Malcontento degli insegnanti in Romania
Centinaia di insegnanti continuano a protestare davanti al Ministero dell'Istruzione a Bucarest.

Roxana Vasile, 07.08.2025, 13:39
Sebbene si godano una meritata vacanza, gli insegnanti in Romania stanno pensando a cosa succederà nel settore dell’istruzione a partire dall’autunno. Il primo pacchetto di misure di austerità fiscale deciso dal Governo di coalizione guidato da Ilie Bolojan ed entrato in vigore il 1° agosto colpirà duramente anche loro. L’orario di lavoro per gli insegnanti di ruolo nei sistemi pre-universitario e universitario aumenterà da 18 a 20 ore settimanali. È una misura senza precedenti negli ultimi anni! Aumentare il numero di ore lavorative significa sovraccaricare l’orario degli insegnanti, sia per quanto riguarda le lezioni in classe, sia per quanto riguarda il tempo dedicato alla preparazione delle lezioni o alla correzione. Un ulteriore lavoro non retribuito! Quindi, aumentando l’orario di lavoro per gli insegnanti di ruolo, lo stato risparmierà il denaro speso con gli insegnanti pagati a ore.
In altre parole, o si rinuncerà ai servizi di questi ultimi, o riceveranno meno soldi rispetto a prima. Verrà modificata anche la modalità di assegnazione delle borse di studio, in modo che ci saranno meno studenti beneficiari. Per gli studenti, le borse di studio sono state ridotte. A tutto ciò si aggiungono la presenza obbligatoria degli insegnanti a scuola dalle 8:00 alle 17:00, l’accorpamento di alcune unità didattiche e l’aumento del numero di studenti per classe. Dall’entrata in vigore della legge che include queste misure, centinaia di insegnanti hanno protestato quotidianamente davanti al Ministero dell’Istruzione a Bucarest, ma anche in altre città del paese.
Cosa dicono alcuni di loro? ʺQuesta categoria professionale dovrebbe essere presa in considerazione, perché plasma la società. Partiamo da qui, dalla scuola.ʺ ʺAbbiamo un messaggio abbastanza semplice: abrogare la legislazione che danneggia l’istruzione e distrugge l’istruzione romena o, in caso contrario, lasciare l’incarico. E rivolgeremo la nostra attenzione anche al primo ministro Bolojan, con lo stesso messaggio.ʺ ʺSono una pensionata, ma ho anche lo status di ex studentessa e lo status di cittadino di questo Paese, e chi li istruisce? Quelli qui, che devono lottare per i loro diritti. Credo che dovremmo essere tutti qui, perché siamo tutti influenzati in un modo o nell’altro, per tutta la vita, dai nostri insegnanti.ʺ
I sindacati affermano che l’orario obbligatorio di 20 ore settimanali non esisteva nemmeno durante il periodo comunista. Inoltre, costringere gli insegnanti a rimanere a scuola fino alle 17:00, senza fornire loro condizioni dignitose come uffici, computer portatili o persino il pranzo, come accade in altri paesi, è considerato assurdo e offensivo. Se entro l’inizio del nuovo anno scolastico il Governo non riconsidererà le misure di austerità decise in materia di istruzione, è prevista una grande protesta per l’8 settembre, il primo giorno di scuola, a cui sono attese circa 30.000 persone. Fino ad allora, le proteste continueranno puntualmente sia davanti al Ministero che alle sedi dei principali partiti politici. I rappresentanti degli insegnanti hanno chiesto l’appoggio dei genitori, degli studenti e degli enti locali, al fine di sostenere un’istruzione di qualità, adeguatamente finanziata e rispettosa degli insegnanti.