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Gli stateri nella Dobrugia

Gli stateri sono delle antiche monete greche d’oro o d’argento che si sono diffuse in tutta l’Europa nel IV secolo avanti Cristo.

Emilia Dobrin, premio alla carriera
Emilia Dobrin, premio alla carriera

, 18.06.2024, 13:10

Gli stateri sono delle antiche monete greche d’oro o d’argento che si sono diffuse in tutta l’Europa nel IV secolo avanti Cristo. Sono stati rinvenuti anche nella zona del Danubio Inferiore o della Dobrugia di oggi sull’attuale territorio della Romania. In generale, gli archeologi e i numismatici classificano gli stateri classici, quelli del periodo ellenistico dell’Europa Sud-Orientale, in monete di tipo Alessandro e monete di tipo Lisimaco. Le denominazioni provengono dai nomi del più importante conquistatore dell’antichità e di uno dei generali che si è incoronato re della Tracia dopo la sua morte.

Sulla riva occidentale del Mar Nero, le colonie greche erano integrate nel mondo ellenistico e gli scambi economici avvenivano in stateri. Il più forte stato della zona era il Regno del Ponto sito all’est del Mar Nero. Il più forte sovrano del Ponto fu Mitridate VI Eupatore, tenace nemico dell’Impero romano dei secoli II-I avanti Cristo. Il Re del Ponto coniò anche lui stateri che arrivarono anche sulla riva occidentale del Mar Nero.

Emanuel Petac è numismatico e ricercatore presso la Biblioteca dell’Accademia Romena e ci ha raccontato della diffusione di queste monete sulla riva occidentale del Mar Nero e nella Dobrugia: “Alla metà del terzo secolo avanti Cristo e nella seconda metà dello stesso secolo, il Mar Nero si riempì d’un tratto di un’ingente quantità di oro. Si tratta di stateri di tipo Alessandro a Istros (Histria), Callatis, Odessos (la Varna di oggi), Mesembria (Nesebăr di oggi). Ci sono stateri di tipo Lisimaco a Istros, Tomis, Bisanzio (la Istanbul di oggi), a Odessos, Mesembria, ma anche a Tyras (Cetatea Albă di oggi). E tutto questo in un determinato contesto geopolitico, cioè quello della guerra tra Bisanzio, da una parte, e l’alleanza tra Istros, Callatis e forse anche altre fortezze della riva bulgara di oggi del Mar Nero, dall’altra.”

La circolazione monetaria nel bacino de Mar Nero diminuì drasticamente dopo l’epoca di Lisimaco, dopo la sua morte nel 281. Emanuel Petac parla di una crisi dell’oro e dell’argento nella seconda metà del III secolo avanti Cristo: “D’un tratto, intorno all’anno 200 e soprattutto dopo, tutto tornò alla situazione di prima, nel senso che il metallo prezioso scomparve. Non esistevano più monete d’oro e d’argento. È chiaro che i pezzi esistenti alla metà del terzo secolo erano stati intensamente utilizzati fino verso gli anni 220-218, quando le colonie greche pagavano quell’enorme e pesante tributo al re Cavaro, al regno di Tylis nei Balcani. Quindi avevano ancora con che cosa pagare l’oberante tributo. Seguì la rivolta, il regno di Tylis cadde e dopo l’anno 200 non c’è più nulla. Cosa era successo? Praticamente, intorno all’anno 200 furono estremamente rare le emissioni di stateri di tipo Lisimaco, coniati a Tomis, a Istros o a Tyras.”

Gli stateri di tipo Lisimaco coniati presso la corte di Mitridate e scoperti a Istros pesano in media 8,18 grammi e risalgono all’epoca della prima guerra del Regno del Ponto contro Roma degli anni 88-86 avanti Cristo. Gli scavi archeologici non portano alla luce, però, solo gli stateri propriamente detti, ma anche iscrizioni che parlano delle relazioni inter-umane in cui erano coinvolte le monete. Emanuel Petac ha riassunto il testo di un’iscrizione di Histria: “La fortezza di Histria aveva contratto un prestito finanziario di 100 stateri da un creditore di Bisanzio che non poté più restituire, forse per un periodo abbastanza lungo. Il creditore bizantino morì e la creanza venne ereditata dal figlio. Alla vigilia delle guerre mitridatiche, ponendosi il problema dell’alleanza tra le fortezze della parte occidentale del Ponto e il Regno del Ponto, la fortezza di Histria mandò a Mitridate dei messaggeri che inevitabilmente passarono per Bisanzio. La delegazione istriana era guidata da un certo Meniskos. Evidentemente, Meniskos doveva essere una persona estremamente importante nella fortezza, dal momento che gli venne affidato il messaggio a Mitridate VI per una cosa così importante, come l’alleanza con il re del Ponto. I messaggeri arrivarono a Bisanzio, la creanza essendo valida ed esecutoria. Bisanzio arrestò i messaggeri istriani con a capo Meniskos, gli incarcerò, secondo il decreto, a lungo termine. Potremmo chiederci cosa significasse a lungo termine, ma probabilmente si trattava di almeno un paio d’anni. Diogene, lo stratega di Mitridate, intervenne, pagò il debito della fortezza di Histria a Bisanzio e quest’ultima rilasciò i messaggeri istriani. Quindi fu necessario l’intervento di un personaggio dall’esterno affinché la fortezza istriana pagasse un debito di 100 stateri. A questo si era ridotta Histria alla fine del II secolo e all’inizio del I secolo avanti Cristo, a non poter pagare 100 stateri, mentre più di 100 anni prima era inondata dall’oro seleucide, e poi tolemaico, che le permetteva di coniare migliaia di stateri, se non di più.”

Gli stateri greci della zona del Mar Nero sono degli artefatti di uno spazio economico dinamico negli ultimi due secoli avanti Cristo. Quelli sulla riva occidentale sono esempi della vita di alcune comunità locali integrate in una tendenza storica ancora più ampia.

Delia Roxana Cornea (foto: archivio personale)
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