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23.03.2022

Profughi Ucraina – L’Alto Commissariato delle Nazioni Uniti per i Rifugiati intende aprire un ufficio a Iaşi, nel nord-est della Romania, per offrire assistenza agli ucraini in fuga dalla guerra. Dopo la Polonia, la Romania è il secondo Paese che accoglie un grande numero di profughi dalla zona di conflitto, con oltre mezzo milione di ucraini che hanno passato i suoi confini dall’inizio della guerra, il 24 febbraio. Più di due milioni sono entrati in Polonia, mentre quasi 370.000 si sono rifugiati in Moldova. L’Organizzazione Mondiale della Sanità attira l’attenzione che circa 500.000 profughi necessitano di cure mediche, in quanto affetti da diverse patologie, comprese quelle mentali. La guerra in Ucraina ha generato in Europa la più grande ondata di profughi dalla fine della seconda Guerra Mondiale.

23.03.2022
23.03.2022

, 23.03.2022, 11:48

Profughi Ucraina – L’Alto Commissariato delle Nazioni Uniti per i Rifugiati intende aprire un ufficio a Iaşi, nel nord-est della Romania, per offrire assistenza agli ucraini in fuga dalla guerra. Dopo la Polonia, la Romania è il secondo Paese che accoglie un grande numero di profughi dalla zona di conflitto, con oltre mezzo milione di ucraini che hanno passato i suoi confini dall’inizio della guerra, il 24 febbraio. Più di due milioni sono entrati in Polonia, mentre quasi 370.000 si sono rifugiati in Moldova. L’Organizzazione Mondiale della Sanità attira l’attenzione che circa 500.000 profughi necessitano di cure mediche, in quanto affetti da diverse patologie, comprese quelle mentali. La guerra in Ucraina ha generato in Europa la più grande ondata di profughi dalla fine della seconda Guerra Mondiale.

Ucraina – Si sta aggravando la crisi umanitaria nelle città ucraine assediate dall’esercito russo. Stando alle autorità, Mariupol è stata in gran parte distrutta dai bombardamenti. Il numero delle vittime non è accertato, però stime precedenti indicavano migliaia di civili morti. I sopravvissuti sono rimasti senza cibo, acqua, energia elettrica e riscaldamento, e quasi 100.000 vogliono andar via, precisano le autorità di Kiev. I tentativi di aprire dei corridoi umanitari sono falliti, in quanto non è stato rispettato il cessate il fuoco. Le autorità ucraine parlano di catastrofe umanitaria anche a Kherson, a causa del blocco dell’esercito russo. Le agenzie stampa notano che le truppe russe sono in stallo su quasi tutti i fronti e persino spinte indietro dopo alcuni combattimenti, anche nei pressi di Kiev. Stando alla Reuters, i russi hanno fatto certi progressi nel sud e nell’est. Intanto, proseguono anche i negoziati, di cui il presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato stamattina che stanno registrando dei progressi. Dopo essersi rivolto agli eletti di altri Paesi democratici, il presidente ucraino si rivolge oggi al Parlamento francese. Nei video collegamenti con il Congresso americano, il Bundestag, la Knesset o il Parlamento di Roma, Zelensky ha sollecitato ai politici di impegnarsi per fermare la guerra che sta per distruggere il suo Paese.

Sondaggio imprenditori – Circa il 94% degli imprenditori di Romania ritiene che il conflitto tra la Russia e l’Ucraina sarà seguito da una crisi economica. Lo rileva un sondaggio condotto dal Consiglio Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, indicando che 6 manager su 10 hanno persino deciso di rinviare gli investimenti fino al momento in cui la situazione sarà più chiara. Il 77% degli imprenditori intervistati precisa che seguirà un aumento dei prezzi dei loro prodotti e servizi nel successivo periodo. Lo studio indica che la maggioranza delle imprese romene non svolge relazioni d’affari con la Russia e l’Ucraina, e le poche ditte che le avevano, le hanno già interrotte.

Governo – Il Governo di Bucarest sta cercando nuove soluzioni a sostegno della popolazione e dell’economia in seguito al caro prezzi registrato ultimamente. Si tratta di un pacchetto di misure che riguarda sia l’energia e i carburanti, che i generi alimentari e altri prodotti o beni. Sono tenute in considerazione anche le compagnie lese dalle sanzioni imposte alla Russia. Il premier Nicolae Ciucă ha spiegato che una decisione dovrebbe essere presa la settimana prossima, dopo colloqui con gli esponenti della Commissione Europea.

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