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Energia: Romania, tra indipendenza ed efficacia

La Romania si piazza al terzo posto in Europa in materia di indipendenza energetica, però è fanalino di coda quando si tratta dell’efficacia del sistema. E’ quanto è emerso da un convegno specializzato organizzato nella capitale dalla pubblicazione Diplomat Bucharest. I partecipanti ritengono che tra le tre subaree dell’industria energetica romena — elettricità, gas naturale ed energetica urbana, soprattuto l’erogazione di energia termica, l’ultima registra il maggiore deficit. La causa principale, sostengono gli esperti, vine dal trattamento superficiale di questa subarea negli ultimi 23 anni.

, 20.02.2015, 14:01

La Romania si piazza al terzo posto in Europa in materia di indipendenza energetica, però è fanalino di coda quando si tratta dell’efficacia del sistema. E’ quanto è emerso da un convegno specializzato organizzato nella capitale dalla pubblicazione Diplomat Bucharest. I partecipanti ritengono che tra le tre subaree dell’industria energetica romena — elettricità, gas naturale ed energetica urbana, soprattuto l’erogazione di energia termica, l’ultima registra il maggiore deficit. La causa principale, sostengono gli esperti, vine dal trattamento superficiale di questa subarea negli ultimi 23 anni.



I sussidi dal bilancio per i combustibili necessari al riscaldamento e diverse forme di protezione sociale hanno portato a un processo di accumulazioni successive sfavorevoli, difficili da risolvere in questo momento. La Romania ha dei problemi anche per quanto riguarda i sistemi centralizzati di riscaldamento che in molte città non sono stati modernizzati, hanno richiamato l’attenzione i partecipanti al convegno, i quali spiegano che nei Paesi con economia libera consolidata il riscaldamento centralizzato ha dimostrato di essere un metodo sostenibile e con costi minimi, nelle aree urbane, densamente popolate.



Invece, negli stati in transizione questo tipo di riscaldamento è relativamente diffuso, però richiede modernizzazioni notevoli per diventare competitivo come performance e prezzo. Presente al forum, il presidente dell’Autorità nazionale di regolamentazione per i servizi comunitari di utilità pubbliche, Doru Ciocan, ha dichiarato che, dopo il 1989, in Romania l’uscita dal sistema di erogazione centralizzata di energia termica delle località ha avuto una tendenza di crescita accentuata, cosicchè alla fine del 2014 solo 70 località disponevano ancora di simili sistemi.



D’altra parte, i rappresentanti dell’Autorità nazionale di regolamentazione nel campo energetico hanno affermato che, prima di rendere definitiva la Strategia Energetica Nazionale, il Governo deve essere al corrente con le necessità di ogni singola municipalità, per non prendere decisioni sbagliate, che non risponderebbero alle caratteristiche della zona. Lo scorso mese, il ministro dell’Energia, Andrei Gerea, ha annunciato che le priorità per il corrente anno sono quelle di rendere definitiva la Strategia energetica per il periodo 2015-2035, ora al dibattito pubblico, e continuare la riforma strutturale nel settore energetico, soprattutto la privatizzazione e la ristrutturazione delle compagnie in questo settore.



Stando alla Strategia, gli investimenti necessari nel settore energetico romeno per i prossimi 20 anni ammontano a circa 100 miliardi di euro. Il documento indica che la Romania deve intensificare l’esplorazione ed eventualmente lo sfruttamento di nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale, sia convenzionali che nonconvenzionali. Il premier Victor Ponta ha dichiarato di recente che il ministro Gerea preparerà per aprile un piano di proposte per rendere efficace la produzione di energia elettrica.

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