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Romania, da un anno in Schengen

La Romania segna un anno dalla sua adesione parziale all’Area Schengen.

Bogdan Despescu (Foto cattura video)
Bogdan Despescu (Foto cattura video)

, 01.04.2025, 11:07

La Romania segna un anno dall’ingresso nell’Area Schengen con le frontiere aeree e marittime, una formula transitoria verso la piena adesione dal 1° gennaio di quest’anno, cioè anche con i confini terrestri. Bloccata all’inizio dalla giustificata intransigenza di alcuni partner europei, che ritenevano che Bucarest non facesse abbastanza per combattere la corruzione, e in seguito da altri per evidenti ragioni elettorali, camuffate sotto il timore della migrazione illegale, l’adesione della Romania a Schengen è diventata così un lungo percorso.

Il rinvio dell’ingresso di oltre un decennio ha causato perdite finanziarie al paese e alcuni dei suoi cittadini si sono sentiti considerati europei di seconda classe. Ora l’adesione è completa e sta producendo gli effetti benefici attesi. Il segretario di stato presso il Ministero degli Interni, Bogdan Despescu, ha affermato che l’ingresso nell’area di libera circolazione ha rappresentato per la Romania un segno di solidarietà e fiducia, aspetti costruiti insieme ai partner europei.

“Non è stata una strada facile. Per ogni tappa, le strutture del Ministero degli Interni hanno dimostrato la loro professionalità, abbiamo dimostrato di soddisfare le condizioni del regolamento Schengen, abbiamo dimostrato di lavorare come le strutture dell’Area Schengen, sappiamo lavorare in squadra, sappiamo accelerare dove è necessario accelerare, sappiamo proteggere i cittadini e allo stesso tempo proteggere i confini dell’Unione Europea”, considera il segretario di stato al Ministero degli Interni, Bogdan Despescu.

Secondo lui, l’adesione a Schengen ha significato responsabilità per le strutture del Ministero degli Interni in un contesto internazionale diverso, con molteplici sfide, e per i cittadini la libera circolazione, praticamente la possibilità di spostarsi molto più velocemente fuori dal paese. Le strutture del Ministero degli Interni hanno adattato i loro meccanismi di lavoro a ciò che significa una modalità di lavoro senza controlli sistematici e abbiamo ideato diverse attività compensative, tutte volte ad aumentare la sicurezza nello spazio nazionale, ha precisato Despescu.

Il segretario di stato dice che, un anno dopo l’utilizzo dell’applicazione eDAC, che consente la verifica dei documenti di identità, sono state identificate oltre 600 persone indiziate. Nell’ultimo anno, dall’adesione a Schengen con le frontiere aeree, le strutture del Ministero degli Interni hanno effettuato 3.900 missioni nei 17 aeroporti internazionali della Romania.

In questo periodo sono stati individuati oltre 100 documenti falsi o utilizzati da persone diverse dai titolari e sono state trovate oltre 150 persone residenti illegalmente nel territorio degli stati Schengen. Il Ministero degli Interni ha svolto diverse azioni in collaborazione con i partner bulgari e ungheresi, poiché era necessario unmodo di lavorare adattato alla revoca dei controlli alle due frontiere. Bucarest sostiene di aver contribuito alla stabilità dell’intera regione e che, grazie alla sua azione, il tasso migratorio è stato ridotto di circa l’80%.

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