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Palazzi reali in riva al Mar Nero

La storica Delia Roxana Cornea, autrice del volume Palazzi reali in riva al Mar Nero. Le case da sogno delle regine di Romania, descrive le residenze della monarchia romena in riva al Mar Nero.

Palazzi reali in riva al Mar Nero
Palazzi reali in riva al Mar Nero

, 02.11.2022, 15:54

Con l’arrivo di Carlo, nel 1866, la dinastia degli Hohenzollern collocò la Romania sulla mappa della modernizzazione. I grandi successi politici interni come la Costituzione del 1866 e internazionali come lottenimento dellindipendenza dello stato nel 1878, la proclamazione del regno nel 1881 e la connessione al sistema economico europeo gettarono le basi per lo sviluppo. Uno dei settori economici in forte crescita fu il turismo. La costruzione dei castelli di Peleș e Pelișor significò la nascita e lo sviluppo della città di Sinaia e delle località montane sulla valle del Prahova. Ma la famiglia reale romena ebbe un contributo essenziale anche allo sviluppo del turismo nella zona del Mar Nero. Entrata a far parte dello stato romeno nel 1878, la Dobrugea offriva alla Romania uno sbocco al Mar Nero e ai romeni faceva scoprire il piacere di viaggiare.



La storica Delia Roxana Cornea è autrice del volume “Palazzi reali in riva al Mar Nero. Le case da sogno delle regine di Romania”, in cui sono descritte dettagliatamente le quattro residenze della monarchia romena in riva al Mar Nero. Una di queste è il Palazzo Reale: “Fu costruito tra il 1905 e il 1906, secondo i progetti dellarchitetto Pierre Louis Blanc. La residenza iniziò a funzionare nellautunno del 1907 quando ebbero luogo per la prima volta, in Dobrugea, le manovre militari sotto il comando e il coordinamento di re Carlo I. Poco dopo, gli abitanti di Costanza tramite Anghel Saligny, su proposta di re Carlo, offrirono alla regina Elisabetta, la poetessa Carmen Sylva, un piccolo padiglione costruito sul molo del porto, il cosiddetto padiglione della regina Elisabetta, diventato successivamente il “nido” della regina, un luogo dove, almeno fino al 1914, si riuniva lintera élite intellettuale della città e dove si svolgevano numerose serate letterarie patrocinate dalla regina stessa”.



Si dice che i muri abbiano una propria memoria e vale anche per il palazzo di Mamaia che ha accolto ospiti di spicco lungo il tempo. Delia Roxana Cornea racconta: “Le due residenze sono state testimoni di un evento speciale nella storia della città: hanno ospitato la visita di un giorno dello zar Nicola II. Sono ben note le foto delle due famiglie, la famiglia imperiale russa e la famiglia reale romena, insieme, nel padiglione sul molo del porto di Costanza. Sfortunatamente, il difficile periodo della prima guerra mondiale e soprattutto loccupazione bulgaro-tedesca di Costanza e Dobrugea nel periodo 1916-1918 recarono numerosi danni a queste residenze reali”.



Dopo il 1918, quando tutto stava per cambiare, anche la reggia di Mamaia ricevette unaltra destinazione. Ma era una che aveva al centro lo stemma della monarchia romena e che rendeva omaggio alla politica visionaria dei due sovrani romeni, Ferdinando I e Maria, le personalità centrali del nuovo mondo romeno. Delia Roxana Cornea spiega: “Dopo la guerra, il vecchio Palazzo Reale divenne la Corte dAppello della città di Costanza. Il municipio di Costanza offrì a re Ferdinando e alla regina Maria, come si legge nel titolo della donazione, “in ricordo degli anni difficili delloccupazione e per i padri della patria”, un terreno di diversi ettari al centro della località di Mamaia. Fu il momento in cui la località di Mamaia diventò una stazione turistica. Negli anni seguenti non cera famiglia con una situazione economica di un certo livello che non desiderasse possedere una casa di vacanza a Mamaia. La residenza reale di Mamaia, eretta tra il 1924 e il 1927, è composta da due edifici. Si tratta del Palazzo Reale, dove avrebbe dovuto riunirsi tutta la famiglia, e di un piccolo padiglione voluto dalla regina Maria, la quale lo voleva offrire a Michele. Purtroppo, re Ferdinando non poté mai soggiornare in quella residenza poiché i lavori furono portati a termine nella primavera del 1927 e il re morì nellestate dello stesso anno”.



Linaugurazione del palazzo avvenne il 22 agosto 1927 e allevento partecipò anche il piccolo Re Michele, che aveva allora 6 anni. Seguì un periodo in cui il palazzo fu visitato dalla famiglia reale e dai suoi ospiti, tra cui la famiglia reale di Grecia, con la quale era imparentata quella romena. Ma la storia delledificio cambia, come racconta Delia Roxana Cornea: “Purtroppo, la storia di questa residenza reale cambiò in seguito alla sua vendita nel 1932, secondo un accordo tra la principessa-madre Elena e il suo ex marito, re Carlo II. Da quel momento, il Palazzo Reale diventò prima la base dell’idro-aviazione di Mamaia. Più tardi, negli anni del comunismo, divenne casa di riposo per la classe operaia, e negli anni 70 le autorità comuniste re-divisero lintero edificio e ne fecero il Club Neckermann, destinato esclusivamente ai turisti tedeschi. Come scritto nel rapporto sul progetto, doveva portare alla Romania valuta straniera e lalloggio nellex Palazzo Reale costava all’epoca 13 dollari a notte”.



Dopo il 1989 la storia della Reggia di Mamaia è continuata, ma chi l’ha utilizzata non l’ha mantenuta, quindi si è deteriorata ed è stata abbandonata. La campagna di ristrutturazione delledificio è promettente e, quando i lavori saranno finiti, gli abitanti di Costanza sperano di rivedere il palazzo nella sua originaria grandezza.

Delia Roxana Cornea (foto: archivio personale)
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