Lucian Blaga, diplomatico
L'uomo di cultura Lucian Blaga fu anche un diplomatico che rappresentò il suo Paese con competenza, grazie alle sue qualità e al sostegno della famiglia.

Steliu Lambru, 07.10.2025, 13:26
Nella cultura romena, il nome di Lucian Blaga è sinonimo di eccellenza. È conosciuto già dalle scuole superiori: gli studenti trovano il suo nome e la sua opera nelle pagine dei libri di testo di lingua e letteratura romena. “Io non schiaccio la corolla delle meraviglie del mondo” è tra le sue poesie più popolari, e l’universo della sua creazione è considerato di grande forza.
Lucian Blaga nacque nel 1895 nella provincia di Alba, allora in Austria-Ungheria, e morì nel 1961 a Cluj. Studiò teologia a Sibiu e biologia e filosofia a Vienna, dove conseguì anche il dottorato in filosofia nel 1920. Debuttò come scrittore nel 1919, all’età di 26 anni, influenzato dall’espressionismo. Scrisse poesie e opere teatrali e fu attivo nella stampa culturale. Sì rifugiò da Cluj a Sibiu dopo il 1940, anno in cui la Transilvania settentrionale fu ceduta all’Ungheria, e durante gli anni della guerra fu il fondatore del Circolo letterario di Sibiu, di orientamento modernista. A Sibiu fu anche professore presso l’università che oggi è intitolata a lui. Nel 1948, la legge sulla riforma dell’istruzione emanata dal regime comunista portò alla rimozione di Blaga dalla cattedra. Ritornò a Cluj e lavorò come bibliotecario presso la sezione locale dell’Accademia della Repubblica Popolare Romena. Parallelamente al suo lavoro di bibliotecario e ricercatore presso l’Istituto di Filosofia dell’Accademia, traduceva dalla letteratura tedesca. È stato sposato con Cornelia Brediceanu, figlia di Coriolan Brediceanu, avvocato e politico romeno del Banato, dalla quale ebbe una figlia, Dorli.
Lucian Blaga fu anche un diplomatico. Nel 1926 scelse di rappresentare lo Stato romeno all’estero, la sua cultura e le sue capacità rendendolo idoneo a tale scopo. Ricoprì incarichi di addetto culturale presso le legazioni romene di Varsavia, Praga, Lisbona, Berna e Vienna. Fu inoltre addetto stampa a Varsavia, Praga e Berna tra il 1926 e il 1936, e a Vienna tra il 1936 e il 1937. Sempre tra il 1936 e il 1937 ricoprì la carica di sottosegretario di Stato presso il Ministero degli Affari Esteri nel governo guidato da un altro scrittore, il poeta Octavian Goga. La più alta carica diplomatica ricoperta da Blaga fu quella di Ministro Plenipotenziario (oggi, ambasciatore) della Romania in Portogallo tra il 1938 e il 1939. Nel 1939, il regime di Re Carlo II espulse Blaga dalla diplomazia, considerandolo troppo vicino alla Germania e alle idee del partito fascista della Guardia di Ferro. Nella scelta della carriera diplomatica, Blaga ricevette un grande sostegno dalla moglie, che lo seguì nelle missioni romene all’estero e lo aiutò a preparare i rapporti. La loro figlia nacque nel 1930 a Berna, dove Blaga era addetto stampa.
Nell’archivio del Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena è conservata un’intervista del 2000 all’avvocato, traduttore e giornalista Horia Stanca. Egli ricordava che tra i suoi conoscenti del mondo culturale nel periodo tra le due guerre c’era Lucian Blaga: Ho conosciuto Blaga senza frequentarlo perché era sempre all’estero. Prima è stato addetto stampa, poi ministro plenipotenziario, e nell’ultimo periodo è stato ministro plenipotenziario a Lisbona. Quando si presentò come professore universitario a Cluj, non eravamo più a Cluj, ci eravamo già trasferiti a Bucarest. Poi io andai a Berlino, quindi l’ho conosciuto solo durante le vacanze, quando tornavo a casa a Sibiu. Frequentava molto di più mio fratello Radu. Lo trattava come una sorta di suo successore, Blaga aveva preso Radu come assistente. Ma alla fine, Radu si è occupato di più di teatro e dei suoi versi.
Horia Stanca ha incontrato Lucian Blaga diverse volte e gli incontri sono stati memorabili. Ma non per la portata intellettuale di Blaga, bensì per il carattere riservato dello scrittore: Ho incontrato Blaga in alcune occasioni. Una sera, a teatro, c’era più gente e ovviamente era un ambiente molto allegro e interessante, ma non si poteva parlare e discutere. Non abbiamo mai discusso, comunque. Poi l’ho incontrato un giorno, mentre ero con mio fratello Radu a Sibiu, sul viale, e ci siamo seduti a un tavolo per bere una birra. Sono venuti altri due amici di mio fratello e siamo rimasti lì per almeno due ore a raccontarci storie. Ma Blaga non parlava affatto. E dopo ho detto a Radu: <Oh, ma come mai Blaga non ha detto niente?>. E Radu mi ha risposto: <Non dice mai niente. Sta seduto e ascolta.> Io dico: <Beh, se non avessimo parlato noi, ci saremmo annoiati >. Blaga non era affatto loquace. Ogni tanto raccontava una barzelletta, ma le sue battute erano un po’ insipide.
L’uomo di cultura Lucian Blaga fu anche un diplomatico che rappresentò il suo Paese e non fu né il primo né l’ultimo a impegnarsi in questa impresa. Lo fece con competenza, soprattutto grazie alle sue qualità e al sostegno della sua famiglia.