La settimana 08 – 13/12/2025
Decisioni della Corte Costituzionale / La giustizia, nel mirino / Sindaco liberale nella capitale / Conseguenze politiche delle elezioni parziali / La prima visita del nuovo presidente romeno in Francia
Ştefan Stoica, 13.12.2025, 07:00
Decisioni della Corte Costituzionale
A metà settimana, la Corte Costituzionale ha respinto la segnalazione dei populisti del Parlamento e ha convalidato la legge in base alla quale, dal 1° gennaio prossimo, saranno aumentate le tasse su abitazioni e automobili, sui dividendi e sui profitti derivanti dalle transazioni in criptovaluta. Tuttavia, la Corte Suprema ha rinviato a fine anno la decisione più attesa, che riguarda la riforma delle pensioni speciali per i magistrati, sulla quale il governo ha posto la fiducia in parlamento per la seconda volta. I giudici della Corte Suprema hanno contestato il ddl sostenendo che avrebbe discriminato i magistrati rispetto ad altre categorie di beneficiari di pensioni di servizio e avrebbe violato l’indipendenza della giustizia. Obiettivo nel PNRR, la legge proposta dal governo fissa un tetto massimo alle pensioni di giudici e pubblici ministeri al 70% dell’ultima indennità netta e aumenta gradualmente la loro età pensionabile a 65 anni.
La giustizia, nel mirino
Coincidenza o meno, la Corte Costituzionale della Romania ha rinviato la decisione in un momento molto delicato per la giustizia romena. Un’indagine realizzata da giornalisti indipendenti di Recorder e pubblicata su internet con il titolo “Giustizia catturata”, rivela, con l’aiuto di alcuni attuali ed ex-magistrati, come casi di corruzione di rilievo siano stati prescritti cambiando quattro o cinque giudici, ma anche gli effetti della centralizzazione del potere a livello di alcuni magistrati che presumibilmente collaborano con i politici. “Siamo arrivati a reinventare la Legge”, dichiarava, nel documentario, un magistrato, la cui diagnosi sembra dura: il massacro dell’idea di giustizia smobilita i magistrati e disarma i cittadini. In seguito alle rivelazioni, migliaia di persone hanno protestato a Bucarest, davanti alla sede del Consiglio Superiore della Magistratura, e in altre grandi città, gridando “Giustizia, non mafia” o “Vogliamo giustizia, non immunità”. Il coraggio dei magistrati ancora in attività nel denunciare quello che è tossico nel sistema giudiziario e la complicità con la classe politica è stato contagioso per numerosi colleghi, che si sono schierati con loro. Presi di mira dalle critiche contenute nel documentario, i vertici del Consiglio Superiore della Magistratura e della Corte d’Appello di Bucarest hanno reagito, lamentando un attacco concertato contro il potere giudiziario, un tentativo di delegittimarlo e screditarlo.
Sindaco liberale nella capitale
Il liberale Ciprian Ciucu sarà sindaco di Bucarest fino al 2028. Sindaco con meriti riconosciuti nel settore 6, ora convalidati da un elettorato più ampio, Ciucu ha ottenuto oltre il 36% dei voti alle elezioni amministrative parziali tenutesi domenica 7 dicembre. La carica di sindaco era rimasta vacante dopo che Nicuşor Dan, rieletto nel 2024, si è candidato con successo alla presidenza quest’anno. Ciucu è stato seguito, con il 22%, dalla giornalista Anca Alexandrescu, sostenuta da partiti populisti e ultranazionalisti, e dal candidato socialdemocratico Daniel Băluţă, sindaco del settore 4, considerato da molti sondaggi il principale favorito, con un punteggio vicino. Il candidato dell’USR, l’ex leader Cătălin Drulă, è arrivato solo quarto, sebbene Bucarest fosse considerata la roccaforte del partito di centro. Ciò che preoccupa, secondo gli analisti, è la crescente apatia dell’elettorato, che si riflette in un’affluenza alle urne molto bassa, inferiore al 33%.
Conseguenze politiche delle elezioni parziali
L’ascesa dei cosiddetti sovranisti a Bucarest, tradizionale roccaforte del centrodestra, dovrebbe far riflettere il PNL, anche se ha ottenuto un importante successo elettorale; lo stesso vale per l’USR e il PSD, o soprattutto per i socialdemocratici, sostengono i commentatori, convinti che i populisti si nutrano di ampie fette dell’elettorato tradizionalmente di sinistra. La vittoria di Ciprian Ciucu a Bucarest rafforza, a breve termine, la posizione del primo ministro liberale Ilie Bolojan, che ha dovuto sopportare, negli ultimi sei mesi, i capricci populisti del principale partner della coalizione filoeuropea, il PSD. Allertati dal nuovo fallimento elettorale e attenti alla minaccia sovranista, i socialdemocratici hanno annunciato di essere entrati in un periodo di analisi interna dopo i sei mesi di partecipazione al governo Bolojan e, a seguito della valutazione, probabilmente il mese prossimo, decideranno se passare o meno all’opposizione. La valutazione terrà conto, ha affermato il leader Sorin Grindeanu, di come saranno trattate le proposte del PSD riguardanti il bilancio, il salario minimo o la riforma dell’amministrazione. Tuttavia, il PSD ha deciso di non votare la nuova mozione di sfiducia inoltrata lunedì in Parlamento da parlamentari populisti e ultranazionalisti. La mozione sembra un invito alla collaborazione rivolto al PSD e chiede esplicitamente l’uscita dal governo dell’USR, bersaglio preferito dei sovranisti e dei socialdemocratici.
La prima visita del nuovo presidente romeno in Francia
Lunedì, nel primo giorno della sua visita di lavoro a Parigi, il presidente Nicuşor Dan ha incontrato membri della diaspora, ringraziandoli per gli sforzi compiuti per preservare l’identità romena. L’Amministrazione Presidenziale, ha promesso Nicuşor Dan, sta cercando di creare un’interfaccia per la collaborazione con le comunità romene all’estero. I colloqui con il presidente Emmanuel Macron si sono concentrati su come le aziende francesi possano contribuire ai grandi investimenti che la Romania sta preparando nel settore della difesa attraverso il programma europeo SAFE. Il Presidente Dan aveva affrontato l’argomento anche in un incontro con i rappresentanti delle aziende del settore della difesa e delle tecnologie emergenti. La Romania investirà in modo significativo nella difesa, ma non come semplice acquirente, ha sottolineato Nicuşor Dan, secondo cui Bucarest desidera partner che portino nel Paese produzione, tecnologia, posti di lavoro e capacità di esportazione. Dan non ha escluso, d’altro canto, di aumentare il numero di soldati francesi schierati in Romania nell’ambito del gruppo tattico NATO, ma per ora non è stata presa alcuna decisione al riguardo. “Di fronte alle attuali sfide per la sicurezza, esiste una forte forza europea, in grado di mobilitarsi in qualsiasi momento per difendere la Romania”, ha assicurato il leader di Bucarest.