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Villeggiatura in riva al mare e il suo patrimonio architettonico – La storia dei Bagni di Mare e dei Casinò di Costanza e Mamaia

La riapertura del Casinò di Costanza, avvenuta nel mese di maggio di quest’anno dopo un ampio processo di restauro, ha segnato un momento di rinascita culturale, architettonica e non solo, per la più grande città portuale romena sul Mar Nero.

Delia Roxana Cornea (foto: archivio personale)
Delia Roxana Cornea (foto: archivio personale)

, 28.10.2025, 10:00

In questa occasione, Delia Roxana Cornea, direttrice generale del Museo di Storia Nazionale e Archeologia di Costanza, ha lanciato il suo volume “Villeggiatura in riva al mare e il suo patrimonio architettonico – La storia dei Bagni di Mare e dei Casinò di Costanza e Mamaia”. Il libro è frutto di diversi anni di ricerca, con oltre 10.000 pagine d’archivio consultate, spiega l’autrice a Radio Romania Internazionale.

“Ho iniziato la documentazione dal 1878-1879, cioè dal momento dell’insediamento dell’amministrazione romena in Dobrugia (dopo la conquista dell’Indipendenza della Romania – ndr), e mi si è aperto un mondo che nemmeno immaginavo, delle verità e delle realtà che noi, come abitanti di Costanza, conosciamo, ma delle quali non ci eravamo realmente resi conto: il mondo della villeggiatura. Il Casinò non è solo una parte di Costanza, è parte integrante della villeggiatura in riva al mare. Tutti noi ci rendiamo conto che la nostra città vive con maggiore intensità durante la stagione estiva, ma pochi sanno che, in realtà, Costanza ebbe questo destino balneare già progettato al momento dell’insediamento dell’amministrazione romena. Già dal 1861 vi furono persone che vennero in Dobrugia per fare i bagni di mare. Si tratta dei deputati Constantin T. Grigorescu e Dimitrie Brătianu, membri dei corpi legislativi dei Principati, i quali vennero allora a fare i bagni a Kustendjie (l’antico nome turco della città di Costanza – ndr), che all’epoca faceva parte dell’Impero Ottomano. A quei tempi, un viaggio da Bucarest a Kustendjie durava circa due giorni e non esisteva ancora il celebre ponte sul Danubio, quindi bisognava affrontare diverse tappe. Il deputato di Ploiești, Grigorescu, lasciò un interessante diario di viaggio, “Souvenir du Voyage”, pubblicato parzialmente negli anni ’80 dallo storico Petre Țurlea, nel quale racconta come alloggiarono all’hotel inglese dell’epoca e come fecero i bagni di mare”, spiega Delia Roxana Cornea.

Nel giro di pochi decenni, dal 1880 al 1910, Costanza si sviluppa e diventa una città moderna. A Mamaia, i bagni furono inaugurati ufficialmente nel 1906, essendo gestiti da una donna, e nel 1910 fu aperto il nuovo Casinò di Costanza, spiega Delia Roxana Cornea.

“Da questo momento, la storia del casinò si intreccia con quella della città, così come possiamo ugualmente dire che anche la storia della città si è intrecciata con quella del casinò. Io l’ho definito il periodo più bello del casinò, perché si tratta di un’epoca in cui la società non era ancora segnata dalla brutalità delle due guerre, non aveva conosciuto tali distruzioni, e probabilmente nessuno le immaginava. Certo, vi fu quel momento sfortunato delle guerre balcaniche nel 1913. Ma Costanza era ormai diventata il cuore della stagione estiva. Si organizzavano vari tipi di manifestazioni. Più o meno nello stesso periodo veniva aperto anche il casinò di Sinaia. Entrambi erano gestiti dai fratelli Marçay e offrivano programmi di varietà che, come riportato dalla stampa dell’epoca, erano straordinari, con artisti di fama provenienti dall’Europa”, aggiunge Delia Roxana Cornea.

La costruzione del Casinò e di moderni stabilimenti balneari trasformò Costanza in una meta ambita dall’alta società della capitale Bucarest. Durante la stagione estiva, la città sul mare competeva con alcune importanti località montane, tra le quali Sinaia era certamente la regina, aggiunge la nostra ospite. “Tutti volevano essere a Sinaia nel mese di luglio o giugno. Se non comparivi a Sinaia, non esistevi nell’alta società. In seguito, la stessa cosa accadde anche a Costanza: non andava bene non esserci durante la stagione estiva. Le autorità puntavano su due obiettivi: la realizzazione di bagni di mare che rispondessero alle esigenze moderne e la costruzione di edifici destinati a spettacoli, rappresentazioni teatrali e altre forme di divertimento”, dice ancora la direttrice generale del Museo di Storia Nazionale e Archeologia di Costanza.

Negli anni ’20 del secolo scorso, il Servizio Marittimo Romeno iniziò ad aprire rotte verso Istanbul o verso porti d’Italia o di Grecia, e persino una linea transatlantica. “Costanza era davvero una località balneare, era un porto commerciale, ma grazie a queste escursioni messe a disposizione del grande pubblico, l’offerta si diversificò e molte persone erano interessate a brevi crociere, ad esempio a Istanbul. Compravano i biglietti, partivano per due o tre giorni e tornavano sempre via mare. (…) Erano tempi di grande innovazione. Ad esempio, la regina Maria e sua figlia Ileana, negli anni ’30, partivano dalla loro residenza di Mamaia per Balcic con l’idrovolante. Esistevano voli regolari che collegavano Costanza a Balcic. Il 15 agosto era una giornata celebrata costantemente a Costanza. La tradizione fu interrotta dall’instaurazione del regime comunista, ma all’epoca era una festa molto apprezzata e celebrata con entusiasmo, anche perché gran parte delle manifestazioni era organizzata dalla Lega Navale Romena, posta sotto la protezione della Casa Reale romena. Costanza era davvero il polo estivo della Romania in quel periodo”, conclude Delia Roxana Cornea.

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