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L’anno 1918 e la Nuova Romania

Per comprendere i cambiamenti dei confini e delle strutture statali che l'anno 1918 ha portato sulla mappa dell'Europa, è necessario prendere in considerazione due realtà, una fisica e l'altra utopica, in cui viveva l'umanità.

L’anno 1918 e la Nuova Romania
L’anno 1918 e la Nuova Romania

, 08.12.2023, 18:02

Per comprendere i cambiamenti dei confini e delle strutture statali che lanno 1918 ha portato sulla mappa dellEuropa, è necessario prendere in considerazione due realtà, una fisica e laltra utopica, in cui viveva lumanità. La prima fu quella della Prima Guerra Mondiale, con oltre 20 milioni di morti tra militari e civili e circa 23 milioni di feriti. I due blocchi militari contrapposti, lIntesa, composto da Francia, Gran Bretagna, Russia, Giappone, Italia e Stati Uniti, e il blocco delle potenze centrali formato da Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria, si sono impegnati in una corsa senza precedenti per soddisfare i propri interessi. La “Grande Guerra”, come venne chiamata, fu quella che decise le nuove frontiere, come quasi tutte le guerre della storia moderna. La seconda realtà, quella utopica, apparve sempre durante la guerra, ossia la rivoluzione bolscevica in Russia. La grande vittoria di Lenin motivò fortemente tutti coloro che volevano il cambiamento profondo del mondo, non solo dei confini, e che credevano che fosse giunto il momento di costruire un mondo migliore sulle rovine di quello vecchio.



La Romania pagò un pesante tributo di sangue durante gli anni della Grande Guerra. Sebbene entrarono in conflitto nel 1916, due anni dopo il suo inizio, i romeni diedero abbastanza per tutta la guerra. Le stime dei sacrifici umani romeni, in percentuale, oscillano tra il 7,5 e il 9% dellintera popolazione, cioè tra 580.000 e 665.000 morti, la metà a causa dellepidemia di tifo esantematico. Il sacrificio fu ripagato con lunione delle province di Bessarabia, il 27 marzo 1918, Bucovina, il 28 novembre 1918, e Banato, Maramureș e Transilvania, il 1° dicembre 1918, con il Regno di Romania. Fu il prezzo pagato da tutti i romeni, e i re di Romania, Ferdinando e Maria, e la classe politica romena furono allaltezza della situazione, come ha mostrato lo storico Ioan Scurtu. “Ion I. C. Brătianu, presidente del PNL, fu coinvolto negli avvenimenti ed ebbe un ruolo importante nella realizzazione della Grande Unione. Sia i romeni della Bessarabia, che i romeni della Bucovina e della Transilvania vennero a Iasi con emissari, prima della proclamazione dellUnione, discussero con il re Ferdinando e Ion I. C. Brătianu e altri politici sul modo di procedere nella mobilitazione per lunione. Brătianu guidò la delegazione romena alla Conferenza di pace di Parigi e lì affrontò i grandi politici dellepoca, dal presidente americano Wilson al primo ministro della Gran Bretagna. Il re Ferdinando era tedesco, era stato ufficiale dellesercito tedesco. Quando nel Consiglio della Corona espresse il parere che la Romania dovesse entrare in guerra contro il suo Paese, la sua famiglia, egli compì un atto di sacrificio personale, ma allo stesso tempo un atto di grande importanza per la Romania. La regina Maria fu fin dallinizio una sostenitrice dellentrata in guerra della Romania a fianco dellIntesa. Lei era inglese ed ebbe un ruolo importante nel convincere Ferdinando a compiere questo sacrificio personale, nellinteresse del popolo romeno. Lungo la strada, il re e la regina erano costantemente con i romeni, lesercito, i principali leader politici.”



Il 1° dicembre 1918 si riunì ad Alba Iulia lAssemblea nazionale dei romeni della Transilvania e il Grande Consiglio nazionale romeno, organo rappresentativo con potere legislativo, chiese la riunione di 1.228 delegati per elaborare la risoluzione di adesione al Regno di Romania. Insieme al Consiglio Nazionale romeno, che svolgeva la funzione esecutiva, il Grande Consiglio Nazionale decise che un nuovo inizio poteva avvenire solo sulla base del suffragio universale. Era giunto il momento per i romeni di utilizzare il suffragio universale, il voto che dava la maggiore rappresentanza elettorale, un voto per il quale i partiti romeni e le organizzazioni nazionali in Transilvania si battevano dal 1881.



Il voto che ha proclamato lunione della Transilvania con la Romania è stato un voto di volontà nazionale, ma anche di urgenza. La fine della Prima Guerra Mondiale aveva innescato utopie trasformiste e lo storico e politologo Daniel Barbu afferma che la pratica democratica del suffragio universale deve essere vista attraverso gli occhi di chi in quel momento assisteva alle rivoluzioni bolsceviche e allanarchia che incombeva dopo quattro anni di guerra. “I partecipanti allAssemblea di Alba Iulia, o almeno coloro che hanno redatto la risoluzione e lhanno proposta al grande consenso popolare, erano dei democratici? Erano ovviamente patrioti romeni. Erano persone che avevano lunghe esperienze parlamentari, avevano la scienza e la pratica della politica. Cosa sarebbe accaduto il 6 dicembre? Lesercito romeno occupa la Transilvania. È stato straordinariamente determinante nello stabilire i confini e, soprattutto, ha riportato la pace nel paese. Abbiamo testimonianze molto chiare, ne parla Ion Lapedatu nelle sue memorie, nelle pagine di diario scritte in quei giorni, dove scrisse “i villaggi si stanno muovendo”. Tutta lEuropa, inclusa lInghilterra, era presa da un brivido rivoluzionario”.



La Grande Romania è stata costituita nel 1918 per volontà dei romeni e in un contesto internazionale favorevole. E nella Nuova Romania hanno trovato posto tutti coloro che hanno ritenuto che corrispondesse alle loro aspettative.




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