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Certificato di liberazione dalla servitù intestato a Oprea Matei

La Rivoluzione Romena del 1848 è stata parte della rivoluzione europea dello stesso anno ed espressione del processo di affermazione della nazione romena e della coscienza nazionale.

La locandina della mostra (Foto: MNIR)
La locandina della mostra (Foto: MNIR)

, 19.01.2025, 19:11

La Rivoluzione Romena del 1848 è stata parte della rivoluzione europea dello stesso anno ed espressione del processo di affermazione della nazione romena e della coscienza nazionale. La servitù è esistita nei Principati Romeni lungo la loro esistenza. La servitù era uno status di subordinazione, che aveva aspetti comuni ma anche differenze da quelli di servo della gleba e di schiavo. La schiavitù è stata soprattutto una situazione delle persone di etnia rom. I servi erano di proprietà del padrone, che disponevano di loro come di qualsiasi altro bene, nonché del diritto di essere risarciti se privati del loro bene (il Codice penale del 1818 della Valacchia precisava che “Tutti gli zingari sono nati servi” e che “Gli zingari senza padrone sono di proprietà dello stato”). L’origine indiana dei primi rom è conosciuta grazie alla loro lingua, ma non si può dire lo stesso sull’origine della servitù dei rom nello spazio dei Principati Romeni.

Al Museo Nazionale di Storia della Romania (MNIR) si sono conservate prove che documentano la liberazione dei rom dalla servitù. Un documento molto importante tra questi è il “Certificato di liberazione dalla servitù intestato a Matei Oprea”. Del documento e della sua importanza nel contesto storico dell’epoca abbiamo parlato con Andreea Ștefan, museologa presso il Museo Nazionale di Storia della Romania: “Il certificato di liberazione dalla servitù intestato a Matei Oprea” è un documento conservato nelle collezioni del Museo Nazionale di Storia della Romania, che attesta un episodio di un processo storico più lungo che interessa i Principati Romeni della Valacchia e della Moldavia nel XIX secolo, che si è svolto tra il quarto e il quinto decennio. Si tratta delle riforme che hanno portato alla liberazione dei rom dalla servitù. La schiavitù della popolazione rom dei due principati era un fenomeno che, alla metà del XIX secolo, rappresentava già il più importante e grave problema sociale che i due principati dovevano risolvere.”

 

Andreea Ștefan ci ha parlato dello spirito rivoluzionario del 1848, influenzato dalle politiche e dalla cultura europea dell’epoca, citando il brano sulla liberazione dalla schiavitù del programma adottato a giugno 1848 dal movimento rivoluzionario della Valacchia, la “Proclamazione di Islaz”: “La liberazione dei servi è già menzionata nel documento in cui rendono noto il loro programma, ovvero la Proclamazione di Islaz, pubblicata il 21 giugno. … la formulazione riflette la profonda vergogna sentita da questi giovani intellettuali con studi nell’Occidente, eredi dei valori illuministi, a causa dell’idea che nel loro Paese veniva tramandata una simile pratica sociale antiquata e soprattutto  completamente inumana. Cito, quindi un brano del testo della Proclamazione di Islaz: “Il popolo romeno rinuncia all’inumanità e alla vergogna di tenere servi e dichiara la libertà degli zingari posseduti da persone private… ”

Andreea Ștefan ci ha offerto altri dettagli sull’atteggiamento e le azioni dei rivoluzionari del 1848, e sulla loro responsabilità in quei momenti, comprese le responsabilità della Commissione per la Liberazione dei Servi: “Dobbiamo però prendere in considerazione, da una parte, la pressione che c’era su di loro e la necessità di sembrare negli occhi della popolazione quanto più accettabili, quindi moderati. D’altra parte, dobbiamo ricordare che questi giovani con studi in Francia provenivano dall’élite sociale, spesso proprietaria di terre, che aveva incassi importanti dallo sfruttamento del lavoro gratuito prestato dai servi. A soli 5 giorni dalla Proclamazione di Islaz, il 26 giugno, venne creato anche l’ente che avrebbe implementato questa importante riforma sociale, ovvero la Commissione per la Liberazione dei Servi, che aveva due compiti principali, quello di emettere i certificati di liberazione dalla servitù e di rilasciare i certificati di risarcimento.”

Andreea Ștefan con particolari sul “Certificato di liberazione dalla servitù intestato a Oprea Matei” che si trova nel patrimonio del Museo Nazionale di Storia della Romania: “E’ un modulo standard, stampato con un alfabeto di transizione, ovvero scritto con un miscuglio di lettere cirilliche e di lettere in alfabeto latino … in questo caso è il certificato numero 19276, … Matei Oprea, aveva 10 anni nel momento in cui ha ricevuto il certificato ed era in possesso di Ion Ghica, anche lui partecipante alla Rivoluzione del 1848 e militante per la liberazione dei servi.”

Andreea Ștefan ci ha offerto uno sguardo d’insieme sul momento 1848 dal punto di vista della liberazione dalla schiavitù sul territorio dei Principati Romeni: “Il momento 1848 è un passo indietro nel processo di emancipazione dei rom. La legislazione votata dal governo provvisorio è effimera e cessa la sua validità nel momento in cui cessa l’attività anche il governo stesso…”

Alla fine, Andreea Ștefan ha condiviso con noi alcune opinioni sugli effetti di quelle norme legislative dal 1848 ad oggi: “Il modo in cui la servitù ha colpito la comunità rom è molto complesso, profondo, con effetti a breve termine, che si sono sentiti subito dopo la liberazione, ma ha prodotto anche effetti a lungo termine, che sicuramente abbiamo avvertito nel momento di grande tensione della Seconda Guerra Mondiale, nel momento dell’Olocausto della comunità rom e che si avvertono nella tendenza ancora presente nella comunità attuale a emarginare la comunità rom.”

Foto: Museo Nazionale di Storia della Romania
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