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La biblioteca del Monastero di Sinaia

Nello spazio medioevale romeno, l’erudizione assieme a tutto quello che riguardava l’istruzione, nonché la scrittura e la stampa dei libri, si concentravano all’interno e intorno ai monasteri. Un esempio in tal senso è anche il monastero di Sinaia, dell’omonima località turistica montana, sita sulla Valle del Prahova.

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, 21.05.2024, 07:00

Nello spazio medioevale romeno, l’erudizione assieme a tutto quello che riguardava l’istruzione, nonché la scrittura e la stampa dei libri, si concentravano all’interno e intorno ai monasteri. Un esempio in tal senso è anche il monastero di Sinaia, dell’omonima località turistica montana, sita sulla Valle del Prahova. Con un’architettura impressionante, questo luogo di culto ortodosso si fece notare anche grazie all’associazione a un’importante famiglia principesca e, al contempo, erudita: i Cantacuzino. D’altronde, il fondatore del monastero eretto tra il 1690 e il 1695 fu il capo dell’esercito Mihail Cantacuzino, colui che, fece costruire a Bucarest anche il primo ospedale civile, l’ospedale Colţea. Quello che si sa di meno è il legame tra questo monastero e le biblioteche moderne della Valacchia, legame sottolineato da Simona Lazăr, ricercatrice e bibliotecaria presso il Centro Culturale Carmen Sylva di Sinaia: Nel 1695, nel momento in cui venne inaugurato il monastero, furono gettate anche le basi della prima biblioteca di Sinaia. Allora, il fratello di Mihail Cantacuzino, Constantin Cantacuzino, capo dei cuochi, pescatori e giardinieri della corte, grande erudita dell’epoca, regalò al monastero il libro che reca ancora oggi il numero 1 nell’inventario. Si tratta del „Vangelo in greco e romeno”, stampato nel 1693 a Bucarest. Al momento, il monastero detiene quattro copie dell’opera che ha qualcosa di particolare, secondo me. Riunisce quattro fratelli Cantacuzino: la donazione venne fatta dal capo dei cuochi Cantacuzino al monastero costruito da suo fratello, il capo dell’esercito Mihail Cantacuzino, libro pubblicato nel 1693 nella tipografia aperta quasi un decennio prima da suo fratello, Șerban Cantacuzino, principe della Valacchia, e tradotto negli anni precedenti da un altro fratello, Iordache Cantacuzino. Il monastero custodisce libri in romeno, però scritti in slavo ecclesiastico, con caratteri cirillici. Ci sono anche libri in greco e in tedesco. Ad esempio, il libro più vecchio e il Nuovo Testamento pubblicato a Lipsia nel 1564, poi c’è un Anthologhion di Câmpina del 1643, una raccolta di leggi del 1652, di Târgoviște. Segue cronologicamente la Bibbia di Bucarest del 1688, stampata sempre sotto la guida di un Cantacuzino, conosciuta come la Bibbia di Șerban Cantacuzino, poiché fu lui a disporne la stampa. Però questa biblioteca del monastero è cresciuta nel frattempo. La maggior parte dei libri entrati nel suo inventario erano libri di culto utilizzati per le messe.

D’altronde l’amore per i libri fu un’altra caratteristica dei Cantacuzino, famiglia della quale hanno fatto parte molti dei principi della Valacchia e che ha segnato la storia politica e culturale fino alla contemporaneità, come ricorda Simona Lazăr: Per capire meglio come sia stato possibile per quattro fratelli essere così attaccati ai libri, dovremmo sapere qualcosa in più sulla loro infanzia. Il loro padre, che ricopriva una carica amministrativa, aveva fondato nella propria casa una piccola biblioteca sia per sé stesso, che per lo sviluppo dei figli. Loro capirono cosa significava il libro e fu da lì che cominciò il loro sviluppo. Oserei dire che quello fu il punto di partenza dell’idea di gettare le basi di questa biblioteca a Sinaia. Sarebbe ancora da dire che almeno due dei fratelli, Constantin e Mihail, studiarono a Padova, dove Constantin Cantacuzino scoprì di avere una passione per la raccolta e la collezione di libri. Tant’è che, al ritorno nel Paese, fondò la propria biblioteca al monastero di Mărgineni. Noi, bibliotecari, dobbiamo anche un’altra cosa a Constantin Cantacuzino: il fatto di aver portato da Padova una scienza della descrizione bibliografica dei libri, così com’era nel XVII secolo. Certo che molte cose si sono modificate nel tempo, però il modo in cui vengono catalogati oggi i libri che sono raccolti in uno spazio comune chiamato biblioteca, che sia privata, di un monastero, o pubblica, iniziò in Valacchia grazie a Constantin Cantacuzino.

Tornando a Sinaia, il monastero fatto costruire da Mihail Cantacuzino si estese, tra il 1842 e il 1846, con una chiesa più grande e due edifici contenenti le celle dei monaci, mentre il suo aspetto attuale risale agli anni 1897 – 1903, quando era parroco Nifon Popescu ed ebbero luogo grandi lavori di ristrutturazione sotto la gestione dell’amministrazione dell’Epitropia degli Ospedali Civili, durante il regno di re Carlo I. Questo fu anche il periodo più fortunato della biblioteca del luogo di culto, che arricchì il proprio patrimonio in circostanze che ci ha dettagliato Simona Lazăr: Il monastero arricchì il fondo di libri antichi durante il regno di Carlo I. In quel periodo il monastero faceva parte dei 19 eremi e monasteri gestiti dall’Epitropia degli Ospedali Civili. Qui cominciava lo sforzo di istituire un museo, il primo museo monacale in Romania, che sarebbe stato inaugurato nel 1895, quando il monastero compiva due secoli di esistenza. Quindi, intorno al 1890, il parroco del monastero ricevette il serio incarico di andare in tutte le parrocchie della regione e di raccogliere tutto quello che si poteva, da oggetti religiosi a vestiti e libri antichi per la creazione di questo museo.  

Purtroppo, nel 1948, la biblioteca del monastero entrò, per ordine delle autorità comuniste, in un periodo di cosiddetta „defascistizzazione”. Molti volumi furono portati via da Sinaia, senza poter essere più rintracciati lungo il tempo.

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