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Gas scisto: prima protesta autorizzata a Pungesti

Circa 250 persone hanno partecipato, ieri, a Pungesti, nell’est della Romania, ad una protesta contro l’esplorazione e lo sfruttamento dei gas di scisto, la prima azione di protesta autorizzata di quest’anno. I dimostranti — abitanti di Pungesti e ambientalisti — hanno scandito slogan contro la compagnia americana Chevron, i governanti e la presenza dei gendarmi nella zona. I malcontenti durano da mesi e, lo scorso dicembre, una parte dei dimostranti sono scesi in sciopero della fame. Essi contestano il controverso metodo della fratturazione idraulica, utilizzato per i giacimenti di idrocarburi di scisto, che consiste nello sfruttamento della pressione di una grande quantità d’acqua, mescolata con sabbia e composti chimici, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. I dimostranti affermano che questo metodo comporta un ingente consumo di acqua — 35 mila metri cubi solo per iniziare -, l’aria e la falda freatica rischiando di essere inquinate, e una grande superficie, con la sua flora e fauna, danneggiata.

Gas scisto: prima protesta autorizzata a Pungesti
Gas scisto: prima protesta autorizzata a Pungesti

, 20.01.2014, 13:26

Circa 250 persone hanno partecipato, ieri, a Pungesti, nell’est della Romania, ad una protesta contro l’esplorazione e lo sfruttamento dei gas di scisto, la prima azione di protesta autorizzata di quest’anno. I dimostranti — abitanti di Pungesti e ambientalisti — hanno scandito slogan contro la compagnia americana Chevron, i governanti e la presenza dei gendarmi nella zona. I malcontenti durano da mesi e, lo scorso dicembre, una parte dei dimostranti sono scesi in sciopero della fame. Essi contestano il controverso metodo della fratturazione idraulica, utilizzato per i giacimenti di idrocarburi di scisto, che consiste nello sfruttamento della pressione di una grande quantità d’acqua, mescolata con sabbia e composti chimici, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. I dimostranti affermano che questo metodo comporta un ingente consumo di acqua — 35 mila metri cubi solo per iniziare -, l’aria e la falda freatica rischiando di essere inquinate, e una grande superficie, con la sua flora e fauna, danneggiata.



Questo processo di estrazione è criticato anche perchè danneggerebbe importanti superfici di terreno coltivabile, provocherebbe sismi e frane, e le acque reflue sarebbero difficili da trattare. Non in ultimo, si tratta degli effetti dannosi per la salute, in quanto il fluido da utilizzare contiene centinaia di sostanze chimiche di cui almeno alcune decine sono estremamente tossiche. Ci sono argomenti anche a favore dello sfruttamento dei gas di scisto, riguardanti l’indipendenza energetica della Romania ritenuta dal Governo una priorità strategica.



Le proteste sono scoppiate dopo che, a inizio ottobre, la Chevron ha ottenuto l’autorizzazione di costruzione per il collocamento nella zona della prima sonda di esplorazione dei gas di scisto in Romania. I dimostranti, alcune centinaia ad ogni protesta, hanno abbattuto il recinto della piattaforma Chevron, il che ha determinato le autorità a istituite “una zona speciale di sicurezza”. Di seguito, è stato potenziato il numero di gendarmi nella zona, mentre il traffico su una strada provinciale che collega le località Silistea e Pungesti, dove la Chevron detiene un perimetro di 20 mila metri quadri per lo sfruttamento dei gas di scisto, è stato limitato. Nei confronti di 37 dimostranti, accusati di aver partecipato all’inizio di dicembre alla distruzione del recinto della piattaforma, è stato avviato il perseguimento penale. Adesso, le proteste sono pacifiche, ma i dimostranti affermano che non ci rinunceranno e hanno deciso di creare un’ong attraverso cui risolvere in tribunale una serie di questioni relative allo sfruttamento dei gas di scisto.


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