Ne risente indubbiamente, soprattutto perché si tratta di un fenomeno mai visto prima. Non abbiamo mai affrontato nulla di simile prima e stiamo imparando a convivere con fasce così ampie di persone provenienti da altre culture. È possibile che la nostra famosa ospitalità venga in qualche modo messa alla prova. Le cose saranno fortemente influenzate dalla situazione economica, da come l’economia evolverà nel prossimo periodo e se andremo in una direzione in cui la società avrà piuttosto difficoltà di assorbimento e avrà comportamenti più propensi a respingerli o, al contrario, a integrarli nella società con maggiore facilità. Le cose sono ancora in fase di sviluppo, è molto difficile dire a questo punto in che direzione andranno le cose.”
La situazione in Romania non è affatto unica, afferma Cosmin Boiangiu, direttore esecutivo dell’Autorità europea del lavoro. “A livello europeo, notiamo la stessa cosa in tutti gli Stati europei: l’aumento del numero di lavoratori provenienti da paesi terzi, la carenza cronica di manodopera in molti settori: trasporti stradali, edilizia, Horeca, logistica, settore sanitario. È un problema crescente. Le regole che ogni Stato fa in base alle proprie esigenze devono, prima di tutto, essere ben applicate. Perché, parlando del caso della Romania, è importante che i lavoratori che vengono portati in Romania per servire gli interessi dell’economia rimangano in Romania, non siano riesportati in altri stati, sotto falsi pretesti.”
Con l’ingresso della Romania nello spazio Schengen, alcuni lavoratori extracomunitari si stanno spostando più a ovest per stipendi più alti, secondo i rappresentanti delle agenzie di reclutamento di personale straniero, secondo cui, a giugno 2024, meno di due mesi e mezzo dopo l’ingresso della Romania nell’area Schengen con lo spazio aereo, circa il 35-40% dei lavoratori stranieri aveva già lasciato il Paese. E il numero è probabilmente in aumento, da quando la Romania ha aderito a Schengen anche con i confini terrestri.